New Immissions/Updates:
boundless - educate - edutalab - empatico - es-ebooks - es16 - fr16 - fsfiles - hesperian - solidaria - wikipediaforschools
- wikipediaforschoolses - wikipediaforschoolsfr - wikipediaforschoolspt - worldmap -

See also: Liber Liber - Libro Parlato - Liber Musica  - Manuzio -  Liber Liber ISO Files - Alphabetical Order - Multivolume ZIP Complete Archive - PDF Files - OGG Music Files -

PROJECT GUTENBERG HTML: Volume I - Volume II - Volume III - Volume IV - Volume V - Volume VI - Volume VII - Volume VIII - Volume IX

Ascolta ""Volevo solo fare un audiolibro"" su Spreaker.
CLASSICISTRANIERI HOME PAGE - YOUTUBE CHANNEL
Privacy Policy Cookie Policy Terms and Conditions
Etnogenesi - Wikipedia

Etnogenesi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Questa pagina è da controllare
Questa voce di storia necessita di essere controllata (vedi l’elenco delle pagine da controllare). Per maggiori dettagli controlla la pagina di discussione. Se ti ritieni competente in storia, contribuisci a correggere questa pagina e poi rimuovi questo avviso. (pagina segnalata nel mese di febbraio 2007)
Motivazione: Penso sia da rivedere il punto di vista e fornire referenze più chiaramente. Vedi anche: Progetto storia e Portale storia. Segnalazione di --Eginardo 11:31, 26 feb 2007 (CET)

L’etnogenesi, ovvero la creazione di un etnòs, è un processo umano più che biologico, esso attiene allo studio dell’antropologia culturale e dell’etnologia, dell’archeologia e della storia. La storia dell’epoca delle migrazioni, delle “invasioni barbariche” come veniva definita da una certa storiografia delle migrazioni, non è stata affatto uno scontro tra “razze”.

Prima di tutto perché quest’ultimo concetto non ha affatto basi scientifiche, essendo nient’altro che un prodotto del nazionalismo esasperato e del razzismo che hanno generato immani tragedie durante tutto il ventesimo secolo, ma soprattutto perché i processi di formazione dei popoli altomedievali furono di natura essenzialmente culturale, artificiale che nulla avevano di “naturale”. Simili processi furono tutt’altro che privi di violenze e di contraddizioni che ci tratteggiano, una volta di più, un mondo dai confini incerti ed in perenne evoluzione.


Indice

[modifica] Etnogenesi nell'altomedioevo

[modifica] Unni e Romani

Nel 451 nelle Gallie avvenne una battaglia campale presso i cosiddetti Campi Catalaunici.

Da una parte il generale romano Ezio, “l’ultimo dei Romani”, e dall’altra Attila, il “flagellum Dei”. Uno “scontro di civiltà” come direbbe qualche politologo di oggi? Un violento cozzare tra la “romanitas” e la “barbaritas” che come qualche medievalista di ieri, in primis in Italia Gabriele Pepe, volevano irriducibili tra loro? Certamente un segno della violenza dei tempi, una reazione alle scorrerie unne ma probabilmente no, certamente non nel senso che una vecchia manualistica voleva dare agli avvenimenti del V – VI secolo, alla luce di concetti quali “popolo” o “etnicità”, visti in maniera idealistica e monolitica.

Infatti come poteva l’esercito di Ezio essere un esempio di romanitas quando si appoggiava per la maggior parte sulle forze inviatogli in suo aiuto da Teodorico II, il re dei Visigoti? Lo stesso Ezio si affidava a contingenti di Unni, un popolo che egli conosceva bene e di cui ammirava le virtù guerriere. E che cos’erano d’altra parte gli Unni? Uno degli uomini della più intima cerchia di Attila era Oreste, un possidente della Pannonia che si era messo al suo servizio. Quest’ultimo diventerà poi il padre di Romolo Augustolo, l’ultimo imperatore d’Occidente. Una carriera dunque che era partita dalla Pannonia, una provincia romana che corrisponde all’attuale Ungheria, e che si era conclusa nei palazzi di Ravenna. Se tra i più stretti collaboratori di Attila troviamo un grande proprietario terriero d’origine romana come Oreste, allora qual era l’esatta composizione del popolo unno?

