Cinema
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«Il cinema racchiude in sé molte altre arti; così come ha caratteristiche proprie della letteratura, ugualmente ha connotati propri del teatro, un aspetto filosofico e attributi improntati alla pittura, alla scultura, alla musica. »
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(Akira Kurosawa, maestro del cinema)
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Il cinema è una forma d'arte moderna nata alla fine del XIX secolo, nota anche come la settima arte.
La rapida successione di immagini che contengono una ripresa frazionata della medesima azione è alla base di quella illusione ottica che noi conosciamo con il nome di cinema.
[modifica] Cinema delle origini
Il cinema delle origini inizia approssimativamente nel 1895 e finisce nel 1915 con David W. Griffith e con la nascita del cinema istituzionale. Non si poteva ancora parlare di "cinema" ma piuttosto di Modo di rappresentazione primitivo, in quanto ai tempi non erano stati stabiliti dei canoni precisi. Innanzitutto, il modo di rappresentazione primitivo era uno spettacolo per il popolo che si rifaceva agli spettacoli popolari come il teatro. Esistevano anche dei luoghi chiamati "Nichelodeon" dove pagavi un nichelino e stavi tutto il giorno a guardare spettacoli. Quando venivano proiettati i film, in quanto muti, dietro lo schermo stava un imbonitore che spiegava il film o che si inventava i dialoghi. Le caratteristiche principali del cinema delle origini erano 3: non omogeneità, non chiusura e non linearità. Questo significava che non c'era un senso logico della storia che non seguiva un ordine temporale corretto, inoltre non c'era il copyright e chiunque poteva modificare il film a suo piacere; inoltre non si parlava ancora di inquadrature ma piuttosto di vedute, dei blocchi autonomi non raccordati tra loro. SI inizia a parlare di inquadratura solo con la nascita del montaggio grazie a David W. Griffith. Un primo sforzo di costruzione cinematografica narrativa lo possiamo ritrovare nel film "La grande rapina al Treno" di Porter realizzata nel 1903, un film che in sole 11 scene (nel caso specifico Inquadrature), riesce a illustrare per immagini un racconto narrativo.
[modifica] Movimento come illusione
È molto diffusa la convinzione che il fenomeno della persistenza delle immagini sulla retina consenta allo spettatore di avere l'illusione del movimento. Questa affermazione è sbagliata. Il fenomeno ora descritto consente all'occhio di percepire come un fascio di luce continuo ciò che, al contrario, è una rapida sequenza di lampi (nel cinema professionale 48 al secondo, pari a 24 fotogrammi al secondo: ogni fotogramma viene illuminato due volte); l'illusione del movimento è invece opera del cervello il quale, secondo meccanismi non ancora del tutto chiariti, "assembla" la raffica di immagini che gli vengono trasmesse in modo unitario e, ciò che più conta, in movimento.
Secondo alcuni studi la percezione del movimento si ha già con sole sei immagini al secondo, anche, se, ovviamente, la fluidità dell'azione risulta molto scarsa. I primi film muti venivano girati a circa sedici fotogrammi al secondo; lo standard dei 24 fotogrammi fu codificato solo con l'avvento del cinema sonoro onde ottenere una velocità lineare della pellicola sufficiente per una dignitosa resa sonora della traccia.
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Per approfondire, vedi la voce Persistenza della visione. |
[modifica] Proiezione
Le pellicole cinematografiche vengono proiettate in apposite sale dette appunto cinematografiche o cinematografi, per lo più teatri, adattati ad ospitare uno schermo al posto del palco e un proiettore in fondo alla sala; oggi, visto il numero e la specializzazione in generi del cinema, la tendenza è di riunire più sale cinematografiche di varia capienza in una sola struttura creata appositamente, i cinema multisala o più semplicemente multisale.
[modifica] I cinematografi

I primi luoghi ad ospitare delle proiezioni cinematografiche furono dei teatri adattati per l'occasione con uno schermo. Inizialmente, infatti, essendo i film muti, non servivano apparecchiature per la riproduzione del sonoro, e una qualsiasi stanza si adattava alle esigenze. Spesso, i proprietari dei locali ingaggiavano dei musicisti, in genere un pianista, per accompagnare musicalmente lo spettacolo.
