Valeriano
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Publio Licinio Valeriano (ca. 198 - ca. 262), fu imperatore romano dal 253 al 260. Dopo la sua ascesa al trono associò suo figlio Gallieno al potere. Il suo governo fu caratterizzato dai continui tentativi di sconfinamento di popoli alle frontiere danubiane e renane, ma anche in Numidia e sul confine partico la situazione era tutt'altro che tranquilla. Proprio mentre stava conducendo operazioni militari contro i Persiani Sassanidi nel confine orientale dell'Impero Romano fu fatto prigioniero in uno scontro a Edessa nel 260 dal re persiano Shahapur (Sapore) e morì ancora in cattività qualche tempo dopo. Rimase dunque unico imperatore Gallieno.
[modifica] Precedenti
Valeriano era un nobile di una tradizionale famiglia senatoriale. I dettagli sulla sua breve vita sono elusivi ma alcune cose, prima della sua ascesa al trono, si sanno. Sposò Egnatia Mariniana e da lei ebbe due figli: Publio Licinio Egnazio Gallieno e Valeriano Minore. Nel 238 fu "princeps senatus", titolo di grande prestigio, e nello stesso anno Gordiano I negoziò con lui, che rappresentava il senato, per la sua acclamazione ad imperatore. Nel 251 fu "censor", titolo che gli permetteva, tra l'altro, di espellere i senatori non degni; fu l'imperatore Decio a volere che egli assumesse questo titolo. Sempre Decio lo nominò governatore delle province del Reno, del Norico e della Rezia, titolò che gli fu confermato da Treboniano Gallo, che gli chiese aiuto quando Emiliano marciò contro l'Italia nel 253. Valeriano marciò verso sud ma non fece in tempo per salvare Treboniano Gallo. Fu però nominato dalle sue truppe imperatore. Il Senato fu, presumibilmente, molto contento di ratificare la nomina di un elemento della propria classe e non trovò nulla da eccepire quando, lo stesso Valeriano, associò al potere il figlio maggiore Publio Licinio Egnazio Gallieno, designandolo come suo successore. Valeriano si rivelò il primo imperatore a essere seriamente preoccupato dell'avanzare del potere dei Cristiani; pertanto emanò due editti, nel 257 e, successivamente, nel 258, che prevedevano la confisca dei territori religiosi e la condanna dei seguaci del Cristianesimo. Fu questa una mossa politica, per evitare che i Cristiani occupassero i posti chiave nella politica dell'Impero.
[modifica] Invasioni
- Goti: attaccano Grecia e Asia nel 252-253, nel 256 e nel 258
- Franchi e Alamanni: invadono la Gallia nel 253 e nel 256
- Sassoni: fanno la loro comparsa sulle rive del Mar del Nord
- Berberi: scatenano una rivolta che si prolungò dal 253 al 260
- Persiani: in tre riprese attaccano l'oriente romano e raggiungono anche la Siria
[modifica] Voci correlate
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Predecessore: | Imperatori romani (Impero Romano) |
Successore: |
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Emiliano 253 |
Valeriano 253 - 260 |
Gallieno 253 - 268 |