In realtà Attila era un “sovrano delle steppe”, il condottiero di un popolo nomade che era entrato in contatto con la civiltà tardoromana — infatti si era fatto costruire un palazzo di pietra con tanto di terme — dal carattere multietnico. Di eguale carattere molteplice era l’impero romano, esteso a tutto il bacino del mar Mediterraneo, che cominciò a vedere, sin dal IIIII secolo, l’emergere di elité d’origine provinciali provenienti dalle province africane o danubiane, giungendo persino alla costruzione di dinastie imperiali come quella dei Severi o dei Costantinidi. Senza contare l’editto di Caracalla del 211 che concesse la cittadinanza romana a tutti i cittadini dell’impero. Da allora l’ideale della romanitas aveva subordinato sotto di sé qualsiasi altro tipo di particolarismo, localismo regionale o etnico. Eppure tali differenze non scomparvero ma soggiacerono semplicemente alla sovrastruttura imperiale romana. Le stesse differenze tra gli Unni e le altre popolazioni germaniche, associati a questi ultimi o da essi temuti, delineano tutt’altro che una linea di demarcazione assoluta tra un popolo e l’altro.

[modifica] Goti e Romani secondo Peter Brown

Peter Brown, nel suo Nascita dell’Europa cristiana, parla di una sorta di affinità comune tra gli agricoltori semi-sedentari goti del IV secolo e i contadini che abitavano dentro i confini del limes romano, in territorio imperiale. In nome di una simile affinità Brown parla della decisione dei popoli goti incalzati, nella seconda metà del IV secolo, dagli Unni di chiedere rifugio alla pars Orientis dell’impero. Il risultato fu catastrofico — ribellione dei rifugiati goti, la battaglia di Andrianopoli del 378 con la morte dell’imperatore Valente — ma involontario, quasi accidentale.

Nella ricostruzione del Brown le affinità tra Romani e Goti (conoscenza dell’agricoltura, religione cristiana) vengono rimarcate come caratteristiche che li univano tra loro facendoli membri di una medesima ecumene, di una stessa civiltà agricola che coinvolgeva le pianure fertili dell’Europa sino alla Mesopotamia e all’India. All’opposto gli Unni sono visti come gli “alieni”, gli “altri”, i totalmente estranei ad un mondo comune a cui sia i Goti sia i Romani facevano invece riferimento. La cultura come elemento discriminante tra i diversi popoli dunque. D’altronde per gli antichi greci “barbaro” era semplicemente un modo sprezzante per indicare tutti i popoli non – greci che non parlavano greco e non ne condividevano quindi le leggi e i costumi.

La romanitas era anch’essa un concetto culturale a cui popoli di diversa estrazione potevano aderire. Gli stessi “popoli germanici” coinvolti avevano probabilmente un proprio nucleo culturale per identificare sé stessi ma quest’ultimo era aperto, non rigido. Se i Bizantini, per tutto il medioevo dall’epoca di Giustiniano sino alla dinastia dei Paleolongi e alla presa di Costantinopoli nel 1453, poterono definire se stessi “Romani” e il proprio regno non “Impero greco” ma “Impero romano”, i Bulgari potevano essere assimilati dagli scrittori bizantini agli Unni o agli Sciti (quest’ultimo termine ad esempio ricorre nell’Alessiade, opera del XII secolo di Anna Comnena, figlia dell’imperatore Alessio I Comneno). Gli Unni a loro volta potevano essere tranquillamente confusi con gli Ungari dagli autori latini dell’Europa post–carolingia del X secolo e al tempo stesso trovare un’imperitura fortuna nei cicli epici nordici facendo sì che la figura di Attila, anche in composizioni poetiche dell’Edda risalenti al Duecento, si accompagnasse a Brunilde e Sigfrido nonché ai Nibelunghi, i quali non erano nient’altro che una trasfigurazione poetica del popolo dei Burgundi.

