Primo amore (film 2004)
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Titolo originale: | Primo amore |
Paese: | Italia |
Anno: | 2004 |
Durata: | 100' |
Colore: | colore |
Audio: | sonoro |
Genere: | drammatico |
Regia: | Matteo Garrone |
Soggetto: | Carlo Mariolini |
Sceneggiatura: | Matteo Garrone, Massimo Gaudioso, Vitaliano Trevisan |
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Montaggio: | Marco Spoletini |
Musiche: | Banda Osiris |
Scenografia: | Paolo Bonfini |
Orso d'argento al Festival di Berlino 2004 per la colonna sonora
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Si invita a seguire lo schema del Progetto Film |
Primo amore è un film del 2004, diretto dal regista Matteo Garrone.
[modifica] Trama
Vittorio, piccolo imprenditore del vicentino nell'ambito della produzione orafa, incontra Sonia attraverso un annuncio per cuori solitari. I due incominciano a conoscersi e a frequentarsi con alcuni dubbi sulla possibilità di riuscita del loro rapporto.
Vittorio in realtà è in analisi perché è ossessionato da giovani magre, anzi magrissime, fino all'eccesso. La storia continua anche perché Sonia accetta di diminuire il suo peso ma lo fa come un atto di amore, ignorando la psicopatia di Vittorio.
All'inizio quella di Sonia sembra una sua scelta arbitraria, ma a lungo andare la sua scelta si trasforma in un incubo anche perché i due scelgono di vivere insieme. Vittorio cade spesso negli eccessi, diventa sospettoso verso Sonia immaginando che lei mangi di nascosto, evita che possa nutrirsi di carboidrati e di grassi e le consente solo verdure e insalate.
Sonia comincia a non piacersi più. Diventa magrissima, ma soprattutto la sua prigionia diventa sempre più dura e incomincia ad essere letale per la sua salute. L'attività di Vittorio, per contro, va malissimo, una pessima scelta lo porta prima a perdere i suoi maggiori collaboratori, poi a chiudere il suo laboratorio.
Alla fine Sonia ha una crisi in un ristorante e incomincia a mangiare di tutto. Al ritorno a casa Vittorio esplode in una scenata preso dalla sua ossessione per Sonia ma anche dalla delusione.
Sonia alla fine commette l'atto estremo.
[modifica] Commenti
Il film è crudo. I dialogi semplici, essenziali, gli stessi attori si riducono ad un paio, gli altri sono solo elementi di poca importanza, forse emerge solo il fratello di Sonia.
È lo stile di Trevisan, lo stile fatto di pochi tratti ma forti e decisi. Vittorio è un personaggio che all'inizio appare poco delineato, parla un accento veneto molto pronunciato, ma i suoi ragionamenti sono coerenti, seguono uno schema essenziale ma robusto. Lo stesso analista sembra fare fatica ma proprio per questo impone le sue scelte, spesso errate fino alla catastrofe.
Lo stile di Trevisan si concilia bene con quello di Garrone il cui obiettivo è proprio quello di analizzare le psicopatie moderne, i desideri, spesso sessuali, irrealizzabili e ossessivi. I personaggi di Garrone sono spesso anonimi se visti tra la gente, ma acquistano una profondità se letti alla luce delle loro psicopatie. Quello di Vittorio alla fine è amore, un amore distruttivo, ma amore.