Camillo Iacobini
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Camillo Iacobini (Genzano, 15 agosto 1791) fu commendatore dell'Ordine di San Gregorio Magno, Ministro dei Lavori Pubblici e delle Belle Arti durante il pontificato di Pio IX.
Nacque da D. Pietro e da Vincenza Asprucci; avviato alla carriera ecclesiastica, Camillo seguì gli studi presso il seminario romano. Ben presto si rese conto di non essere tagliato per la vita ecclesiastica e si cimentò nella vita pubblica entrando giovanissimo nel Consiglio Provinciale di Roma e Comarca insieme al fratello Gaetano Pietro.
Camillo venne nominato ministro nell'agosto del 1849 da Papa Pio IX in ossequio al principio, concordato e su pressione dei Francesi, di secolarizzazione e laicizzare per quanto possibile, quell'apparato statale così malridotto.
Camillo rivestì un ruolo primario nel periodo della fuga del Papa a Gaeta e rimase da solo a Roma a reggere le sorti dell'intera Provincia.
Scrisse Tullio Torrani (Roma e Comarca "Breve storia della Provincia di Roma dal 1831 al 1870". Tip. Le Massime - Roma 1927) "... in quel turbinoso periodo la Provincia può dirsi che rimase affidata ad una sola persona: Camillo Iacobini, perché gli altri componenti la Commissione stessa, D. Maria Massimo e il Conte Filippo Cini, avevano abbandonato precipitosamente la Capitale..."
In quel periodo arrivarono a Camillo attestati di stima e di riconoscimento anche dagli avversari politici. Scrive infatti Oreste Raggi (che potrebbe avere avuto buoni motivi per criticare l'operato di quel governo che l'aveva fatto arrestare e rinchiudere in Sant'Angelo per poi infine esiliarlo): "...lo Iacobini si dimostrò di operosissima intelligenza e sicuramente sopra le parti, così come ricordato nelle iscrizioni del ponte di Ariccia..."
Camillo, erede di una cospicua fortuna ereditadagli dal padre, fu tra i soci fondatori, insieme al fratello, della Banca Romana, o dello Stato Pontificio, che si realizzò nel 1852, con il 10% delle azioni.
Sempre insieme al fratello Gaetano Pietro, riuscì ad assicurarsi l'appalto per la costruzione del maestoso (per quei tempi) viadotto di Ariccia, con l'architetto Bertolini redattore del progetto (Renato Lefevre: Il Ponte di Ariccia - Estratto della rivista: "Autostrade" n° 24 Febbraio- Aprile 1969)
Pio IX ebbe sempre per Camillo una grande stima e considerazione. Il Santo Padre soggiornò più volte ospite nel palazzo di famiglia.
Durante il suo ministero (come ricordato da varie lapidi tra le quali quelle poste all'ingresso del Pantheon) iniziò le strade ferrate, aprì le prime linee telegrafiche, favorì l'agricoltura bandendo concorsi e premiando le piantagioni.
Il Commendatore Camillo Iacobini Ministro del Lavori Pubblici, del Commercio e dell'Industria morì il 21 Marzo del 1854, e non ebbe la soddisfazione di vedere conclusa l'opera di costruzione del ponte di Ariccia.
[modifica] Memoria e curiosità
Fu stimato per la sua probità e semplicità di costumi. Anche se erede di una considerevole fortuna, preferì abitare in un piccolo quartiere di via del Pozzetto. La sua maggior lode può compendiarsi nella risposta che alla sua morte Pasquino dette a Marforio: - "Perché è morto?" chiese Marforio - "Sfido" rispose Pasquino "non mangiava!" alludendo alla sua integrità morale e alla sua onestà nel suo lavoro.
Un aneddoto degno di nota fu quello della rinuncia di metà del suo stipendio da Ministro che destinò in opere di beneficienza. Dopo la sua morte si levarono consensi sull'operato e sulla vita di Camillo; Raffaele de Cesare riporta nel suo "Roma e lo Stato del Papa" - Longanesi - "... Camillo da Ministro non montò in superbia né abbandonò gli affari e dié prova di generosità, rinunziando a mezzo stipendio a fine di beneficienza. Uscendo dal Ministero, si fermava a Piazza Colonna coi mercanti di Campagna e coi "sensali" e tutti lo chiamavano familiarmente "il Sor Camillo" e scherzosamente "Iacobinetto" o "Cammilluccio".
Camillo fu anche molto sensibile ai problemi dell'arte e dell'archeologia: si deve infatti a lui la prima sistematica campagna di scavi archeologici ed il ripristino dell'Appia antica così come oggi ci appare. "Il ripristino scrive Silvio Negro (Seconda Roma - Hoepli - Milano 1943) già progettato al tempo di Pio VI, non fu affrontato che nel dicembre del 1850, dopo in sopralluogo del Ministro dei Lavori Pubblici D. Camillo Iacobini..."
Il ministro di Pio IX oggi riposa, insieme alla sorella Ottavia e al fratello Mons. Gaetano Pietro, nella cappella gentilizia di famiglia dei Cappuccini di Genzano. Dal busto marmoreo scolpito per volere dei fratelli dal grande scultore Pietro Tenerani, non traspare altro che un senso di immota serenità. Traspare la serenità dell'uomo che avendo compiuto il proprio dovere ha la coscienza a posto. Il suo volto non sembra lasci trasparire i tragici e burrascosi momenti vissuti sempre con quella calma e quella sicurezza che lo contraddistinsero.
Ad oggi, per quanto la sua cara Genzano gli abbia riservato onori nel giorno della sua morte sembra che la stessa sua città non abbia voglia di ricordarlo dedicandogli, per esempio, una strada come hanno fatto i comuni di Roma e Ariccia.
"Riposa , grande nella sua semplicità, nella sua Genzano, di fronte al suo lago, insieme ai suoi antenati, in quella Chiesa a lui tanto cara, D. Camillo Iacobini, Commendatore di Gran Croce, Ministro di Pio IX. Genzanese."
[modifica] Bibliografia
- Franco Iacobini, "Terrae Cinthiani, Storia di Genzano e della nobile Famiglia Iacobini" - , Critical Medicine Publishing Editore, Roma. ISBN 88-88415-07-6
- Mario Bosi, "Castelli Romani" - 1990
- Giulio Andreotti, "Sotto il Segno di Pio IX", Rizzoli, Milano
- Tullio Torrani, "Roma e Comarca "Breve storia della Provincia di Roma dal 1831 al 1870" Tip. Le Massime - Roma 1927
- Renato Lefevre, "Il Ponte di Ariccia - Estratto della rivista: "Autostrade" n° 24 Febbraio- Aprile 1969"
- Silvio Negro, "Seconda Roma" - Hoepli - Milano 1943
- Raffaele de Cesare, "Roma e lo Stato del Papa" - Longanesi