Gli Unni, un popolo delle steppe turcomongolo, entrarono persino di diritto non solo nelle cronache del Venerabile Beda ma anche nelle più vecchie saghe anglosassoni. Se le membrane tra i popoli erano definite da un nucleo di tradizioni, e non dal “sangue”, quest’ultimo era soggetto a continue variazioni e modificazioni che si adattavano alle circostanze. Se la tradizione della chiesa cattolica fece di Attila, un re pagano, un “flagellum Dei” i re cristiani d’Ungheria dal canto loro non esitarono a farne una sorta di loro capostipite, un eroe, un “padre della patria”. Ritornando all’osservazione di Brown sulla vicinanza tra Goti e Romani dobbiamo allora notare di come anche gli Unni ebbero evidentemente modo di entrare in contatto sia con i primi che con i secondi, un modo che consentì nel tempo di entrare a far parte del mondo culturale germanico attraverso canti e poemi ed anche ad un sovrano come Attila di conoscere a sufficienza debolezze e pregi della “Romania”.

Né prima, né dopo il 451 ci fu un urto definitivo tra una “barbaritas” ed una “romanitas” poiché non c’era una reale maniera di tracciare un confine che fosse transitorio, convenzionale e costruito con più o meno consapevolezza. Nel caso dei regni romano–barbarici scrittori d’origine latina, e provenienti da una cultura imperiale che aveva “riunito sotto di sé una pluralità di genti facendone una sola” come ebbe a dire il poeta di corte ravennate Rutilio Namaziano, cercarono loro stessi per primi a dare un senso di identità ai popoli vincitori che si erano insediati nelle province romane. Gli unici strumenti culturali e “scientifici” che essi avessero a disposizione erano la Bibbia e il proprio bagaglio di conoscenze riguardo ai classici greco - romani.

Dalla prima, ed in particolare dai Vangeli, gli autori altomedievali (come Gregorio di Tours o Isidoro di Siviglia) carpirono l’idea dell’unicità della razza umana che però sarà riunita veramente solo in Dio, in Cielo, mentre invece sulla Terra essa è divisa in una pluralità di gentes diverse. Dalla tradizione classica, gli Sciti, la guerra di Troia ecc., essi trassero un intero repertorio di miti, di termini e di definizioni utile alla resa dell’identità del nuovo re “barbaro” del caso e della sua “gens” creando quel punto di contatto tra popoli diversi che il Brown presupponeva come già esistente. Dato che si teme meno ciò che si conosce che quello che si ignora del tutto, i miti degli storiografi altomedievali (la nascita di Meroveo da una principessa franca e da un mostro marino, i Franchi come discendenti dei Troiani, il re longobardo Alboino che guarda dall’alto di un monte le terre d’Italia come un novello Mosè, ecc.) sono tutti storiograficamente falsi ma rispondevano ad un’esigenza politica genuina, all’epoca sinceramente sentita (Walter Pohl).

[modifica] Romani e Franchi

Nel tardo V secolo la Gallia era un puzzle geopolitico davvero incredibile. All’epoca però che cosa distingueva un “signore della guerra” franco come Clodoveo da uno romano come Siagrio? Sostanzialmente nulla, soprattutto dopo la conversione al cattolicesimo del re franco.

La forza di Siagrio risiedeva nell’essere l’erede dell’ultimo esercito gallo–romano delle Gallie, ribelle a Ravenna e ormai legato semplicemente ad una fedeltà clientelare ai propri comandanti, e nell’avere quindi posto sotto il suo controllo un ampio territorio, posto attorno al cui interno vi era la città di Parigi, in accordo con la nobiltà locale. Clodoveo dal canto suo non fece nulla di diverso da ciò che aveva fatto Siagrio, e prima di lui il suo predecessore Egidio, solo che lo fece con maggiore efficienza riuscendo evidentemente a legare strettamente a sé le truppe che lo seguivano meglio dei suoi rivali e soprattutto riuscendo ad essere un più convincente patner per l’aristocrazia senatoria gallo–romana. Da questo punto di vista dunque Clodoveo era un difensore della “romanitas”, un re–guerriero come tanti altri ma con i quali sembrava conveniente averci a che fare.

