Litisconsorzio

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Vi è litisconsorzio quando in un processo vi sono più attori (attivo) o più convenuti (passivo) o più attori e più convenuti (misto).

Può essere inoltre originario se il processo inizia già con una pluralità di parti o successivo quando in pendenza del processo si verifica l'intervento di più soggetti per intervento o per unione di cause. Può essere inoltre facoltativo o necessario.

[modifica] Il litisconsorzio necessario

Il litisconsorzio necessario costituisce la partecipazione necessaria nel processo civile di una pluralità di soggetti; esso è disciplinato dell'art.102 del codice di procedura civile. L'art.102 dà tuttavia la descrizione del fenomeno, ma non indica le ipotesi in cui esso si verifica. La norma si riferisce alla necessità di un processo unitario, a cui una pluralità di soggetti debbono essere chiamati a partecipare. La conseguenza è dunque un processo ed una sentenza unica nei confronti di una pluralità di soggetti. Il termine assegnato dal giudice per citare in giudizio le parti mancanti è perentorio, pena l'estinzione.

Si deve tuttavia riflettere su alcune ipotesi tipiche di litisconsorzio necessario ex lege.

• La prima ipotesi è data dall'art.784 codice procedura civile,che riguarda lo scioglimento delle comunioni. La rubrica stessa della norma parla di litisconsorzio necessario. Sul piano sostanziale la comunione è costituita dalla pienezza del diritto di ciascun contitolare su tutto il bene. Tale diritto viene tuttavia limitato dal diritto di altri:tutti i diritti dei contitolari sono quindi in equilibrio. Perché un soggetto possa avere una parte del bene tutta per sé, è necessario che gli altri ritirino il proprio diritto dalla parte di bene assegnata al soggetto in questione. Come dal punto di vista sostanziale il contratto di divisione incide su tutti i contitolari del rapporto di comunione, così la sentenza, sotto il profilo processuale, riguarderà tutte le parti del rapporto.Oltre all'unitarietà della situazione sostanziale sarà necessario fare inoltre riferimento alla tutela richiesta.

• L'altra ipotesi di litisconsorzio ex lege è data dall'art. 247 cod.civ, che riguarda il disconoscimento di paternità . Seppure sia il padre a domandarlo,la sentenza di accoglimento trasformerà il rapporto di filiazione con la madre da legittimo a naturale. Questa dovrà quindi partecipare al giudizio in qualità di litisconsorte necessario.

Vi è poi una serie di casi di litisconsorzio necessario sul piano processuale nell'ipotesi di legittimazione straordinaria ad agire. In questo caso un soggetto agisce pur non essendo il titolare del diritto dedotto in giudizio; il legittimato ordinario dovrà venire citato in qualità di litisconsorte necessario. L'ipotesi più importante è contemplata dall'azione surrogatoria prevista dall'art. 2900 del codice civile,per cui un creditore si sostituisce al debitore inerte al fine di far valere una pretesa che quest'ultimo avrebbe dovuto esercitare contro i terzi. Per questo tipo di azione sono necessari tre elementi:

1. L'esistenza del credito
2. L'inerzia del debitore
3. L'eventus damni ovvero la concreta situazione di pericolo.

[modifica] Litisconsorzio nella fase di gravame

La proposizione di un mezzo di gravame determina un problema delicato quando le parti nel primo giudizio sono state più delle due necessarie (attore e convenuto). Questo può avvenire nei due casi di litisconsorzio necessario (cioè quando la sentenza non possa essere pronunciata se non in confronto di più parti) e litisconsorzio facoltativo (quando la legge ammette che con una sola sentenza il giudice decida più controversie, per ragione di connessione formale o di mera opportunità). Nel primo caso si ha una sola sentenza per forma e contenuto; nel secondo caso si hanno più sentenze cumulate in un unico atto. Sorge il problema di capire se nel giudizio di impugnazione debbano essere presenti tutte le parti del precedente giudizio, o se l'impugnazione possa essere proposta solo nei confronti di alcune di esse. A rigor di logica , la soluzione non può che essere nel senso della necessità di partecipazione di tutte le parti del precedente giudizio nell'ipotesi di litisconsorzio necessario; e in ogni altra ipotesi la determinazione delle parti debba essere fatta sulla base dell'interesse. Il problema del litisconsorzio nell'ambito delle impugnazioni, comportando la necessaria partecipazione di una pluralità di soggetti al giudizio, è determinato da ragioni sostanziali e da esigenze più direttamente processuali. Secondo il principio romano della realità o della comunione dell'appello, rimasto in vigore nel diritto comune, l'impugnazione, anche se proposta da uno solo di più soccombenti o contro uno solo di più vincitori, riproduceva la lite nel grado superiore in tutta la sua ampiezza, portava cioè ad una nuova decisione che valeva per tutti e nei confronti di tutti i precedenti litisconsorti. Nella Francia dell'epoca rivoluzionaria e della codificazione si affermò l'opposto principio della personalità dell'appello, in armonia con la concezione individualistica del diritto: il giudizio di impugnazione e la sentenza pronunciata rimangono limitati a coloro che furono i proponenti e i destinatari dell'impugnazione. Questo principio fu accolto anche in Italia.Esso comportava la possibilità che venissero proposte più impugnazioni contro la stessa sentenza, potendo dare luogo ad una pluralità di procedimenti separati con il pericolo di giudicati contraddittori. Perciò, partendo dal presupposto che, in caso di litisconsorzio necessario, non è ammissibile, nel sistema accolto dal nostro ordinamento, un nuovo giudizio che non comprenda tutte le parti del primo giudizio, il legislatore del 1940 ha istituito la distinzione fondamentale tra cause scindibili e inscindibili. Per le cause inscindibili ha imposto la chiamata in causa a integrazione del contraddittorio se la sentenza non è stata impugnata "in confronto di tutte le parti"(art. 331 c. p. c.); per le cause scindibili ha imposto la notifica dell'impugnazione a tutte le parti non decadute dal diritto di impugnare la sentenza, se l'impugnazione medesima è stata proposta "soltanto da alcune delle parti o nei confronti di alcuna di esse"(art. 332 c. p. c.). Nel caso di mancata osservanza dell'ordine del giudice, nel caso di cause inscindibili, si verifica la declaratoria di inammissibilità dell'impugnazione (art. 332 c. p. c.), nel caso di cause scindibili si ha la sospensione del processo fino a che non siano scaduti i termini di impugnazione per le parti non notificate. Così si evitano pronunce contraddittorie del giudice.