Santa Cruz de la Sierra
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Stato: | ![]() |
Dipartimento: | Santa Cruz |
Provincia: | Andrés Ibáñez |
Coordinate: | Latitudine: 18° 48′ S Longitudine: 63° 10′ O |
Altitudine: | 416 m s.l.m. |
Abitanti: | 1.372.356 (2005) |
Nome abitanti: | Cruceños |
Sindaco: | Percy Fernández |
Sito istituzionale |
Santa Cruz de la Sierra (chiamata anche semplicemente Santa Cruz) è, dalla metà degli anni '90, la città più popolosa della Bolivia. Inoltre è capoluogo del dipartimento di Santa Cruz e della provincia di Andrés Ibáñez. Conta circa un milione e mezzo di abitanti, in spagnolo detti cruceños.
Il nome tradotto letteralmente in italiano significa Santa Croce della Montagna.
Indice |
[modifica] Storia
La città fu fondata dal capitano Ñuflo de Chávez il 26 febbraio 1561 che la chiamò Santa Cruz de la Sierra in onore della sua città natale in Spagna.
L'insediamento originario della città era a circa 220 km ad est rispetto alla posizione attuale, qualche chilometro a sud dell'odierna San José de Chiquitos. Nel 1592 dopo lotte con gli indigeni la città fu spostata alla posizione attuale sulle rive del fiume Piraí. Alcuni resti dell'iniziale insediamento possono essere visitati nella località di Santa Cruz la Vieja (Vecchia Santa Cruz) nei pressi di San José de Chiquitos, che a sua volta fu fondata nel 1692 come missione dei Gesuiti.
[modifica] Geografia
Santa Cruz è situata nella parte orientale del paese a circa 400 metri sul livello del mare, ciò la rende molto diversa dalla maggior parte delle altre città boliviane tutte situate sulle Ande. La temperatura media annuale è di circa 24°C. Durante l'inverno australe (giugno-settembre) la temperatura può abbassarsi repentinamente, nel giro di poche ore, anche di 15-20ºC a causa di un vento patagonico localmente noto come surazo.
Santa Cruz de la Sierra è il capoluogo dell'omonimo dipartimento, che è il più esteso della Bolivia (oltre 370.000 km²).
La città è il nuovo centro economico della Bolivia. Nonostante abbia anocra notevoli carenze infrastrutturali, gode di ampi settori con moderni servizi pubblici, di telecomunicazione, hotel e banche. Buona parte delle principali imprese straniere presenti in Bolivia hanno la loro sede nazionale a Santa Cruz.
Isolata per secoli dalla Ande e considerata subalterna alle città andine, Santa Cruz ha iniziato negli ultimi anni, sulla spinta della crescita economica, un processo di autonomia. Il primo passo, alla fine del 2005, l'elezione diretta democratica del prefetto, la massima autorità politica dipartimentale in Bolivia, anteriormente nominato direttamente dal presidente della repubblica.
La rivalità con i centri andini boliviani è spesso anche un riflesso etnica e culturale, oltreché economico: i camba, le popolazioni meticce originarie dell'oriente boliviano non ha diviso nei secoli quasi nulla con i colla, le popolazioni originarie delle Ande, né la lingua, né il territorio, né gli usi né i costumi.
Fino alla costruzione di una strada che collegò Santa Cruz a Cochabamba, alla fine degli anni '50, l'unico modo per arrivare alla zona andina era in aereo o a dorso di mulo.
Santa Cruz è collegata tramite ferrovia con Argentina e Brasile e con le zone andine e le città di Cochabamba e La Paz tramite strade costruite ed asfaltate solo negli ultmi anni. Nella città c'è anche l'Aeroporto Internazionale di Viru Viru, il principale della Bolivia.
Dal punto di vista urbanistico la città è divisa in settori concentrici chiamati anelli. Nonostante abbia solo circa un milione e mezzo di abitanti è particolarmente estesa per la quasi assenza di edifici a più piani (apparsi solo negli ultimi anni). Da nord a sud misura più di 17 km e da est a ovest circa 15.
Il monumento più importante della città è la Cattedrale, fondata il 6 luglio 1605 ma ricostruita totalmente alla fine del XIX secolo. Di particolare interesse anche il giardino zoologico, esclusivamente con fauna nazionale, e quello botanico. Negli ultimi anni è diventa sede di un festival biennale internazionale di teatro, di musica barocca e di cinema latinoamericano. Una fiera campionaria internazionale viene organizzata ogni anno in coincidenza con la festa dipartimentale del 24 settembre.
[modifica] Attualitá
Attualmente Santa Cruz de la Sierra é il centro della protesta di vari dipartimenti boliviani per consolidare le autonomie regionali.
Tale richiesta é stata sottoposta anche a referendum: nell'ambito nazionale il risultato é stato leggermente sfavorevole all'accettazione dell'autonomia dipartimentale per la forte propaganda contraria del governo. Nelle regioni tropicali dell'oriente della Bolivia, di cui Santa Cruz de la Sierra é la virtuale capitale, il referedunm ha peró raccolto la grande maggioranza dei consensi.
La legge che ha convocato il referedum prevedeva peró che avrebbero ottenuto forme di autonomia regionale quei dipartimenti dove la proposta avesse ottenuto la maggioranza dei voti (in questo caso, Santa Cruz, Beni, Pando e Tarija), ma questa normativa viene ostacolata dal governo nazionale.
Per questa ragione sono stati convocati, in periodi diversi, 3 "cabildos" per l'autonomia, delle assemblee popolari che hanno raccolto grande partecipazione. Nell'ultimo "cabildo", nel dicembre del 2006, si é redunata la piú grande manifestazione popolare della storia boliviana, riunendo, secondo gli organizzatori, un milione di persone.
[modifica] Collegamenti esterni
- (EN) Guida turistica - Articolo su Wikitravel.