Carta dei diritti fondamentali

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La Carta dei diritti fondamentali è stata emanata dal Consiglio europeo di Nizza il 7 dicembre 2000 e proclamata solennemente da Parlamento, Consiglio e Commissione.

È stato lasciato al futuro il compito di sciogliere il nodo sulla valenza giuridica della carta, intanto, però, essa ha un forte valore poiltico e rende esplicita e solenne la serie di valori che la Corte di giustizia delle Comunità europee si è riservata di difendere. È ben noto che i trattati istitutivi delle Comunità prevedevano sì una serie di libertà, ma strumentali alla realizzazione del mercato comune. Dai primi anni '70 la Corte, però, riconobbe che i diritti fondamentali, quali risultano dalle tradizioni costituzionali dei paesi membri e dalla Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU), fanno parte dei principi generali di cui essa garantisce l'osservanza (nelle situazioni in cui rileva la disciplina comunitaria). Dal 1977 le istituzioni hanno seguito l'orientamento della Corte e nel 1992, con il Trattato di Maastricht, all'art. 6, si è formalizzata la giurisprudenza della Corte in materia. La comunità ha riconosciuto la CEDU, pur non aderendovi, ma bisogna constatare che comunque la tutela dei diritti fondamentali è sempre stata adeguata al di là di quanto espressamente stabilito dalla base giuridica principale, il Trattato, fino a Maastricht.

I diritti riconosciuti dal testo sono raggruppati in sei capitoli:

Dignità
Libertà
Uguaglianza
Solidarietà
Cittadinanza
Giustizia

La Costituzione europea ne ha integrato il testo nella parte II, ma finché la Costituzione non entrerà in vigore la Carta dei diritti fondamentali non sarà giuridicamente vincolante.