Salvatore Giuliano
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Salvatore Giuliano (Montelepre, 1922 - Castelvetrano, 1950) fu il capo di un gruppo di banditi le cui gesta ebbero luogo a partire dalla fine della seconda guerra mondiale.
Fu una figura molto controversa: di umili origini, la leggenda vuole che si fosse dato al banditismo in seguito ad uno scontro a fuoco con i carabinieri legato a due sacchi di farina destinati al mercato nero.
Diede alle proprie imprese una copertura politica di ispirazione separatistica grazie ai contatti con il Movimento per l'Indipendenza della Sicilia (MIS), ed operò anche contro le forze regolari nel biennio 1945 - 1946.
Successivamente, con il raggiungimento della legalità da parte del MIS, le imprese di Giuliano furono trasmesse all'opinione pubblica come veri e propri atti di criminalità comune, sembra a causa dell'influenza di importanti uomini di potere italiani che si opponevano alla perdita della Sicilia in quanto regione potenzialmente ricca e strategica sia per l'Italia che per gli Stati Uniti.
Fu accusato della strage di Portella della Ginestra (1947), presso Piana degli Albanesi, contro una folla riunita per i festeggiamenti in occasione del 1° Maggio anche se secondo alcuni storici questa non fu realizzata da Giuliano in quanto contraria ai suoi interessi.
Dopo tali imprese, Giuliano divenne personaggio scomodo, probabilmente anche per coloro che lo avevano utilizzato e protetto; operò ancora per alcuni anni in contesti sempre più ristretti, prima di essere trovato ucciso in un cortile di via Mannone a Castelvetrano (TP) il 5 luglio 1950. Dell'omicidio venne accusato uno dei suoi luogotenenti, Gaspare Pisciotta, poi avvelenato in carcere.
[modifica] Filmografia
- Salvatore Giuliano di Francesco Rosi, 1962.
- Segreti di Stato di Paolo Benvenuti, 2003.
- Il Siciliano di Michael Cimino, 1986.