Le Stelle di Mario Schifano
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| Le Stelle di Mario Schifano | ||
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| Nazionalità | Italia | |
| Genere | Beat | |
| Periodo attività | 1967 - 1968 | |
| Album pubblicati | 1 | |
| Studio | 1 | |
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Le Stelle di Mario Schifano sono stati un gruppo musicale beat attivo a Roma negli anni sessanta e tra i primi in Italia a dedicarsi alla psichedelia insieme ai Chetro & Co. Hanno collaborato l'artista Mario Schifano, in modo analogo a quanto fece Andy Warhol con i Velvet Underground.
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[modifica] Formazione
- Nello Marini - voce, tastiere
- Urbano Orlandi - voce, chitarra
- Giandomenico Crescentini - voce, basso
- Sergio Cerra - batteria
[modifica] Biografia
Il gruppo nasce dall'incontro del veneto Giandomenico Crescentini, ex bassista dei New Dada, con il chitarrista romano Urbano Orlandi.
I due coinvolgono nel progetto l'ex tastierista dei Wretched, il veneto Nello Marini, e il batterista alessandrino Sergio Cerra.
Stabilitisi a Roma, dove iniziano a provare e a suonare le loro canzoni, conoscono tramite Ettore Rosboch, amico d'infanzia di Orlandi, Mario Schifano, interessato in quel periodo alla multimedialità e quindi alla collaborazione con un gruppo beat, sulla falsariga di Andy Warhol.
Decidono quindi di darsi come nome "Le Stelle di Mario Schifano", in riferimento alle figure astrali che il pittore ritraeva nei modi più strani, soprattutto su lastre di vetro e metallo (e di cui una copia si può vedere sulla copertina dell'album del gruppo), e con questo nome tengono un concerto a settembre del 1967 al Teatro di via Belsiana a Roma: è un vero e proprio evento per l'avanguardia artistica italiana, e lo spettacolo è completato dalla proiezione del film "Anna Carini in agosto vista dalle farfalle", realizzato da Schifano, e che è proiettato sui musicisti mentre suonano (all'interno dell'LP vi è una foto scattata dal fotografo Manfredi Bellati in tale occasione).
Mentre Schifano organizza la rappresentazione successiva (programmata per dicembre al Piper Club), i musicisti si recano a suonare a Torino, al "Piper la" (locale torinese che era per la città subalpina quello che il Piper era per Roma), dove riscuotono molto successo: alcune esibizioni vengono registrate, ma non vengono pubblicate ed oggi sono in possesso di un noto collezionista torinese.
In quei giorni della tappa sotto la Mole il gruppo entra in sala d'incisione, agli studi "Fono Folk Stereostudio", dove per la BDS (casa discografica milanese distribuita dalla Ariston) incidono il loro unico album, intitolato Dedicato a), che costituisce l'esempio più grande di musica psichedelica italiana; al disco collaborano anche altri musicisti, come il pittore Peter Hartman al pianoforte, Ettore Robosch anche lui al piano, Antonmario Semolini (oggi affermato orchestrale Rai, nonché celebre flautista e docente al Conservatorio di Torino) al flauto, Paul Thek al tamburello e la nobildonna Francesca Camerana (una delle prime freak torinesi, per anni commessa in un noto negozio di dischi della città ) alle voci femminili.
L'album, pubblicato ai primi di novembre, rimane una pietra miliare nella storia della musica italiana, per la sua unicità , il suo coraggio e per le influenze acide e psichedeliche ancora oggi all'avanguardia; inoltre Schifano curò completamente la veste grafica del disco, con copertina argentata e interno sfogliabile con foto del gruppo ritoccate dall'artista.
Notevole il primo brano dell'album, tra i più sperimentali della musica italiana, la suite da 17 minuti "Le ultime parole di Brandimante, dall'Orlando Furioso, ospite Peter Hartman e fine (da ascoltarsi con tv accesa, senza volume)" che occupa tutto il lato A; sul retro invece vi sono 4 canzoni più brevi ma per nulla meno interessanti; le scarse vendite di questo disco, che nulla concede al commerciale, lo hanno reso nel tempo uno dei più ricercati dai collezionisti, nonostante sia stato ristampato più volte in CD.
Tornati a Roma, la sera del 28 dicembre si esibiscono finalmente al Piper, nello spettacolo organizzato da Schifano, che si intitola "Grande angolo, sogni e stelle" e che vede, oltre alla loro, l'esibizione di Shawn Philips e, direttamente dalla Factory di Andy Warhol, di Gerard Malanga; in contemporanea alla musica vennero proiettati, su quattro grandi schermi panoramici, alcuni filmati girati fra i guerriglieri vietnamiti, spezzoni di western con Tom Mix e di films girati personalmente da Schifano.
Pochi mesi prima al Piper si erano esibiti i Pink Floyd di Sid Barrett, ma Le Stelle di Mario Schifano furono il primo gruppo italiano a sperimentare queste nuove strade artistiche.
Nel 1968 il gruppo incide ancora un 45 giri pubblicato dalla CBS poi, un po' per lo scemato interesse di Schifano verso la collaborazione con il gruppo, un po' per via delle aspirazioni da solista di Nello Marini (che infatti alla fine dell'anno inciderà da solista un 45 giri), si sciolgono.
Marini entrerà poi nei Venetian Power, con i quali inciderà nel 1971 l'album "The arid land" per la CBS, e continuerà a suonare in veneto, pubblicando nel 1993 un disco autoprodotto, "Artista", insieme al sassofonista Carlo Ponara.
Nel 1988 la Toast Records di Giulio Tedeschi inserirà una canzone delle Stelle di Mario Schifano, "Molto lontano (a colori)", nella compilation "Oracolo".
[modifica] Discografia
[modifica] 33 giri
[modifica] 45 giri
- E il mondo va/Su una strada (1968)
[modifica] Bibliografia
- Claudio Pescetelli - Una generazione piena di complessi - Editrice Zona, Arezzo, 2006
- Ursus (Salvo D'Urso) - Manifesto beat - Juke Box all'Idrogeno, Torino, 1990
