Antonello Trombadori
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Antonello Trombadori (Roma 10 giugno 1917 - ivi 18 gennaio 1993) è stato un giornalista, un critico d'arte ed un uomo politico italiano.
Nato in una famiglia di artisti (il padre Francesco è pittore) visse una giovinezza felice nella casa-studio di Villa Strohl-Fern, entrando in contatto con numerosi intellettuali dell'epoca. Amico intimo di Renato Guttuso, giovane collaborerà con alcune riviste importanti, quali "La Ruota", "Primato", "Città", "Corrente", "Cinema". Politicamente parlando, dopo una simpatia per i movimenti liberalsocialisti, approda al Partito Comunista Italiano, con cui farà opera di propaganda segreta: tra il 1937 ed il 1940 parteciperà ai Littorali tentando di convincere i giovani ad abbandonare il fascismo.
Scoperto nel 1941, fu obbligato dal Tribunale Speciale al confino ma Benito Mussolini, a causa della celebrità della sua famiglia, gli propone la possibilità di proscioglierlo da ogni accusa in caso di pentimento pubblico: Trombadori però rifiuta ogni compromesso e viene per questo condannato. Il 25 luglio del 1943 riuscirà a scappare formando una formazione partigiana dal nome Gli Arditi del Popolo,rifacendosi alla formazione paramilitare antifascista degli anni '20 molto attiva a Roma, con cui, insieme al futuro segretario dei comunisti Luigi Longo, distribuirà armi anche alla popolazione civile in modo da coinvolgerla nella Resistenza.
Collaboratore di Giorgio Amendola, nell'ottobre del 1943 tenterà di difendere Roma, ma sarà arrestato dai tedeschi il 2 febbraio 1944 e poco dopo rinchiuso prima nella prigione di via Tasso e poi in quella di Regina Coeli: riuscirà a salvarsi dall'eccidio delle Fosse Ardeatine solo perché il giorno prima aveva avuto un forte attacco febbrile che lo aveva costretto a soggiornare in infermeria. Riuscirà comunque a fuggire e nell'agosto del 1944 e, dopo la Liberazione di Roma, organizza la mostra "L'arte contro la barbarie". Nel 1945 presenta l'album di disegni di Guttuso "Gott mit uns" e nello stesso anno aiuta Roberto Rossellini e Carlo Lizzani a girare il capolavoro Roma, città aperta.
Nel dopoguerra sarà membro influente del PCI, di cui entrerà nel Comitato Centrale. Direttore de Il Contemporaneo dal 1945 al 1964, si occuperà del rapporto tra i comunisti e l'arte e nel 1967 sarà inviato in Vietnam per conto de L'Unità, su cui scrive spesso. Collaboratore anche di Rinascita, sarà eletto quattro volte deputato e, dopo la contestazione giovanile del 1968, abbandonerà le tesi togliattiane per aderire alla corrente migliorista di Paolo Bufalini e Giorgio Napolitano.
Dal 1976, anno in cui Bettino Craxi diventa segretario del Partito Socialista Italiano, inizierà una graduale riflessione che lo porterà nel 1993 a dichiararsi "non più comunista" ed a votare PSI. Fu d'accordo con Craxi nell'episodio della scala mobile e criticò il leader del garofano solo durante il rapimento di Aldo Moro, non condividendo la sua strategia di dialogo con le Brigate Rosse.
Tra i contributi critici più importanti di Trombadori meritano una citazione i saggi introduttivi nei cataloghi delle retrospettive Donghi e Scipione (entrambi del 1985); Scuola Romana (1986) e Roma appena ieri (1987). Curò inoltre il catalogo delle opere d'arte della Camera dei Deputati.