Giuseppe Rensi
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Giuseppe Rensi, filosofo italiano, nato a Villafranca di Verona nel 1871 e morto a Genova (città in cui tenne la cattedra di filosofia morale) nel 1941.
Giovane avvocato socialista, fu costretto a riparare in Svizzera in seguito ai disordini del 1898. Tornato in Italia, si concentrò sugli studi filosofici, sviluppando nei volumi Il genio etico ed altri saggi e La Trascendenza un neo-idealismo trascendente, influenzato dal pensiero di Josiah Royce. L'esperienza della prima guerra mondiale mandò in crisi le sue convinzioni idealistiche, conducendolo verso lo scetticismo, la cui prima formulazione sono i Lineamenti di filosofia scettica del 1919.
In quell'opera Rensi sostiene che la guerra ha distrutto la fede ottimistica nell'universalità della ragione, sostituendola con lo spettacolo tragico della sua pluriversalità, vale a dire dell' irriducibile conflittualità dei diversi punti di vista. Espose nella Filosofia dell'autorità (1921) la traduzione politica di questa concezione: poiché tutti i punti di vista politici sono sullo stesso piano, quello che andrà al potere lo farà con un atto di forza, tacitando tutti gli altri punti di vista. In quest'opera si è scorta una prima giustificazione dell'autoritarismo fascista. Il filosofo, tuttavia, dopo una prima simpatia per il Regime divenne un oppositore, pagando questa scelta con una breve reclusione e con la perdita della cattedra di filosofia morale all'Università di Genova.
Il suo pensiero si è sviluppato, dopo la conquista dello scetticismo, in due direzioni: da una parte quella di un realismo e materialismo critico (un materialismo, cioè, derivato dallo stesso pensiero kantiano), accompagnato dalla critica della religione e dall'apologia dell'ateismo; dall'altra un forte pessimismo e l'approfondimento di tematiche spirituali, presenti nel suo pensiero fin dall'inizio, e che troveranno espressione nell'ultima fase del suo pensiero, attestata in particolare dalle Lettere spirituali (uscite postume nel 1941). In quest'opera, come anche nella Morale come pazzia (anch'essa postuma) Rensi delinea una sorta di mistica dei valori ed un'etica concepita come l'azzardo dell'uomo che scommette sul bene in un universo cieco ed indifferente.
Isolato in vita nel mondo filosofico italiano, nel quale dominava il neo-idealismo crociano-gentiliano, Rensi trovò la comprensione di pochi intellettuali a lui affini, come Adriano Tilgher ed Ernesto Buonaiuti. È stato quest'ultimo a creare per Rensi la formula dello scettico credente, che in forme diverse ha dominato i pochi studi sul suo pensiero. Solo recentemente, soprattutto grazie agli studi di Nicola Emery, il pensiero rensiano ha trovato la collocazione nell'ambito del nichilismo europeo.
Per alcuni tale collocazione resta comunque riduttiva rispetto alla vastità del pensiero di Rensi, che andrebbe ancora approfondito.
"Atomi e vuoto e il Divino in me", queste parole di Rensi hanno ispirato Michele Lobaccaro nella composizione della canzone Rosa di Turi dei Radiodervish.
[modifica] Opere
- La democrazia diretta (1902, ristampato nel 1995 da Adelphi ISBN: 8845911322)
- La trascendenza (1914)
- Lineamenti di filosofia scettica (1919)
- Filosofia dell'autorità (1921)
- Testamento filosofico (1939)
- Lettere spirituali (postumo 1941)
[modifica] Collegamenti esterni
- Rensi, il filosofo dimenticato di Giulio Argenti
- Giuseppe Rensi scomodo nichilista di Franco Volpi
- Giuseppe Rensi l'"irregolare" di Orazio Martinetti
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