Il nome “Franco”, come acutamente stigmatizza il Pohl, era dunque prima di tutto un progetto politico. Il “popolo franco” come prodotto culturale venne sancito in forma scritta nel VI secolo da Gregorio di Tours che scrisse la sua Storia dei Franchi per andare incontro alle nuove esigenze della Gallia post–romana. L’incontro-scontro tra la romanitas e la barbaritas creò un’identità prima inesistente, quella dei Franchi. Simili creazioni identitarie che definivano la nuova elité (nata dall’incontro tra i possidenti gallo–romani e i milites franchi) creavano al tempo stesso qualcosa di nuovo e di diverso mettendo così un ponte tra il vecchio e il nuovo.

Il Brown nota con acutezza come nell’Historia Francorum le sanguinose storie di corte ivi raccontate mostrano protagonisti con patronimici sia romani che germanici, tutti ugualmente impegnati nelle stesse vicende di sangue, sesso e potere. Una sola classe dominante, un solo popolo. Quelli stessi Franchi a cui Gregorio dona un’ascendenza troiana. Evocare Troia e i profughi troiani voleva dire far affondare le radici della storia dei Franchi nella più profonda tradizione classica. Un falso storico si intende ma, come abbiamo accennato sopra, l’esigenza che mosse il vescovo di Tours Gregorio alle sue invenzioni servirono al consolidamento del regnum franco.

[modifica] Etnogenesi in epoca tardo-antica e altomedioevale

L’etnogenesi dunque nasce grazie al concorso di due fattori: una rielaborazione di tipo culturale (da cui nascono testi che danno un’identità alle nuove gentes e ne descrivono la genesi e ne mettono in relazione la storia con la “Romania”), un necessario incontro-scontro con la romanitas dovuto all’oltrepassamento del limes e al relativo insediamento sul suolo romano.

Il successo di un “popolo” dipese dunque dalle capacità “collanti” del proprio nucleo di tradizioni di far sì che il nome che lo definiva finisse per racchiudere non qualcosa di “vuoto” ma un regnum, una stabile dominazione di un qualche tipo. A volte, e questo sembra particolarmente vero per i “popoli delle steppe”, un nome di successo poteva ricorrere più e più volte nel corso dei secoli ed essere usato dai cronisti, latini e bizantini, per designare delle genti che non avevano nulla a che vedere con il popolo a cui originariamente era stato dato. Pohl ricorda persino dei casi in cui il nome dei predoni Avari, un nome celebre, venne usurpato da alcune tribù che volevano incutere rispetto ai propri vicini utilizzando semplicemente lo spettro del timore di un’orda del passato.

La confusione tra Sciti, Avari e Unni – di cui si è già detto sopra – mostra che il nome di “scita” (la cui prima attestazione storica è di Erodoto mentre ultima risale forse ad Ammiano Marcellino nel IV secolo) fu di tale successo presso Romani e Bizantini che venne utilizzato per secoli e secoli, un abito buono per tutte le stagioni che però non indicava più alcun reale popolo scita. La stessa cosa avvenne per gli Unni: così famosi da essere cantati in poemi islandesi (se non addirittura della Groenlandia) od anglosassoni, in realtà dopo la caduta dell’impero di Attila il nome “unno” non ebbe più alcuna possibilità di diventare in Pannonia un centro di aggregazione, così come il nome “franco” lo divenne nelle Gallie, ma esso rimase nei testi come utile etichetta da abbinare alle più diverse popolazioni nomadi come gli Avari, gli Ungari o i Bulgari. Infatti non è mai esistito un regno unno simile a quello franco ed un omologo alla corte dei successori di Attila di Gregorio di Tours che ne raccontasse le gesta alla stessa maniera in cui quest’ultimo parlò dei Merovingi.

