Caproni primi velivoli (da Ca.1 a Ca.16)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Caproni Ca.1 | |
---|---|
![]() Trittico Ca.1 |
|
Descrizione | |
Tipo | biplano pioneristico |
Equipaggio | 1 |
Primo volo | 27 maggio 1910 |
Costruttore | Caproni |
Esemplari costruiti | 1 |
Dimensioni | |
Lunghezza | 9,86 m |
Altezza | 3,36 m |
Apertura alare | 10,50 m |
Superficie alare | 38 m² |
Pesi | |
A vuoto | 550 kg |
Massimo al decollo | 650 kg |
Propulsione | |
Motore | Uno stellare Miller |
Potenza | 30 CV |
Prestazioni | |
Velocità massima | 80 km/h |
Progetto:Aviazione |
I primi velivoli della Caproni furono una serie di biplani, dal Ca.1 al Ca.7, realizzati tra il 1910 e il 1911. Questi velivoli furono realizzati tutti come esemplare unico, e rappresentavano una evoluzione del primo prototipo. A partire dal 1911 Giovanni Battista "Gianni" Caproni, si concentrò sui monoplani, realizzando diversi modelli con designazioni comprese tra Ca.8 e Ca.16. Alcuni di questi velivoli furono prodotti in piccoli serie, e portarono allo sviluppo del Caproni Ca.18, il primo aereo Caproni ad entrare in servizio durante la prima guerra mondiale.
Indice |
[modifica] Ca.1 - Ca.5: designazioni ambigue
Fino ai primi anni'20 non esisteva una designazione ufficiale per i velivoli Caproni, ed all'interno della ditta per distinguere i diversi modelli e le loro varianti si faceva principalmente riferimento alla potenza complessiva dei motori installati. Durante la prima guerra mondiale le designazioni Ca.1, Ca.2, Ca.3, Ca.4 e Ca.5 vennero impiegate dal Regio Esercito per indicare i trimotori da bombardamento che fecero la fortuna della ditta. Solo dopo la prima guerra mondiale la Caproni iniziò ad adottare una classificazione univoca per i suoi velivoli, utilizzando i nomi da Ca.1 a Ca.5 per i primi biplani sperimentali realizzati fino al 1911, mentre i bombardieri trimotori vennero rinominati secondo la seguente tabella:
Designazione Caproni |
Designazione Regio Esercito |
Designazione ufficiale del dopoguerra | Note |
---|---|---|---|
260 hp | Ca.30-Ca.31 | Ca.30 progetto iniziale; Ca.31 primo prototipo |
|
300 hp | Ca.1 | Ca.32 | |
350 hp | Ca.2 | Non ricevette una designazione ufficiale nel dopoguerra, differendo dal Ca.31 per il solo motore centrale venne de-facto incluso tra i Ca.31 | |
450 hp | Ca.3 | Ca.33 | |
Ca.3mod. | Ca.36 | ||
750 hp triplano | Ca.4 | Ca.40, Ca.41, Ca.42 e Ca.43 | |
600 hp, 750 hp | Ca.5 | Ca.44, Ca.45 e Ca.46 |
[modifica] Biplani: da Ca.1 a Ca.7
Caproni Ca.6 | |
---|---|
Descrizione | |
Tipo | biplano pioneristico |
Equipaggio | 1 |
Primo volo | 1911 |
Costruttore | Caproni |
Esemplari costruiti | 1 |
Dimensioni | |
Lunghezza | 9,80 m |
Altezza | 3,27 m |
Apertura alare | 12,00 m |
Pesi | |
A vuoto | |
Massimo al decollo | 700 kg |
Propulsione | |
Motore | Rebus |
Potenza | 50 CV |
Prestazioni | |
Velocità massima | ND |
Progetto:Aviazione |
Il Ca.1, il primo velivolo della Caproni, ma non era il primo progetto di Gianni Caproni a volare. In Belgio, assieme all'amico romeno Henri Coandă, aveva già realizzato un aliante, o veleggiatore con il nome in uso all'epoca, di tipo biplano. La progettazione del Ca.1 seguì il ritorno di Caproni in patria, prima a Massone, nei pressi di Arco, allora in territorio austriaco, e poi a Taliedo nei pressi di Linate, dove venne fondata la ditta. Unici collaboratori il fratello Federico Caproni, ed il meccanico Ugo Sandri Tabacchi.
