Ovunque sei
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Paese: | Italia |
Anno: | 2004 |
Durata: | 1h. 25' |
Colore: | colore |
Audio: | sonoro |
Genere: | drammatico |
Regia: | Michele Placido |
Sceneggiatura: | Umberto Contarello, Francesco Piccolo, Michele Placido, Domenico Starnone |
Produzione: | Riccardo Tozzi, Giovanni Stabilini, Marco Chimenz |
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Fotografia: | Luca Bigazzi |
Montaggio: | Esmeralda Calabria |
Scenografia: | Cosimo Gomez |
Costumi: | Nicoletta Taranta |
Si invita a seguire lo schema del Progetto Film |
Ovunque sei è un film italiano del 2004. Diretto dall'attore e regista Michele Placido, ha partecipato alla 61a Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
Fra gli interpreti, Stefano Accorsi, Violante Placido, Barbora Bobulova e Stefano Dionisi.
[modifica] Trama
Una giovane coppia sta consumando le ultime energie di un amore che dura da anni. Hanno una bambina, una bella casa. Matteo lavora sulle ambulanze, Emma è un chirurgo. Entrambi esercitano nello stesso ospedale...
Una notte, Matteo è di turno in ambulanza. Il servizio è duro, appena alleviato dalla forte attrazione che prova per Elena, una giovane volontaria che fa esperienza di pronto soccorso. Nella stessa notte Emma opera un malato grave insieme al primario, Leonardo, uomo cinico ma affascinante, che la corteggia da tempo.
La tensione per Matteo è alta, ed Elena sembra una promessa di tregua. Emma, dal canto suo, dopo un’operazione drammatica cede malvolentieri, tra disgusto e piacere, a Leonardo.
Quando la notte sta per finire, Leonardo lascia l’ospedale in auto per tornare a casa, Matteo attraversa Roma in ambulanza per raggiungere l’ospedale. Il primo è turbato dall’amore con Emma, gli pare di aver fatto qualcosa di offensivo, di sbagliato. Il secondo si sente come rinnovato dalla vicinanza di Elena. I due veicoli all’improvviso si scontrano, l’ambulanza vola nel Tevere...
Matteo ed Elena riemergono lontano dal luogo dell’incidente, disorientati. La violenza dell’esperienza li ha ulteriormente legati. Il giovane medico naturalmente sa di dover tornare a casa, dalla moglie e dalla figlia, ma non sa lasciare Elena nemmeno per un minuto. Tuttavia Matteo dovrà andare fino in fondo alla sua passione per Elena, se vorrà capire quanto ha amato ed ama sua moglie e portare finalmente a compimento il suo destino.
[modifica] Note di regia
La prima idea del film risale ai tempi di Del perduto amore. Volevo raccontare una storia che avesse al centro il sentimento della morte o, meglio, il sentirsi morire. In mente avevo solo questo passaggio di un racconto di Pirandello, La carriola: "Chi vive, quando vive, non si vede: vive... Se uno può vedere la propria vita, è segno che non la vive più: la subisce, la trascina. Come una cosa morta, la trascina". Mi piaceva quest’immagine: uno che si ritrova all’improvviso a trascinare per la città la propria vita come una cosa morta.
Con gli anni l’idea ha preso piede e si è precisata, ma senza mai allontanarsi troppo dalla suggestione di Pirandello. Avevo in mente bei film su quel tema, vecchi e recenti. Ma di Pirandello mi piaceva soprattutto come lui non racconta la morte, ma la vita che si attarda, che non se ne vuole andare, che diventa nostalgia. Con gli sceneggiatori Umberto Contarello, Francesco Piccolo e Domenico Starnone siamo partiti di lì e abbiamo deciso di rendere esplicito ciò che ci piaceva, i film che ci avevano interessato, Pirandello, il Caproni bellissimo di Congedo del viaggiatore cerimonioso.
Ma soprattutto abbiamo lavorato a costruire la storia di un grande amore. Mi pareva che non si potesse raccontare il sentimento della morte se non raccontando un amore vero, assoluto e bruscamente interrotto innanzitutto dai movimenti misteriosi della vita. Nel film il sentimento della morte, per me, è tutto nell’amore che si dissolve, che diventa prima ricordo nitidissimo, poi nostalgia, infine dimenticanza. Escluso il ricorso al macabro, al paranormale, alla ricerca di contatto tra vivi e morti, ai toni allucinati o sconvolti, ho puntato sulla normale, naturale dissoluzione di un legame d’amore. Nell’andamento dei personaggi, attraverso i corpi degli attori, attraverso i paesaggi, ho cercato di rappresentare l’accettazione serena dell’uscita dal mondo e, insieme, con un legame molto stretto, l’acquietarsi del dolore dei vivi
(Dichiarazione di Michele Placido contenuta nella cartella stampa del film).
~ Filmografia di Michele Placido come regista (1946-) ~ |
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Pummarò (1990) · Le amiche del cuore (1992) · Un eroe borghese (1995) · Del perduto amore (1998) · Un altro mondo è possibile (2001) · Un viaggio chiamato amore (2002) · Ovunque sei (2004) · Romanzo criminale (2005) |