San Giuseppe Marello
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Giuseppe Marello (Torino, 26 dicembre 1844 - Savona, 30 maggio 1895) è commemorato come santo dalla Chiesa cattolica.
Figlio di Anna Maria Viale e di Vincenzo Marello, rimase orfano di madre all'età di quattro anni e il padre traslocò a San Martino Alfieri, dove Giuseppe e Vittorio, suo fratello, poterono essere educati dai nonni.
A 11 anni il padre e il piccolo Giuseppe si recarono, al termine delle scuole elementari, a Savona e visitarono il santuario della Madonna della Misericordia. Al ritorno dal viaggio il ragazzo, rimasto affascinato, comunicò al padre il suo desidero di entrare in seminario e, nonostante il padre non ne fosse tanto entusiasta, riuscì nel suo intento entrando nel seminario di Asti.
Nel 1863, dopo essere stato colpito dal tifo, gli parve di vedere in sogno la "Consolata" che lo invitava a riprendere gli studi al seminario che aveva abbandonato qualche anno prima in seguito ad una crisi dovuta alla seconda guerra d'indipendenza. Riprese allora gli studi e il 19 settembre 1868 veniva ordinato sacerdote nella cattedrale di Asti.
Il vescovo Carlo Savio lo volle come suo segretario e Giovanni, stando con lui, si rese conto dei problemi della diocesi.
Accompagnò il vescovo a Roma in occasione del Concilio Vaticano I e il Cardinale Gioacchino Pecci ebbe modo di apprezzare le doti e le virtù del giovane; tornato ad Asti, incominciò ad impegnarsi nel risolvere alcuni problemi come la protezione della gioventù. Il 14 marzo 1878 nasceva la “Compagnia di San Giuseppe” i cui membri promettevano di aiutare e fare del bene a tutti i ragazzi, agli anziani e ai malati che avrebbero incontrato. Ai suoi Oblati, Sacerdoti e Fratelli, affidò in modo particolare la diffusione del culto a San Giuseppe, la formazione della gioventù e l'aiuto ministeriale alle Chiese locali.
Gioacchino Pecci, eletto Papa Leone XIII lo chiamò nel 1888 a guidare la diocesi di Acqui Terme: in soli sei anni di episcopato riuscì a visitare tutti i paesi (alcuni molto difficili da raggiungere) della sua diocesi e si dedicò a guidare quella porzione di Chiesa che gli era stata affidata.
Morì cinquantenne il 30 maggio 1895. Celebrò la sua ultima messa a Savona, da dove era partita la sua vocazione: non aveva disdetto l’impegno nonostante si sentisse poco bene.
Morto in fama di santità, dovuta anche alle numerose testimonianze di grazie ottenute, furono avviati i processi informativi. Il 28 maggio 1948 fu introdotta la Causa di Beatificazione e il 12 giugno 1978, alla presenza del Papa Paolo VI, veniva letto il decreto sull'eroicità delle virtù.
Giovanni Paolo II lo ha proclamato Beato in Asti il 26 settembre 1993, come esempio e modello di carità verso tutti e di instancabile e silenziosa operosità a favore dei giovani e degli abbandonati.
Con solenne decreto del 18 dicembre 2000, il Santo Padre Giovanni Paolo II dichiarò: "..è stato accertato il miracolo operato da Dio per l'intercessione del Beato Giuseppe Marello, Vescovo di Acqui, Fondatore della Congregazione degli Oblati di San Giuseppe: cioè, la guarigione improvvisa, completa e duratura dei fanciulli Alfredo e Isila Chávez León, ristabiliti entrambi nello stesso tempo da broncopolmonite con febbre alta, dispnea e cianosi in pazienti con denutrizione cronica..".
Riconosciuto il miracolo, nel corso del Concistoro ordinario del 2001 per la Canonizzazione di alcuni Beati, Giovanni Paolo II pronunciò la Sua volontà: "Per l'autorità di Dio Onnipotente, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, decretiamo che ...il Beato Giuseppe Marello... sia iscritto nell'Albo dei Santi il giorno 25 novembre 2001".
Papa Giovanni Paolo II lo beatificò il 26 settembre 1993 e lo santificò il 25 novembre 2001.
