La febbre
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Titolo originale: | La febbre |
Paese: | Italia |
Anno: | 2005 |
Durata: | 108' |
Colore: | colore |
Audio: | sonoro |
Genere: | commedia |
Regia: | Alessandro D'Alatri |
Soggetto: | Alessandro D'Alatri |
Sceneggiatura: | Gennaro Nunziante, Domenico Starnone |
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Fotografia: | Italo Petriccione |
Montaggio: | Osvaldo Bargero |
Musiche: | Louis Siciliano, Negramaro, Fabio Barovero, Banda Ionica, Simone Fabroni. |
Si invita a seguire lo schema del Progetto Film |
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«Se l'invidia fosse febbre tutto il mondo ce l'avrebbe»
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(Cochi Ponzoni)
La febbre è un film del 2005, diretto dal regista Alessandro D'Alatri basato sulle critiche alla burocrazia italiana e sulla difficoltà di realizzazione dei giovani.
[modifica] Trama
Mario Bettini è un trentenne di provincia (Cremona) pieno di idee e di entusiasmo e progetta, con i propri amici, di aprire una discoteca nuova e moderna. Qualche giorno e giunge la lettera di assunzione al comune, come geometra, che il padre, ormai morto, e la madre, Maddalena, con cui vive ancora, avevano fortemente sognato.
Al comune Mario sperimenta i primi giorni di lavoro con entusiasmo, con desiderio di fare e con le speranze di riuscire bene, mentre non abbandona il progetto con i propri amici, anzi, si dà da fare per ottenere velocemente tutte le licenze, grazie alla sua presenza proprio negli uffici tecnici.
Tuttavia Mario impara anche a scontrarsi con le antipatie e tra queste quella fortissima di un dirigente del comune, suo superiore, che, piuttosto che elogiare la sua capacità, cerca di mortificarlo.
In questo periodo, però, Mario incontra anche la donna che amerà, Linda, una bellissima ragazza studentessa universitaria che lo trascinerà fuori da una vita monotona e ripetitiva. Tuttavia le cose peggiorano anche a casa con la madre, non d'accordo con il rapporto. Le cose non vanno meglio con il locale, che non può essere aperto a causa degli impedimenti del proprio superiore, motivo per cui egli litiga anche con i propri amici. Il colpo di grazia arriva con il trasferimento a dirigere i lavoro al cimitero.
Niente, di peggio. Alla fine anche Linda deve allontanarsi per una borsa di studio vinta negli USA.
Mario, quindi, in rotta con tutto il mondo, sceglie di vivere con un suo amico e porta avanti il suo progetto di apertura del locale e, a risolvere il problema, interviene una visita del presidente della repubblica che vuole visitare proprio il cimitero. Mario, quindi, diventa fondamentale per la buona riuscita della visita presidenziale e, in un gioco di "do ut des", ottiene allora le licenze sperate e fa un sogno molto particolare, il sogno che svela tutta la trama del film.
Mario sogna di ricevere il presidente della repubblica nel suo locale e gli restituisce la carta d'identità in quanto non vuole essere cittadino, non vuole essere italiano, non vuole essere nessuno se non Mario in quanto ha sempre sognato di fare qualcosa per la società e per gli altri ma ciò gli è sempre stato impedito dalla burocrazia e dai "potenti".
Alla fine Mario si licenzia e sceglie una nuova vita, ritrovando l'amore. Molto particolare il discorso finale con il dirigente suo superiore.
[modifica] Recensione
Il film cerca di ripetere il successo di Casomai interpretato sempre da Volo e diretto da D'Alatri.
Il regista in una conferenza stampa aveva detto:
quindi il film, tra la storia romantica e quella personale del personaggio, è un film di denuncia della burocrazia, di un'amministrazione "nemica" dei buoni intenti e della capacità ed entusiasmo dei giovani. Un film che mostra come solo un episodio fortuito (la visita presidenziale) possa sbloccare qualcosa che spetta di diritto in un qualsiasi stato democratico: l'opportunità di realizzare i propri sogni, e si potrebbe aggiungere, con le proprie forze.
Il film tende a fare in modo che chiunque possa riconoscersi in Mario, chiunque viva in un paese di provincia, chiunque sia all'università sperando di completare gli studi, chiunque viva con i genitori ma sogni di realizzare una propria vita affettiva, ma soprattutto chiunque abbia sogni di giustizia e creda che tutto il mondo sia corretto. Mario, infatti, è spesso costretto a fare quello che non condivide, deve "eseguire gli ordini" come un qualsiasi impiegato di un'amministrazione grigia e burocratica, ma nel suo cuore vorrebbe opporsi a tutto ciò e cerca la forza per farlo...