Con l'avvento del sonoro, anche i cinematografi dovettero adattarsi alle nuove esigenze di quello che stava comiciando a diventare un ricco business, e nacquero le prime sale cinematografiche vere e proprie, dedicate esclusivamente alla proiezione di film.
Cominciò così la prima età dell'oro del cinema, e le sale si diffusero rapidamente in tutto il mondo.
Oggi ormai le sale uniche sono una rarità, e si sono sempre più diffusi i cinema multisala, che sfruttano il richiamo di più pellicole e sale più piccole per ottimizzare i ricavi, secondo la logica ormai diffusa dello show-business.
[modifica] I Drive-In
I Drive-In, Guida-Dentro tradotto letteralmente, sono una forma di cinema particolare che si diffuse soprattutto negli Stati Uniti nel corso degli anni '50 e '60, che consisteva in proiezioni cinematografiche all'aperto, dove ci si poteva recare a vedere il film in automobile, sistemandosi nelle apposite piazzole allestite di fronte allo schermo, con a lato gli altoparlanti per l'audio (in alcuni casi era trasmesso su frequenze radio su cui ci si poteva sintonizzare con l'impianto stereo della macchina).
[modifica] Il cinema a casa
[modifica] Betamax e VHS
Nel 1975 la Sony lanciò sul mercato un videoregistratore compatto: il Betamax. Era il primo apparecchio che consentiva di registrare un segnale televisivo a costi contenuti: nasceva così il concetto di home video. L'anno successivo fu il turno della JVC, la quale propose al mercato un altro sistema per la registrazione video amatoriale: il VHS (acronimo di Video Home System). A detta di molti[citazione necessaria] il Betamax era di qualità superiore al VHS, ma la JVC riusci ad imporre il suo standard grazie ad un'intelligente mossa di mercato: consentì anche ad altre case di produrre cassette e videoregistratori nel formato VHS; insomma qualcosa di molto simile a quanto, qualche anno più tardi, avrebbe fatto la IBM con i suoi PC.
Nel 1979 anche la Philips e la Grundig mettono a punto un proprio formato: il Video 2000. Il maggior vantaggio di questo sistema era rappresentato dalla possibilità di registrare la videocassetta da entrambi i lati (come avviene per una normale musicassetta) oltre a una serie di interessanti innovazioni tecniche quali il Time Code (Codice Temporale) inciso direttamente su nastro. Il Video 2000 era dunque un temibile antagonista del VHS. Perché dunque fu abbandonato nella seconda metà degli anni '80 (oggi non si producono più neppure le cassette di questo formato)? Secondo alcuni[citazione necessaria] ciò fu la conseguenza di un accordo tra le aziende interessate al mercato degli apparecchi audio e video del settore consumer. La Philips acconsentì a rinunciare al suo Video 2000 ed in cambio le altre aziende abbandonarono i loro sistemi di registrazione digitale: in questo modo l'azienda olandese ha potuto imporre sul mercato lo standard audio "CD". Secondo altri[citazione necessaria] tuttavia le ragioni della sconfitta del Video 2000 vanno ricercate nel ritardo con cui venne immesso sul mercato, quando cioè il VHS aveva ormai preso piede così da essere diventato lo standard de facto della videoregistrazione domestica.
[modifica] Il DVD e il futuro: Blu-ray Disc e HD DVD
Il sistema VHS è ancora in uso ai giorni nostri, ma è ormai avviato sul viale del tramonto. La videoregistrazione digitale si sta imponendo per gli innegabili vantaggi che reca con sé: maggiore qualità delle immagini e dell'audio, "lavorabilità" del girato mediante computer; maggiore resistenza del supporto, il DVD (originariamente Digital Video Disk, poi modificato in Digital Versatile Disk). Oggi l'appassionato può attrezzare nella propria abitazione una vera e propria sala cinematografica anche se di ridotte dimensioni, ove proiettare o film di edizioni compressi in un DVD, oppure opere da lui stesso girate e montate.
