San Giovanni della Croce
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![San Giovanni della Croce in un dipinto anonimo del XVII secolo](../../../upload/shared/thumb/e/e3/JohnCross.jpg/300px-JohnCross.jpg)
San Giovanni della Croce, al secolo Giovanni (Juan) de Yepes Álvarez (Fontiveros, 24 giugno 1542 - Úbeda, 14 dicembre 1591) fu un sacerdote carmelitano e fondatore dell'Ordine dei carmelitani scalzi.
I suoi scritti vennero pubblicati per la prima volta nel 1618, fu beatificato nel 1675, canonizzato da papa Benedetto XIII nel 1726 e dichiarato dottore della Chiesa da papa Pio XI nel 1926. La sua festa è il 14 dicembre.
La Chiesa cattolica lo ha soprannominato Doctor Mysticus, mentre la Chiesa anglicana lo ricorda come un "Maestro della fede".
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[modifica] Biografia
Nacque a Fontiveros, un borgo della Vecchia Castiglia, in Spagna, il padre è nobile toledano, Gonzalo de Yepes, cacciato di casa e diseredato per aver sposato una povera tessitrice di seta, Catalina Álvarez.
Egli manifesta fin da piccolo inclinazione alla carità verso i poveri e ancora di più verso la preghiera contemplativa.
Nel periodo tra il 1551 e il 1559 ha una formazione culturale ed artigiana nel "Colegio de los doctrinos" di Medina del Campo (Valladolid), dove si è trasferita la famiglia. Successivamente fa il falegname, il sarto, il pittore e l'intagliatore, l'accolito della Chiesa della Maddalena, il commesso e l'aiutante infermiere nell'Ospedale della Concezione.
Nel 1563 entra nell'Ordine Carmelitano e tra il 1564 e il 1568 compie gli studi all'Università di Salamanca.
Nel 1567 è ordinato sacerdote e tra settembre e ottobre dello stesso anno incontra Teresa d'Avila, da cui è conquistato in vista dell'inizio della riforma dell'ordine dei Carmelitani.
Il 9 agosto 1568, dopo numerosi colloqui con Teresa, va a Valladolid per la fondazione del primo convento di Carmelitane Scalze e vi rimane fino a ottobre, informandosi dettagliatamente sulla nuova vita riformata; all'inizio di ottobre va a Duruelo (Segovia), adattandovi un cascinale a primo convento dei Carmelitani Scalzi; il 28 novembre, prima domenica d'Avvento, vi inaugura la vita riformata.
Tra le varie sofferenze, fisiche e spirituali, che deve sperimentare a seguito della sua adesione alla riforma, spicca in particolare l'imprigionamento, il 2 dicembre 1577, nel carcere del convento dei Carmelitani Calzati, dove resta rinchiuso per più di otto mesi, sottoposto a maltrattamenti e torture fisiche, psicologiche e spirituali, trovando peraltro l'ispirazione per comporre alcuni dei suoi poemi mistici più noti e riuscendo alla fine a fuggire, tra le 2 e le 3 del mattino del 17 agosto 1578, in modo assai avventuroso.
Nel 1584 termina a Granada la prima redazione del Cantico Spirituale, mentre in questi anni redige e perfeziona i suoi principali trattati spirituali.
Nell'ultimo periodo della sua vita viene abbandonato dalla maggior parte dei suoi seguaci.
Il 28 settembre 1591 parte ammalato per Úbeda (Jaén), dove trascorre gli ultimi mesi di vita.
Alle ore 12 della notte tra il venerdì 13 e il sabato 14 dicembre 1591 muore a Úbeda, in Spagna, a 49 anni di età.
[modifica] Pensiero
Fu poeta e teologo, autore di svariati trattati teologici riguardanti soprattutto la preghiera e il «cammino spirituale dell'anima verso Dio e in Dio».
La sua opera sintetizza la tradizione spirituale cristiana precedente. La sua dottrina vuole che l'uomo, attraverso il passaggio nelle tre «fasi purgativa, illuminativa e unitiva» si liberi progressivamente da ogni attaccamento e da ogni senso del possesso per essere del tutto puro e libero di unirsi alla divinità, di «luce tenebrosa e tenebra luminosa» e porta il paragone per cui, se si fissa di fronte e senza schermo il sole, per la troppa luminosità l'occhio avrà l'impressione di vedere una macchia nera.
Un suo detto era: «Dio umilia grandemente l'anima per innalzarla poi molto».
