Tempio israelitico di Modena
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Il Tempio Israelitico di Modena, chiamato più semplicemente Sinagoga, si trova in Piazza Mazzini, a poche decine di metri dal Palazzo Comunale. Fu fatto costruire dalla comunità ebraica di Modena nel 1873, in suggestivo stile lombardesco.
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[modifica] L'edificio
Il progetto, a pianta ellittica iscritta in un'area rettangolare (le dodici colonne che sorreggono il matroneo rappresentano le dodici tribù di Israele), è di Ludovico Maglietta; le decorazioni dipinte all'interno (tutte rigorosamente non figurative, come prescrive la legge ebraica), sono di Ferdinando Manzini.
[modifica] Il tempio nel ghetto
Oggi la facciata della Sinagoga è ben visibile nella zona più centrale della città, ma nel passato le cose erano ben diverse. Quando fu costruito, infatti, il tempio era totalmente nascosto alla visuale dai fabbricati che sorgevano nell'area dell'attuale Piazza Mazzini: questi edifici furono demoliti nel 1904. La Sinagoga sorgeva in effetti al centro del ghetto degli ebrei, voluto da Francesco I d'Este nel 1638: il quartiere, dal quale gli Ebrei non potevano uscire durante le ore notturne, era chiuso con due cancelli in via Blasia e in via Coltellini. Qui viveva almeno un migliaio di ebrei nel 1861, quando con l'annessione di Modena al Regno d'Italia il ghetto fu chiuso.
[modifica] Il tempio nella piazza
Con l'apertura di Piazza Mazzini, la Sinagoga cambia facciata (in precedenza infatti essa si trovava sul lato di Via Coltellini), e si trova ad occupare una posizione centralissima, a poche decine di metri dal Palazzo Comunale, dal Duomo e dalla Ghirlandina. In epoca fascista la facciata fu parzialmente nascosta dalle chiome degli alberi piantati nella piazza.
[modifica] Vandali e 'terroristi'
Negli ultimi 20-30 anni la Sinagoga è stata oggetto di atti di vandalismo di matrice antisemita; per questo motivo tuttora pattugliata dalle forze dell'ordine 24 ore su 24. Nella notte tra l'11 e il 12 dicembre 2003, la Sinagoga è stata il luogo del primo - e a tutt'oggi dell'unico attentato suicida di matrice islamica su suolo italiano, per la verità piuttosto atipico: un immigrato di nazionalità giordana, Al Khatib Muhannad Shafiq Ahma, si è lasciato esplodere a bordo della sua macchina, sulla quale aveva caricato bombole di gas. L'attentato ha causato danni lievi alla struttura.