Impiccagione
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L'impiccagione è un metodo di esecuzione capitale.
La stessa era chiamata popolarmente anche forca in quanto i due pali verticali che sostenevano la traversa, dove veniva appeso il condannato, ricordava i denti (detti rebbi) dell'attrezzo agricolo. Questa era solo la parte superiore della struttura che era detta patibolo. In un primo tempo al colpevole era posta una robusta corda al collo detta cappio, l'apertura di una botola sotto i piedi, provocava la sospensione della vittima, che a sua volta gli causava la rottura dell'osso del collo e l'asfissia e di conseguenza in breve la morte, oltre all'estroflessione dei bulbi oculari e della lingua.
L'origine dell'impiccagione sembra venire dall'Inghilterra del periodo attorno al 1400.
Si conoscono metodi più sommari per questo tipo di condanna a morte: a volte bastava un grosso ramo di un albero, questa pratica era diffusa, ricordiamo in particolare l'epopea del far west americano.
Nel Medioevo un'altra forma di impiccagione era legare un cappio al collo del condannato e gettarlo giù da una grande altezza (le mura di un castello, un dirupo,...). A volte, quando il condannato era troppo pesante, non veniva impiccato a causa del fatto che la testa poteva letteralmente staccarsi.
L'impiccagione oggi in buona parte in disuso come metodo di esecuzione capitale, è purtroppo largamente utilizzata nelle pratiche suicide, dove esiste una variante detta alla Condè, nella quale una posizione delle gambe distese in avanti, permette il raggiungimento del risultato da una posizione facile come la maniglia di una porta.