Il processo non sembra, però, ancora giunto alla sua fine, ed anche il DVD si prepara a diventare un supporto obsoleto, e soprattutto si profila una nuova "battaglia" tra case di produzione per la scelta del prossimo standard home video: Blu-ray Disc e HD DVD. Dalla parte del primo, sviluppato e promosso dalla Sony, si sono attualmente schierati dei colossi della tecnologia come Apple, Dell, Hitachi, Hewlett-Packard, LG Electronics, Panasonic (Matsushita), Philips, Pioneer, Samsung, Sharp, Sony, Sun Microsystems, TDK, Texas Instruments e Thomson, oltre alla Columbia Pictures, The Walt Disney Company, Metro-Goldwyn-Mayer e 20th Century Fox; il secondo, invece, è sostenuto dalla NEC Corporation, Toshiba e Sanyo, oltre a New Line Cinema e Universal Studios. Ma a tutt'oggi la gara su quale sarà lo standard è ancora aperta. Il Blu-ray Disc sembra avvantaggiato dalla larga diffusione che potrà avere la nuova PS3 di Sony, ma HD DVD ha dalla sua il minor costo attuale dei primi lettori e la piena compatibilità con tutti i formati precedenti, inoltre sembra anche che Microsoft sia più orientata verso questo standard. Certo è che la "battaglia" è ancora agli inizi.
[modifica] Film a passo ridotto
Se da un lato l'home video digitale appare, dunque, destinato a saturare il mercato, dall'altro sopravvive, come prodotto di nicchia, ancora il tradizionale cinema a passo ridotto: 16 mm e super 8 mm. Molti appassionati continuano a preferire l'immagine chimica (cioè ottenuta per mezzo di emulsioni fotografiche) rispetto a quella digitale. Invero, dopo più di una decina d'anni d'oblio, il cinema a passo ridotto sembra conoscere una seconda giovinezza: in questi ultimi anni la Kodak ha visto una ripresa delle domanda di pellicole a passo ridotto, tanto da aver messo a disposizione degli operatori non solo le tradizionali emulsioni invertibili (destinate preferibilmente all'amatore), ma anche pellicole negative eguali a quelle commercializzate in 35 mm. Le ragioni della scelta della pellicola super 8 mm e 16 mm sono legate, soprattutto, ad una maggiore naturalezza e definizione dell'immagine, nonché ad una maggiore somiglianza del prodotto finito col "vero" cinema. Gli utilizzatori di questi formati rimproverano, infatti, all'immagine elettronica di non riuscire ad affrancarsi da quel "look" televisivo che segna (o dovrebbe segnare) lo spartiacque tra un prodotto di pregio ed uno di minor valore. Proprio per queste ragioni da parte di alcuni si adotta una tecnica "mista": le immagini vengono riprese su pellicola negativa, poi vengono riversate in un segnale video digitale ed infine montate al computer e videoproiettate. Da ultimo v'è da segnalare che alcuni piccoli laboratori indipendenti continuano a stampare in super 8 mm o 16 mm, per i collezionisti, anche i film d'edizione di maggior successo. Si stima che in Italia i cultori del cinema a passo ridotto siano circa 15.000.
[modifica] Storia del cinema
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Per approfondire, vedi le voci Storia del cinema e Pre-cinema. |
I primi rudimentali esempi di cinematografia erano semplici sviluppi della lanterna magica e strumenti ottici simili, che potevano essere usati per proiettare immagini ferme per fare in modo che l'occhio umano percepisse il movimento tramite la loro successione rapida. Naturalmente, le immagini usate per simili strumenti dovevano essere scelte e preparate con cura per raggiungere l'effetto desiderato. Usando immagini simili tra loro, ma con lievi differenze, si poteva trasmettere alla percezione del pubblico l'effetto del movimento. Il principio è ancora oggi quello applicato nel campo dell'animazione.
Con lo sviluppo della fotografia, e in particolare della pellicola cinematografica (film) di celluloide, divenne possibile registrare le immagini. L'uso della pellicola, inoltre, era decisamente più comodo per un sistema di proiezione delle immagini ad un pubblico, quando all'epoca si usavano strumenti che potevano essere utilizzati da una persona per volta, che doveva guardare all'interno dell'oggetto.