Gli Slavi da questo punto di vista sono un’eccezione alla regola: essi crearono a partire dal VI secolo solo delle “sclavinie” nei Balcani, delle enclavi che si sottraevano al potere bizantino, ma non qualcosa del genere al regnum franco eppure il nome di “slavo” (ed il relativo sistema di vita) aveva un tale potere aggregante che non divenne un “insieme vuoto”, una semplice terminologia come le parole “scita” o “unno”. I Bulgari, che crearono un regno tale da strappare a Bisanzio la regione danubiana nonostante gli effimeri successi contro di loro da parte dell’imperatore Basilio II della dinastia macedone a fine X secolo, controllarono le locali sclavinie ma alla fin fine ne assunsero i modi di vita. L’etnogenesi slava era aperta, inclusiva, non legata all’insediamento in un territorio con forti tradizioni romane ma di eguale capacità inclusiva di quella franca, tale da contribuire anch’essa alla fine alla genesi di un regno.

La natura essenzialmente culturale dell’etnogenesi non solo contribuiva al confondersi delle parti in gioco ma poteva portare a sperare in progetti politici che purtroppo non si realizzarono mai. Ottavio Bertolini, in un suo intervento introduttivo alla Settimana di studio di Spoleto sull’altomedioevo del 1955, ricordò un celebre passo delle Storie di Orosio. Morto Alarico, colui che saccheggiò Roma nel 410, il cognato Ataulfo prese il comando del popolo visigoto. Quest’ultimo sposò in Spagna Gallia Placidia, figlia del defunto imperatore Teodosio I e sorellastra del sovrano di Ravenna Onorio, e secondo Orosio egli si risolse a non voler più creare una “Gothia” che sostituisse alla “Romania” ma anzi al contrario di volerla rafforzare proprio grazie al popolo goto. Un progetto che, a giudizio di Bertolini, all’inizio del V secolo era tutt’altro che impossibile. A distanza di tanti anni l’ipotesi di “storia alternativa”, ucronia la chiamerebbe Umberto Eco, non perde affatto tutto il suo vigore. Se la “Romania” e la “Gothia” non erano costrutti affatto impenetrabili tra loro l’idea di una dinastia imperiale gota sarebbe stata tutt’altro che impossibile. In tal caso i vari processi d’etnogenesi sarebbero sfociati non in una pluralità di regni romano – barbarici ma in un solo impero romano – barbarico guidato da una qualche famiglia germanica. Lo stesso Teodorico, imparentatosi con tutti i “regna” occidentali e ottenuto il tutorato del giovane re visigoto di Spagna in quanto suo nipote, dovette trovarsi nelle condizioni di poter riformare, a pochi anni dalla sua formale caduta, l’Impero d’Occidente sotto la guida della famiglia ostrogota degli Amali controllando gli altri regni barbarici, subentrati alle diverse province romane, quali suoi subalterni.

La possibilità, a cui Orosio all’inizio del V secolo parve credere per davvero e che Bertolini ponderò seriamente, non si avverò solo perché i diversi processi di etnogenesi non miravano affatto all’unità centrale della “Romania” ma ad un accordo con le particolarità locali dell’Occidente. Un tentativo in tal senso venne solo fatto in epoca carolingia, ma l’impero di Carlomagno e dei suoi successori rimase un fragile aggregato di “regna” che cercò di sovrapporsi a processi d’etnogenesi ormai in atto da secoli.

Eppure il fatto che uno storico, romano e cristiano, come Orosio potesse anche solo pensare — in fondo dopo aver visto gli appartenenti alle più diverse popolazioni dell’impero salire al trono — che un goto potesse diventare imperatore e fondare una dinastia, giudicando poi tutto questo in maniera positiva come una sorta di “renovatio” gotica dell’impero, è un’ulteriore dimostrazione delle fluide distinzioni tra un popolo e l’altra in epoca altomedievale nonché della natura prettamente culturale delle differenziazioni tra le diverse “gentes”.