[modifica] Poesie
Giovanni della Croce è considerato uno dei maggiori poeti in lingua spagnola. Ciò che meglio definisce la sua poesia è l'intensità espressiva, grazie all'adattamento e all'equilibrio di ognuna delle immagini da lui adoperate. A ciò contribuisce anche la sua tendenza ad abbandonare il registro discorsivo, eliminando espressioni "neutre" per cercare costantemente una giustapposizione tra elementi poetici di grande plasticità.
Sebbene l'intero corpus delle sue poesie ammonti a non più di 2500 versi, due di esse - il Cantico spirituale e la Notte oscura dell'anima - sono considerate tra le migliori poesie in lingua spagnola, sia dal punto di vista formale e stilistico, che per l'immaginazione ed il simbolismo.
Il Cantico spirituale è un'egloga in cui la "sposa" (che rappresenta l'anima) ricerca lo "sposo" (che rappresenta Gesù Cristo), ed è angosciata per averlo perso; entrambi sono pieni di gioia una volta che si sono ritrovati e riuniti. Il componimento potrebbe essere visto come una libera versione in lingua spagnola del Cantico dei cantici in un'epoca in cui era proibito tradurre il testo della Bibbia in lingua volgare.
La Notte oscura dell'anima (da cui l'omonimo concetto spirituale prende il nome) narra il viaggio dell'anima dalla propria sede corporea verso l'unione con Dio. Esso avviene durante la "notte", che rappresenta le "avversità" e gli "ostacoli" che ella incontra nello staccarsi dal "mondo sensibile" per raggiungere la "luce" dell'unione con il Creatore. Vi sono diversi gradi in questa notte, che sono raccontati e descritti in strofe successive.
[modifica] Trattati
Giovanni scrisse anche tre trattati di teologia mistica, due dei quali relativi alle due poesie sopra citate, (il Cantico spirituale e la Notte oscura dell'anima) commentando e spiegando il significato del testo poetico verso per verso, perfino parola per parola. Effettivamente egli non segue lo schema delle composizioni alla lettera, ma scrive liberamente sul soggetto di cui sta parlando.
Il terzo trattato, l'Ascesa al Monte Carmelo, è uno studio più sistematico dello sforzo ascetico dell'anima in ricerca dell'unione perfetta con Dio e degli eventi "mistici" che accadono durante le varie fasi del cammino.
Queste tre opere, insieme ai suoi Pensieri sull'amore e sulla pace e agli scritti di Santa Teresa d'Avila, sono considerate tra le più importanti opere mistiche in lingua spagnola, ed hanno influenzato molti scrittori spirituali successivi, tra cui T. S. Eliot, Teresa di Lisieux, Edith Stein (per i cattolici "santa Teresa Benedetta della Croce"), e Thomas Merton. Giovanni della Croce ha anche influenzato dei filosofi come Jacques Maritain, teologi come Hans Urs von Balthasar, pacifisti come Dorothy Day, Daniel Berrigan e Philip Berrigan.
[modifica] Curiosità
Il pensiero di Giovanni della Croce, in particolare il concetto di «Notte Oscura» dell'anima e la dottrina del Nada y Todo ("Nulla e Tutto"), da lui esposta nello schizzo eseguito per illustrare l'ascesa al Monte della Perfezione, oltre che nella Salita al Monte Carmelo:
è stato ripreso ed attentamente parafrasato dal poeta T. S. Eliot nel terzo tempo di East-Coker (1940), il secondo dei Four Quartets ("Quattro Quartetti"):
Alla spiritualità ed alle opere di Giovanni della Croce si è ispirata la cantautrice Giuni Russo nell'ultimo periodo della sua produzione artistica, con canzoni come La sua figura.
[modifica] Bibliografia
- Elisabeth Reynaud. Giovanni della Croce - riformatore, mistico e poeta di Dio. Milano, Edizioni Paoline, 2002. ISBN 88-315-2372-4.
- Eleonora Albisani. La vigna del Carmelo - fortuna di san Giovanni della Croce nella tradizione carmelitana dell'Italia del '600. Genova, Marietti, 1990. ISBN 88-211-6055-6
- Erika Lorenz. San Giovanni della Croce - una vita drammatica in forma di autobiografia. Casale Monferrato, Piemme, 1994 ISBN 88-384-2198-6
- Tommaso Catani, San Giovanni della Croce (1542-1591), con zincotipia.
[modifica] Altri progetti
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[modifica] Collegamenti esterni
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- La Notte Oscura
- Salita al Monte Carmelo
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