Aleyrodoidea
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Aleyrodoidea | ||||||||||||||
![]() Trialeurodes vaporariorum |
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Classificazione scientifica | ||||||||||||||
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Famiglie | ||||||||||||||
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La superfamiglia Aleyrodoidea (Aleiroidi o Aleuroidi) raggruppa insetti appartenenti alla Sezione Sternorrhyncha dei Rhynchota Homoptera.
Indice |
[modifica] Tassonomia
Comprende circa un migliaio di specie diffuse soprattutto ai tropici dove sono considerate equivalenti agli Afidi delle regioni temperate per pulluazione e dannosità.
Comprendono una famiglia fossile, Uraleyrodidae, ed una attuale Aleyrodidae: a quest'ultima appartengono le sottofamiglie Udamoselinae (più primitiva, con specie grosse fino a 5 mm, diffusa in tutte le aree tropicali), e Aleyrodinae, a cui appartengono oltre a quelle tropicali, tutte le specie dei climi temperati.
[modifica] Morfologia
La superfamiglia comprende insetti di piccole dimensioni (mediamente 1,5-3 mm), dal corpo delicato, gialli più o meno intensi, ricoperto di polvere cerosa simile a farina, da cui il nome del gruppo ( dal greco aleyron = farina).
Il capo è munito di due ocelli dorsali. Occhi composti reniformi, ciascuno spesso suddiviso in due gruppi di ommatidi collegati da 1-5 elementi o addirittura ben separati in modo da apparire come se il capo avesse 4 occhi composti. Antenne di 7 articoli, rostro di 3 articoli ( di se si considera articolo la base menbranosa che negli Aleiroididi non è infossata nel prosterno).
Ali sempre presenti, tenute a tetto nello stato di riposo, munite di nervature ridotte alle principali (Udamoselinae), oppure solo a 3 o meno (Aleyrodinae). Zampe con tarsi di due articoli subeguali (il primo poco più lungo del secondo), terminanti con unghie tra le quali vi è un processo spinoso (tipo empodio) negli Udamoselinae o lobiforme (tipo arolio) negli Aleyrodinae; zampe posteriori, debolmente saltatorie, presentano alle tibie un pettine di setole usato per distribuire sul corpo la polvere cerosa secreta dall'addome.
L'addome è peduncolato, munito sul ventre di sbocchi di ghiandole ceripare riuniti in placche; esso termina con un ampio urite (VIII e IX uriti fusi) che presenta al dorso una depressione vasiforme in cui è disposto il segmento o urite anale, il cui piccolo tergite è detto opercolo. Al di sotto di questa microscopica apertura anale dorsale, che sbocca sotto l'opercolo, sporge una lamina sottoanale detta lingula di diversa lunghezza a seconda della specie. Per mezzo della lingula le goccioline di melata vengono schizzate lontano dal corpo, evitando che esse provochino l'occlusione della depressione vasiforme che è sempre dorsale. Femmina munita di breve ovopositore, maschio con armatura genitale presentante un forcipe (2 parameri) e un pene allungato. L'uovo presenta un peduncolo lungo (Udamoselinae) o breve (Aleyrodinae)
[modifica] Anatomia
Come negli altri Sternorrinchi , anche negli Aleirodidi l'intestino subisce un forte adattamento alla continua suzione di linfa; in esso si è sviluppata infatti la cosiddetta camera filtrante che ha lo scopo di filtrare la grande quantità di linfa assorbita e di avviarla dall'esofago direttamente all'intestino posteriore, evitando che buona parte di essa attraversi l'intestino medio, nel quale vengono invece trattenute e digerite le grosse molecole proteiche (by-pass). Gli Aleirodidi sono inoltre muniti di grossi micetomi pari, di colore arancione, spesso visibili per trasparenza, in cui sono ospitati microrganismi simbionti. Molto caratteristico è anche il tipo di trasmissione dei simbionti alla discendenza (penetrazione di intere cellule o micetociti nell'uovo).
[modifica] Riproduzione e sviluppo post-embrionale
La riproduzione è anfigonica ma può anche essere partenogenetica: non poche infatti sono le specie che presentano razze partenogenetiche, nelle quali anche uova non fecondate danno discendenza. Queste razze posso presentare partenogenesi arrenotoca, con produzione di soli maschi aploidi, o telitoca, con produzione di sole femmine. Silvestri (1934) segnalò entrambe le razze in località diverse di Trialeurodes vaporariorum WESTWOOD. La metamorfosi è di tipo neometabolico; gli stadi giovanili sono appiattiti e simili a Cocciniglie, dalle quali si possono distinguere per la presenza della depressione vasiforme, ben visibile al microscopio. Dallo stadio di neanide I, normalmente vagante, si passa ai tre stadi successivi (neanidi II-III-IV) che sono fissi avendo zampe rudimentali.
Le zampe terminano con un'unghia (Udamoselinae) o con una ventosa (Aleyrodinae). La neanide di IV età serve poi da involucro per la protezione della subpupa e diventa pupario; questo può differire poco o nulla dalla neanide IV, oppure essere parecchio diverso da questa, in seguito alla sua trasformazione in una sorta di scatoletta per separazione della faccia ventrale da quella dorsale e creazione di una parete cerosa laterale di una certa altezza. Forma, colore, setole ed ornamentazioni cerose del puparioi, nonché la struttura della depressione vasiforme sono utilizzati per il riconoscimento delle varie specie di Aleyrodidi. L'adulto fuoriesce dal pupario attraverso un'apertura abitualmente a T.
[modifica] Danni
Gli Aleirodidi non attaccano gimnosperme; si localizzano quasi sempre solo sulla faccia inferiore delle foglie, sulle quali non determinano derormazioni. I danni arrecati consistono in sottrazione di linfa ed emissione di melata con conseguente sviluppo di fumaggini e talvolta trasmissione di virosi (ad esempio da parte della Bemisia tabaci).