Static Wikipedia (no images)

aa - ab - af - ak - als - am - an - ang - ar - arc - as - ast - av - ay - az - ba - bar - bat_smg - bcl - be - be_x_old - bg - bh - bi - bm - bn - bo - bpy - br - bs - bug - bxr - ca - cbk_zam - cdo - ce - ceb - ch - cho - chr - chy - co - cr - crh - cs - csb - cu - cv - cy - da - de - diq - dsb - dv - dz - ee - el - eml - en - eo - es - et - eu - ext - fa - ff - fi - fiu_vro - fj - fo - fr - frp - fur - fy - ga - gan - gd - gl - glk - gn - got - gu - gv - ha - hak - haw - he - hi - hif - ho - hr - hsb - ht - hu - hy - hz - ia - id - ie - ig - ii - ik - ilo - io - is - it - iu - ja - jbo - jv - ka - kaa - kab - kg - ki - kj - kk - kl - km - kn - ko - kr - ks - ksh - ku - kv - kw - ky - la - lad - lb - lbe - lg - li - lij - lmo - ln - lo - lt - lv - map_bms - mdf - mg - mh - mi - mk - ml - mn - mo - mr - mt - mus - my - myv - mzn - na - nah - nap - nds - nds_nl - ne - new - ng - nl - nn - no - nov - nrm - nv - ny - oc - om - or - os - pa - pag - pam - pap - pdc - pi - pih - pl - pms - ps - pt - qu - quality - rm - rmy - rn - ro - roa_rup - roa_tara - ru - rw - sa - sah - sc - scn - sco - sd - se - sg - sh - si - simple - sk - sl - sm - sn - so - sr - srn - ss - st - stq - su - sv - sw - szl - ta - te - tet - tg - th - ti - tk - tl - tlh - tn - to - tpi - tr - ts - tt - tum - tw - ty - udm - ug - uk - ur - uz - ve - vec - vi - vls - vo - wa - war - wo - wuu - xal - xh - yi - yo - za - zea - zh - zh_classical - zh_min_nan - zh_yue - zu -

Static Wikipedia 2007 (no images)

aa - ab - af - ak - als - am - an - ang - ar - arc - as - ast - av - ay - az - ba - bar - bat_smg - bcl - be - be_x_old - bg - bh - bi - bm - bn - bo - bpy - br - bs - bug - bxr - ca - cbk_zam - cdo - ce - ceb - ch - cho - chr - chy - co - cr - crh - cs - csb - cu - cv - cy - da - de - diq - dsb - dv - dz - ee - el - eml - en - eo - es - et - eu - ext - fa - ff - fi - fiu_vro - fj - fo - fr - frp - fur - fy - ga - gan - gd - gl - glk - gn - got - gu - gv - ha - hak - haw - he - hi - hif - ho - hr - hsb - ht - hu - hy - hz - ia - id - ie - ig - ii - ik - ilo - io - is - it - iu - ja - jbo - jv - ka - kaa - kab - kg - ki - kj - kk - kl - km - kn - ko - kr - ks - ksh - ku - kv - kw - ky - la - lad - lb - lbe - lg - li - lij - lmo - ln - lo - lt - lv - map_bms - mdf - mg - mh - mi - mk - ml - mn - mo - mr - mt - mus - my - myv - mzn - na - nah - nap - nds - nds_nl - ne - new - ng - nl - nn - no - nov - nrm - nv - ny - oc - om - or - os - pa - pag - pam - pap - pdc - pi - pih - pl - pms - ps - pt - qu - quality - rm - rmy - rn - ro - roa_rup - roa_tara - ru - rw - sa - sah - sc - scn - sco - sd - se - sg - sh - si - simple - sk - sl - sm - sn - so - sr - srn - ss - st - stq - su - sv - sw - szl - ta - te - tet - tg - th - ti - tk - tl - tlh - tn - to - tpi - tr - ts - tt - tum - tw - ty - udm - ug - uk - ur - uz - ve - vec - vi - vls - vo - wa - war - wo - wuu - xal - xh - yi - yo - za - zea - zh - zh_classical - zh_min_nan - zh_yue - zu -

