Diadochi
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
I Diadochi (greco: Διάδοχοι, "successori") nella storia ellenistica furono i generali che alla morte di Alessandro Magno (323 a.C.) si contesero il controllo dell'impero macedone.
In mancanza di un erede diretto di Alessandro, che aveva lasciato un fratello minorato e un figlio nascituro, la reggenza fu affidata a Cratero e l'esercito a Perdicca, ma ben presto prevalsero le forze disgregatrici, favorite dall'ambizione personale dei singoli generali, dalla enorme estensione e disomogeneità dell'impero.
Ad Antipatro fu affidato il governo della Macedonia e della Grecia, a Lisimaco la Tracia, ad Antigono l'Asia Minore, ad Eumene la Cappadocia, a Tolomeo l'Egitto e a Perdicca Babilonia e le province orientali. Dopo il primo scontro contro Perdicca, i diadochi tennero un congresso che affidò la reggenza ad Antipatro. Dopo la battaglia di Ipso in Frigia (301 a.C.), nella quale Lisimaco e Seleuco I Nicatore sconfissero il re Antigono e suo figlio Demetrio I Poliorcete, il regno macedone venne spartito fra i vincitori. Cassandro prese possesso di Macedonia e Grecia, a Lisimaco anadarono Tracia e Asia Minore occidentale, a Seleuco Siria, Babilonia e Asia Minore orientale, a Tolomeo l'Egitto, la Celesiria, Fenicia e Palestina. Successivamente si affrontarono ancora Seleuco e Lisimaco nella battaglia di Corupedio (281 a.C.), con la quale si fa tradizionalmente finire l'età dei diadochi e che determinò lo stabilirsi dei tre grandi regni ellenistici: di Macedonia (sotto i successori di Antigono, gli Antigonidi), di Siria (sotto i Seleucidi) e d'Egitto (sotto i Tolomei).