Kolchoz
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Kolchoz (in russo Колхоз, ) è l'abbreviazione di коллективное хозяйство (kollektivnoe chozjajstvo) che in russo significa "azienda collettiva". Erano cooperative agricole nelle quali i contadini lavoravano collettivamente la terra condividendo anche strumenti e macchinari agricoli. Furono costituite inizialmente già dal 1918 sostituendo gli artel ma fu in seguito alla collettivizzazione avvenuta nel 1927 che vennero ufficialmente istituite. A partire dal 1929 la participazione ad un kolchoz o ad un sovchoz fu reso obbligatorio da parte delle autorità sovietiche. In quell'anno si verificò l'ingresso nei kolchoz non più di singoli contadini, ma di villaggi e, a volte, di interi circondari. Questo significava l'adesione dei contadini medi alle cooperative agricole di produzione.
I contadini del kolchoz erano chiamati kolkhoznik (колхозник) o kolkhznitsa (колхозница) al femminile. I kolkhoznik erano pagati in parte della produzione del kolchoz e dei profitti fatti dal kolchoz proporzionalmente al numero di ore di lavoro; essi avevano inoltre a disposizione un appezzamento di terra ad uso privato (nell'ordine dei 4 000 m2) ed un po' di bestiame. Questi vantaggi in natura rendevano il kolchoz molto più attraente ai sovietici rispetto ai sovchoz nei quali i sovkhoznik erano salariati. Non tutti però furono entusiasti della collettivizzazione: i kulaki, che avevano contrastato in ogni modo il crescente movimento contadino il quale si volgeva in favore della collettivizzazione, si rifiutarono di entrare nei kolchoz e ne ostacolarono la formazione mediante sabotaggi, incendi ed assassinii, arrivando addirittura a macellare parte dei loro animali piuttosto che metterli in comune. Questo provocherà un calo della produzione bovina attorno al 1930.
Il kolchoz divenne il perno della collettivizzazione agricola nell'URSS e grazie ad essi l'URSS fu perfino in grado di resistere all'invasione nazista. Lo Stato acquistava i prodotti a prezzi inferiori a quelli di mercato per poi redistribuirli in maniera egualitaria. In seguito alla destalinizzazione, molti kolchoz si trasformarono in sovchoz al fine di migliorare la pianificazione agricola, cosicché dall'84% dell'area seminativa che occupavano nel 1950, nel 1970 essi non raggiungevano nemmeno la metà della superficie coltivata (48%). A partire dal 1992 in seguito alla caduta dell'Unione Sovietica, i kolchoz sono stati privatizzati.