Static Wikipedia 2006 (no images)

aa - ab - af - ak - als - am - an - ang - ar - arc - as - ast - av - ay - az - ba - bar - bat_smg - bcl - be - be_x_old - bg - bh - bi - bm - bn - bo - bpy - br - bs - bug - bxr - ca - cbk_zam - cdo - ce - ceb - ch - cho - chr - chy - co - cr - crh - cs - csb - cu - cv - cy - da - de - diq - dsb - dv - dz - ee - el - eml - eo - es - et - eu - ext - fa - ff - fi - fiu_vro - fj - fo - fr - frp - fur - fy - ga - gan - gd - gl - glk - gn - got - gu - gv - ha - hak - haw - he - hi - hif - ho - hr - hsb - ht - hu - hy - hz - ia - id - ie - ig - ii - ik - ilo - io - is - it - iu - ja - jbo - jv - ka - kaa - kab - kg - ki - kj - kk - kl - km - kn - ko - kr - ks - ksh - ku - kv - kw - ky - la - lad - lb - lbe - lg - li - lij - lmo - ln - lo - lt - lv - map_bms - mdf - mg - mh - mi - mk - ml - mn - mo - mr - mt - mus - my - myv - mzn - na - nah - nap - nds - nds_nl - ne - new - ng - nl - nn - no - nov - nrm - nv - ny - oc - om - or - os - pa - pag - pam - pap - pdc - pi - pih - pl - pms - ps - pt - qu - quality - rm - rmy - rn - ro - roa_rup - roa_tara - ru - rw - sa - sah - sc - scn - sco - sd - se - sg - sh - si - simple - sk - sl - sm - sn - so - sr - srn - ss - st - stq - su - sv - sw - szl - ta - te - tet - tg - th - ti - tk - tl - tlh - tn - to - tpi - tr - ts - tt - tum - tw - ty - udm - ug - uk - ur - uz - ve - vec - vi - vls - vo - wa - war - wo - wuu - xal - xh - yi - yo - za - zea - zh - zh_classical - zh_min_nan - zh_yue - zu

Static Wikipedia February 2008 (no images)

aa - ab - af - ak - als - am - an - ang - ar - arc - as - ast - av - ay - az - ba - bar - bat_smg - bcl - be - be_x_old - bg - bh - bi - bm - bn - bo - bpy - br - bs - bug - bxr - ca - cbk_zam - cdo - ce - ceb - ch - cho - chr - chy - co - cr - crh - cs - csb - cu - cv - cy - da - de - diq - dsb - dv - dz - ee - el - eml - en - eo - es - et - eu - ext - fa - ff - fi - fiu_vro - fj - fo - fr - frp - fur - fy - ga - gan - gd - gl - glk - gn - got - gu - gv - ha - hak - haw - he - hi - hif - ho - hr - hsb - ht - hu - hy - hz - ia - id - ie - ig - ii - ik - ilo - io - is - it - iu - ja - jbo - jv - ka - kaa - kab - kg - ki - kj - kk - kl - km - kn - ko - kr - ks - ksh - ku - kv - kw - ky - la - lad - lb - lbe - lg - li - lij - lmo - ln - lo - lt - lv - map_bms - mdf - mg - mh - mi - mk - ml - mn - mo - mr - mt - mus - my - myv - mzn - na - nah - nap - nds - nds_nl - ne - new - ng - nl - nn - no - nov - nrm - nv - ny - oc - om - or - os - pa - pag - pam - pap - pdc - pi - pih - pl - pms - ps - pt - qu - quality - rm - rmy - rn - ro - roa_rup - roa_tara - ru - rw - sa - sah - sc - scn - sco - sd - se - sg - sh - si - simple - sk - sl - sm - sn - so - sr - srn - ss - st - stq - su - sv - sw - szl - ta - te - tet - tg - th - ti - tk - tl - tlh - tn - to - tpi - tr - ts - tt - tum - tw - ty - udm - ug - uk - ur - uz - ve - vec - vi - vls - vo - wa - war - wo - wuu - xal - xh - yi - yo - za - zea - zh - zh_classical - zh_min_nan - zh_yue - zu