Il 28 dicembre 1895 i fratelli Lumiere proiettarono al Grand Café di Parigi dieci film di circa un minuto l'uno, tra i quali un primo piano di uno dei fratelli e sua moglie che davano da mangiare a loro figlio e Arroseur et arrose (Innaffiatore e innaffiato).
L'intento dei fratelli Lumiere era quello di dare allo spettatore la sensazione del vero, e ci riuscirono pienamente. Infatti in uno dei loro primi corti ripresero un treno che rientrava in stazione e chiunque lo vedeva aveva paura che il treno lo travolgesse.
Il cinema fu inizialmente pura arte visiva. Comunque, quando un film veniva proiettato in un cinematografo, per lo più teatri adattati alle esigenze, i proprietari dei locali ingaggiavano dei musicisti per accompagnare la proiezione con della musica. I musicisti, solitamente pianisti, dovevano dunque adattarsi ed accompagnare l'umore del film nei vari passaggi.
Più tardi, lo sviluppo tecnologico permise di creare una colonna sonora sincronizzata con le immagini sullo schermo, e che poteva essere registrata a parte dalle riprese del film. I film sonori vennero inizialmente conosciuti come "film parlanti".
L'ultimo decisivo gradino che ha portato il cinema alla concezione moderna fu l'introduzione del colore, che venne adottato più gradualmente rispetto al sonoro. Come la tecnologia si sviluppò, sempre più film si avvalsero del colore, ed è oggi ormai una pratica universale, diversamente dalla fotografia, dove il bianco e nero è sopravvissuto per vari motivi. In rare eccezioni, comunque, come nel film di Steven Spielberg "Schindler's List", la scelta del B/N ha a che fare con ragioni artistiche.
[modifica] La produzione cinematografica
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Per approfondire, vedi la voce Produzione cinematografica. |
Se la proiezione di un film è una cosa tutto sommato semplice ed economica,la sua creazione invece è una vera e propria impresa che richiede la coordinazione di una troupe di centinaia di persone,l'impiego di macchinari e attrezzature molto costose,la pianificazione di molte attività diverse,a volte contemporanee,e l'investimento di grosse somme di denaro:girare (creare) un film in modo professionale, anche in economia,costa comunque cifre dell'ordine del milione di euro. A fronte di questi costi e di queste difficoltà un film riuscito, che ha successo,può rendere cifre straordinarie.D'altra parte,se il film non piace,la perdita è molto grave.
In generale, le fasi della produzione sono: lo sviluppo del progetto, la pre-produzione, la lavorazione e la post-produzione.
[modifica] Gli aspetti più importanti
[modifica] Regia
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Per approfondire, vedi la voce Regia cinematografica. |
[modifica] Soggetto e Sceneggiatura
- Articoli principali: Soggetto e Sceneggiatura
La produzione di un film parte generalmente da un'idea. Lo sviluppo di questa idea porta alla stesura del soggetto, una prima bozza di quello che potrebbe diventare il copione di un film. Il soggetto, contenente solo lo svolgimento della vicenda in linea di massima, è presentato a uno o più produttori. Se ci sono i presupposti per uno sviluppo del progetto, il soggetto viene tramutato in sceneggiatura. Questo secondo processo è decisamente più lungo e delicato del precedente, e richiede delle buone conoscenze tecniche: una buona sceneggiatura, infatti, getta le basi per una buona riuscita del prodotto finale. Lo svolgimento dell'azione narrato nel soggetto viene elaborato e raffinato, creando il copione finale del film, che comprende la suddivisione in scene, i dialoghi, le ambientazioni, indicazioni sulle azioni dei personaggi e sulle loro personalità, tutto quello che, insomma, può servire al regista per sviluppare le riprese. Il regista, se già coinvolto nel progetto durante questa fase (spesso il regista viene scelto a sceneggiatura ultimata), può fornire il suo apporto nella stesura del testo. In seguito, avrà comunque la possibilità di cambiarlo e modificarlo in itinere durante le riprese.
