Cavallo di fuoco
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Il Cavallo di fuoco (in dialetto locale lu Cavalla dë fuoca) è una rievocazione storica che si tiene ogni anno a Ripatransone (Ascoli Piceno), nel giorno dell'Ottava di Pasqua. Consiste in una manifestazione pirotecnica di particolare spettacolarità e, soprattutto per i cittadini, a forte coinvolgimento emotivo. Essa richiama in media varie migliaia di spettatori: ripani, abitanti dei comuni limitrofi e, non di rado, turisti provenienti anche da regioni lontane.
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[modifica] Origini
La prima domenica dopo Pasqua coincide, nella cittadina picena, con la ricorrenza della Madonna di San Giovanni, patrona della città e diocesi. La tradizione fa risalire le origini del Cavallo di fuoco al 10 maggio 1682, quando un artificiere di Atri, chiamato per i festeggiamenti, improvvisò lo spettacolo in sella a un vero animale, correndo avanti e indietro nella pubblica piazza e scaricando i fuochi in mezzo a una folla divertita e sorpresa. Il fatto tanto entusiasmò i ripani che essi presero a rievocarlo annualmente, sostituendo però l'animale vivo con una sagoma.
[modifica] Rievocazione moderna
Lo spettacolo costituisce la manifestazione civile concomitante alle celebrazioni religiose della Madonna di San Giovanni ed è organizzato dalla confraternita che la rappresenta. Attualmente il Cavallo consiste in un modello di latta imbottito di numerosi petardi: essi vengono esplosi in aria, ma scintille investono anche la gente accalcata; si genera così notevole scompiglio, anche se non un reale pericolo per chi assiste.
La mattina di domenica, il Cavallo viene portato in piazza per la benedizione del Vescovo. Intorno alle 21 il viene prelevato nuovamente dal corpo bandistico cittadino e, attraverso la circovallazione, viene condotto in corso Vittorio Emanuele, accompagnato da uno stuolo di giovani, dai loro canti e dalla tradizionale Marcia n. 23 del maestro Vincenzo Guarino. Infine entra nelle piazze Matteotti e Condivi, fra loro adiacenti, per portarsi sul sagrato della Cattedrale cinquecentesca.
Compiuto un giro di ricognizione per verificare la transitabilità tra la folla, viene soppressa la pubblica illuminazione e si aziona il meccanismo dei fuochi artificiali. Il Cavallo, trainato da volontari ben protetti, compie allora diverse tornate, sputando fiamme in tutte le direzioni. I fuochi possiedono anche nomi popolari: dai baffi che vengono sparati addosso alla gente (imprevedibilmente dal fianco destro o sinistro), alla girella (o secondo alcuni girandola), corona di petardi posta in testa al finto animale che viene fatta roteare e termina le proprie evoluzioni nel cielo. Nella confusione che si determina, parte della folla viene dispersa, mentre altra parte (specialmente i ragazzi) insegue il Cavallo accompagnandolo festosamente nella sua corsa.
Buona parte dei botti viene comunque esplosa in aria: particolarmente intensa è la detonazione che segna il termine ultimo della rievocazione e dell'intera ricorrenza. Lo spettacolo ha una durata complessiva generalmente compresa fra i trenta e i quarantacinque minuti. Una volta concluso, la banda riaccompagna il Cavallo alla sua rimessa e lì esso rimane, in attesa della prossima rievocazione.
[modifica] Successo dello spettacolo
Il Cavallo di fuoco è abbastanza amato dai ripani: sia dai ragazzi (che in molti casi vi vedono anche l'occasione per una bevuta), sia dal resto della popolazione, compresa quella proveniente dall estero . Dal 2005 l'attesa dei giovani per la festività si è concretizzata anche in una veglia che, organizzata alla vigilia dell'Ottava, ha richiamato molte persone. Lo spirito è già diverso per chi proviene dai paesi limitrofi: i giovani sono altrettanto animati, ma naturalmente non condividono il senso di appartenenza proprio dei cittadini; al punto che molti forestieri ritengono di tracciare un parallelo con il Bove finto del seguitissimo carnevale offidano. Si tratta però di due manifestazioni molto diverse per origine, caratteri e motivazioni, cosicché gli abitanti delle città interessate rifiutano il paragone. In chi proviene da zone più lontane o addirittura da altre province, infine, predominano la curiosità e il fine di turismo. L'affluenza di persone è notevole: gli alberghi cittadini sono infatti esauriti già varie settimane prima dell'evento[citazione necessaria].
[modifica] Passate polemiche
In una sola occasione, verso la metà degli anni ottanta, il Cavallo di fuoco fu – per così dire – fermato da ragioni di ordine pubblico: la manifestazione si svolse, ma la sagoma fu obbligata a restare immobile al centro di piazza Condivi. A determinare la decisione d'autorità fu la preoccupazione per ipotetici rischi, dovuta più al notevole afflusso di partecipanti che a veri precedenti in grado di giustificarla. Si parla infatti in alcune occasioni di diecimila persone, molte delle quali stipate in due piazze non più lunghe di cento metri in totale. Perso lo spirito originario, lo spettacolo fu duramente contestato dai ripani e l'episodio non si ripeté; ma è all'origine del giro di ricognizione compiuto dal Cavallo prima di iniziare la sua corsa.
[modifica] Curiosità
- Secondo un aneddoto la popolare Marcia n. 23 (per tutti semplicemente Ventitré) fu composta dal maestro Guarino su ispirazione dello... zoccolare di un concittadino che disturbò il suo riposo in un pomeriggio estivo.
- Un'altra voce indica come il più grave incidente causato dal Cavallo di fuoco l'ustione della pelliccia di una spettatrice, forse ascolana, che si era presentata in abbigliamento decisamente sconsigliato.
- In onore del Cavallo, ormai feticcio della città, uno degli apprezzati vini locali è stato denominato appunto Cavallo di fuoco.
- In occasione dell'ottocentenario della fondazione di Ripatransone si è tenuta anche un'edizione estiva del Cavallo di fuoco il 24 luglio 2005, a ridosso della festa di Santa Maria Maddalena, patrona della città.