Il Ca.1 era un biplano con fusoliera a traliccio. Il motore stellare Miller azionava per mezzo di trasmissione a catena un coppia di eliche bipala traenti. Il piano di coda era di tipo biplano, con due piccole derive tra le due superfici. Curioso il carrello, con un coppia di ruote sotto la fusoliera ed una ruota sotto ciascuna delle estremità alari. All'estremità posteriore della fusoliera un pattino di coda.
Il velivolo compì il suo primo volo il 27 maggio 1910, rimanendo distrutto nell’atterraggio. L’incidente era probabilmente dovuto alla pressoché nulla esperienza del pilota, proprio il meccanico Tabacchi e non a difetti del velivolo.
Il Ca.2 manteneva la stessa configurazione del velivolo precedente, ma introduceva un'unica elica in presa diretta sul motore Rebus da 50 CV, che verrà poi passato al successivo Ca.6. Con il Ca.3, Gianni Caproni introduceva una velatura di maggior superficie.
Il Ca.4 rappresentava una rottura con i tre modelli precedenti, abbandonando la fusoliera a traliccio dei primi tre velivoli, giudicata troppo pesante. Il Ca.4 introduceva una coppia di travi sovrapposte, ciascuna connessa ad una delle due ali, per reggere le superfici di coda, sempre di tipo biplano, con una piccola deriva tra i due piani. Tra le due travi vi erano una coppia di montanti per conferire al velivolo la giusta rigidezza strutturale. Per ridurre ulteriormente il peso le travature erano realizzate in bambù. Sul Ca.5 vennero introdotte travi a tubi metallici, anche questo velivolo montava un motore Rebus da 50 CV.
Il Ca.6 introduceva ali a doppia curvatura, un disegno suggerito da Henry Coandă. Il motore era il Rebus da 50 CV ereditato dal Ca.2. La struttura era sempre con le due travi di coda sovrapposte adottata a partire dal Ca.4, ma vi era un unico piano di coda monoplano, le superfici di controllo verticali, vennero installate tra i montati interalari. L'aereo è sopravvissuto ed è oggi conservato presso il museo Gianni Caproni di Trento, il più antico velivolo Caproni esistente.
[modifica] Monoplani: da Ca.8 a Ca.16
Caproni Ca.9 | |
---|---|
Descrizione | |
Tipo | monoplano pioneristico |
Equipaggio | 1 |
Primo volo | 1911 |
Costruttore | Caproni |
Esemplari costruiti | 1 |
Dimensioni | |
Lunghezza | 7,80 m |
Altezza | 3,00 m |
Apertura alare | 8,88 m |
Pesi | |
A vuoto | 220 kg |
Massimo al decollo | |
Propulsione | |
Motore | Anzani |
Potenza | 35 CV |
Prestazioni | |
Velocità massima | 90 km/h |
Progetto:Aviazione |
La serie dei successivi monoplani Caproni fu più fortunata, diversi modelli furono prodotti in serie, e ne vennero costruiti 71 esemplari complessivi. Inoltre la serie di velivoli portò alla realizzazione dell'aereo da osservazione Ca.18, il primo aereo di progettazione italiana ad entrare in servizio durante la prima guerra mondiale. La serie ebbe inizio con il Ca.8, che compì il primo volo il 13 giugno 1911. La configurazione era quella classica dei primi monoplani che si ispiravano al Blériot XI, con cui il suo progettista Louis Blériot compì la prima trasvolata della Manica il 25 luglio 1909.
Il Ca.8 era quindi un monoplano ad ala alta, in cui il controllo del rollio avveniva per mezzo dello svirgolamento dell'ala, ottenuto tramite appositi tiranti. La fusoliera era di sezione rettangolare, il motore era un tre cilindri a ventaglio Anzani da 25 CV e l'elica bipala in legno.
La serie dei velivoli successivi, dal Ca.9 al Ca.16, rappresentò un costante affinamento del progetto. Di questi vale la pena ricordare il Ca.9, tutt'oggi conservato presso il museo "Gianni Caproni", il Ca.11 che ottenne il record italiano di velocità, ed il Ca.12 detentore mondiale dello stesso record, ed anche il primo velivolo con cui venne effettuato il primo trasporto di un passeggero (pagante) in Italia, il 22 aprile 1912.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
- www.museocaproni.it Caproni Ca.6 al Museo Gianni Caproni di Trento
- www.museocaproni.it Caproni Ca.9 al Museo Gianni Caproni di Trento