[modifica] Fotografia
- Articoli principali: Fotografia cinematografica e Direttore della fotografia
La fotografia cinematografica ha un ruolo fondamentale nella produzione di un film, essendo la responsabile principale dell'aspetto estetico finale del prodotto. Il direttore della fotografia è uno dei collaboratori più stretti ed importanti del regista. Insieme decidono la composizione ed il taglio dell'inquadratura, a che distanza inquadrare un soggetto, con quale angolo di ripresa, etc. In base alla scena che si vuole riprendere, si deciderà, ad esempio, se effettuare una carrellata, una panoramica, un primo piano, un campo lungo, etc. La vicinanza o meno della macchina da presa può influire, infatti, sulla carica emotiva della scena. Ad esempio, inquadrando il volto di un attore, lo spettatore è coinvolto maggiormente rispetto ad un'inquadratura più ampia comprendente tutto l'ambiente circostante. Oppure, in una scena di guerra, utilizzando una steadicam ed adottando il punto di vista di un soldato, si proietta lo spettatore nel vivo dell'azione. In questo contesto, possiamo affermare che la fotografia è l'arte di "raccontare per immagini", ed è parte integrante di quello che è definito come "il linguaggio cinematografico": le immagini non sono altro che le parole (o i segni) del linguaggio, ed il montaggio ne è la grammatica (o la sintassi).
[modifica] Montaggio
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Per approfondire, vedi la voce Montaggio. |
Il montaggio è solitamente considerato l'anima del cinema e parte essenziale della messa in scena operata dal regista. Il primo a rendere evidenti le potenzialità del montaggio fu David W. Griffith nel film La nascita di una Nazione, ove teorizzò gli elementi alla base del "linguaggio cinematografico": inquadratura, scena e sequenza.
Grande attenzione al montaggio venne riservata dai registi sovietici degli anni '20. Kulesov ed Ejzenstejn furono i principali teorici del montaggio. Kulesov dimostrò l'importanza del montaggio nella percezione del film attraverso un famoso esperimento. Facendo seguire sempre lo stesso primo piano dell'attore Mozzuchin di volta in volta ad un piatto di minestra, un cadavere o un bambino, rese evidente che lo spettatore avrebbe letto nel volto fame, tristezza o gioia. Questo prende il nome di "Effetto Kulesov". Ejzenstejn invece teorizzò il "Montaggio delle attrazioni". Nel 1923 pubblicò un saggio in cui anticipava la pratica che avrebbe usato poi nelle sue pellicole. Nei suoi lavori, come Sciopero (1925) o La corazzata Potemkin (1925), il regista inserì varie immagini non diegetiche, cioè estranee al testo filmico rappresentato, ma che per la loro capacità di esemplificazione potevano essere associate alle scene. Ad esempio, in Sciopero, la soppressione della rivolta viene mostrata attraverso lo sgozzamento di un bue. Praticò un'estrema frammentazione delle inquadrature, per cui un unico gesto viene mostrato da più angolazioni. Questo metodo di Montaggio si contrapponeva al montaggio classico o invisibile. Hollywood infatti attraverso i campo-controcampo o i raccordi sullo sguardo cercava di rendere il montaggio il più fluente possibile.
Il montatore segue le indicazioni del regista, che supervisiona il lavoro, e procede a visionare il girato tagliando le inquadrature utili ed unendole tra loro. Tutte le scene, girate secondo le esigenze della produzione, sono poi montate nell'ordine previsto dalla sceneggiatura, o in altro ordine che emerge secondo le necessità della narrazione. Non sono rari casi di film completamente rivoluzionati in fase di montaggio, rispetto a come erano stati scritti (un esempio su tutti: Il Paziente Inglese, scritto e diretto da Anthony Minghella, montato da Walter Murch, autore, fra l'altro, di un importantissimo testo di teoria del montaggio, In un batter d'occhi).
Il montaggio detta il ritmo del film ed il suo stile narrativo.
[modifica] Colonna sonora
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Per approfondire, vedi la voce Colonna sonora. |
Con il termine colonna sonora ci si riferisce solitamente alle musiche di un film, ma il termine comprende l'audio completo (con dialoghi e effetti sonori). Dal punto di vista "fisico", la colonna sonora è l'area della pellicola cinematografica (il vero film) dedicata alla registrazione dell'audio.
