Il tutore della signora ministro
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Titolo originale: | Le tuteur de Madame la Ministre |
Lingua originale: | cabilo; sottot. francese |
Paese: | Algeria-Italia |
Anno: | 2004 |
Durata: | 26' |
Colore: | colore |
Audio: | sonoro |
Genere: | drammatico |
Regia: | Djamila Amzal |
Soggetto: | Djamila Amzal |
Sceneggiatura: | Djamila Amzal |
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Fotografia: | Allal Yahiaoui |
Montaggio: | Luca Campus, Thomas Marchand |
Musiche: | Luca Penso |
Si invita a seguire lo schema del Progetto Film |
Il tutore della signora ministro è un film del 2004, diretto da Djamila Amzal. È il primo film in cui l'attrice berbera Djamila Amzal (Cabilia, Algeria), già interprete di diversi film in cabilo, si cimenta nella regia. Il film è un cortometraggio, su soggetto e sceneggiatura della stessa Djamila Amzal, che affronta uno dei temi più delicati dell'Algeria odierna: la posizione della donna.
La sua situazione è emblematica delle contraddizioni che attraversano il paese: da un lato, essa può aspirare a qualunque carica, anche ai vertici dello Stato (e di fatto, vi sono state e vi sono diverse donne-ministro); dall'altra, però, quando si tratta del suo statuto all'interno della famiglia, essa è sottoposta alla legge sciaraitica, che la vuole eterna minore, sottoposta all'autorità dei maschi della famiglia.
[modifica] Trama
La trama è relativamente semplice: Lila, una donna dinamica e moderna, sulla quarantina, è ministro del suo paese e convive con Dahmane, anch'egli membro dell'establishment. La coppia sta per avere un bambino e pensa ad un matrimonio.
Senonché, la legge prescrive che la donna, per potersi sposare, abbia con sé un "tutore" (wali), normalmente il padre, o in sua mancanza un altro membro maschio della famiglia. Lila è orfana e senza fratelli. L'unico parente maschio è Tahar, un cugino che vive da anni in Canada. Questi, raggiunto telefonicamente, rifiuta di rientrare in Algeria per avallare, con la sua presenza, un codice della famiglia che in gioventù aveva (insieme a Lila) apertamente contestato.
Non rimane che rivolgersi ad un altro cugino, Kader, che Lila non ha mai visto, e che è un poco di buono. Dopo un attimo di stupore, Kader si accorge che, essendo indispensabile alla celebrazione delle nozze, ha un potere di ricatto nientepopodimeno che su di un ministro. E non si fa pregare per esercitare questo suo potere... Il film si conclude con Lila che sogna un futuro in cui sua figlia si potrà sposare senza dover subire le sue stesse umiliazioni.
[modifica] Il film
Il film ha riscosso un grande successo (compatibilmente con i mezzi limitati con cui è stato girato e gli ostacoli ad una sua distribuzione efficace), ed è stato premiato con l'"Olivo d'oro" del Festival del cinema amazigh nel 2004, perché affronta un tema scottante, oltretutto con una trasparente allusione alla situazione reale di una donna-ministro, Khalida Toumi. Infatti, quando era lontana dalle sedi del potere, questa donna si era distinta proprio per le lotte femministe contro il codice della famiglia, imposto dagli oltranzisti islamici, e che in Algeria viene ribattezzato codice dell'infamia (in francese le due espressioni code de la famille e code de l'infamie suonano in modo quasi identico).
Il film è stato girato in Algeria, ma gran parte della post-produzione è stata effettuata in Italia, paese in cui la regista vive da alcuni anni. Contemporaneamente alla versione con i sottotitoli in francese ne è stata realizzata anche una con i sottotitoli italiani.