La colonna sonora di un film accompagna e sottolinea lo svolgimento della pellicola, e le musiche possono essere "originali" e non (due categorie premiate distintamente, per esempio, agli Oscar). Può anche essere completamente assente, e in questo caso la musica proviene direttamente dall'interno del film (musica diegetica)
[modifica] Effetti speciali
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Per approfondire, vedi la voce Effetti speciali. |
Gli effetti speciali sono una delle caratteristiche peculiari del cinema fin dai tempi del regista francese Georges Méliès, inventore dei primi rudimentali effetti visivi, ottenuti tramite un sapiente montaggio e lunghe sperimentazioni. Gli effetti sono stati poi progressivamente perfezionati grazie all'introduzione di nuove tecnologie, passando attraverso diverse fasi di sviluppo, fino ad approdare ai moderni effetti basati sulla computer grafica, la quale ha rivoluzionato l'industria cinematografica liberando la fantasia di sceneggiatori e registi. Nonostante questo, molti degli effetti dipendono ancora oggi dall'estro di coreografi, controfigure, truccatori, disegnatori, etc.
Gli effetti speciali sono realizzabili sia durante le riprese sia in post-produzione, e sono classificabili in "visivi" e "sonori", ed anche in "effetti fisici" ed "effetti digitali".
[modifica] Tecnologie e figure professionali
La storia del cinema è costellata di piccole e grandi invenzioni tecniche. Il progresso tecnologico non si è mai arrestato, ed ha visto anche alcune svolte epocali, come il passaggio dal muto al sonoro, dal bianco e nero al colore, e dall'analogico al digitale (quest'ultimo è tuttora in corso). Come conseguenza dello sviluppo tecnologico, è aumentato il grado di specializzazione delle maestranze impegnate sul set, e sono state create nuove figure professionali. Le grandi produzioni sono popolate da un vero e proprio esercito di assistenti, attrezzisti, direttori di reparti, disegnatori, progettisti, truccatori, controfigure, e così via. Le attrezzature utilizzate sono sempre più complesse, e permettono evoluzioni della macchina da presa controllate al millimetro. Anche la proiezione si è evoluta, specialmente con l'introduzione dei grandi formati panoramici. Per non parlare del mondo degli effetti speciali, del montaggio, dei Dvd, etc. Nel complesso, sono ormai migliaia i termini tecnici e gli acronimi oggi utilizzati dagli "addetti ai lavori".
Per un elenco approssimativo dei termini più utilizzati consultare il Glossario cinematografico.
[modifica] Film
[modifica] Movimenti cinematografici
- Dogma 95 (Danimarca, 1995-2005)
- Espressionismo (Germania, 1910-1924)
- Neorealismo (Italia, 1943-1952)
- Nouvelle Vague (Francia, anni '60)
[modifica] Scuole
- Centro Sperimentale di Cinematografia
- Accademia Internazionale per le Arti e le Scienze dell'Immagine
[modifica] Cinematografie nazionali
- Cinema britannico
- Cinema cileno
- Cinema cinese
- Cinema coreano
- Cinema francese
- Cinema giapponese
- Cinema indiano
- Cinema Iraniano
- Cinema italiano
- Cinema russo
- Cinema spagnolo
- Cinema statunitense
- Cinema tedesco
[modifica] Premi cinematografici
[modifica] Festival cinematografici
[modifica] Voci correlate
- La relativa categoria di articoli: Cinema
- Storia del cinema
- Generi cinematografici
- Censura
- Formati cinematografici
- Glossario cinematografico
- Critica cinematografica
- Storici del cinema
- Museo nazionale del Cinema a Torino
[modifica] Altri progetti
[modifica] Collegamenti esterni
- Africultures : cinema africano
- Cinematografo.it Sito curato dall'Ente dello Spettacolo (con banca dati del cinema mondiale)
- Database mondiale del cinema e della televisione
- Associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e multimediali
- Ministero per i beni e le attività culturali Area spettacolo
- Associazione Italiana Autori della Fotografia Cinematografica
- Associazione Italiana Tecnici di Ripresa
- Associazione Italiana Scenografi Costumisti Arredatori
- Associazione elettricisti macchinisti cineaudiovisivo
- Associazione Italiana Tecnici Suono Cinematografico
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