Chiesa di Carminiello ai Mannesi
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La Chiesa di Carminiello ai Mannesi fu eretta a Napoli.
Il tempio venne raso al suolo durante un'incursione aerea del 1943; dalle macerie si è scoperto che nelle viscere della chiesa, vi era un vasto complesso dell'estensione di un'intera insula; compresa tra il Decumano Maggiore e il Decumano Minore. Il ritrovamento archeologico prese il nome di Complesso di San Carminiello ai Mannesi.
[modifica] Le terme romane
L'area archeologica è situata nel cuore antico di Napoli, composta da due insulae della città greco-romana di Neapolis. Fondata intorno al 470 a.C., Neapolis (dal greco nea polis = città nuova, per distinguerla dal preesistente insediamento di Partenope, ubicato sul Monte Echia) aveva un assetto urbanistico con strade perpendicolari fra loro. In particolare tre grandi vie rettilinee, dette plateie, correvano in senso est-ovest ricalcando le attuali direttrici di: -via Pisanelli, via Anticaglia, via SS. Apostoli (plateia superiore); -via S. Pietro a Maiella, via Tribunali (plateia mediana); -via B. Croce, v. S. Biagio dei Librai, via Vicaria Vecchia, via Forcella (plateia inferiore). Tali strade erano intersecate perpendicolarmente da stenopoi in senso nord-sud, ancora oggi riconoscibili in strade quali: via Atri, vico Giganti, via Duomo, vico Zuroli, ecc... Grazie all' incrocio tra plateie e stenopoi, si formavano le insulae, isolati rettangolari dalle dimensioni standard di m. 180 per 35. Le insulae di Carminiello ai Mannesi erano delimitate dalle plateie mediana (altezza Via Tribunali) ed inferiore (altezza Via Vicaria Vecchia) e da due stenopoi (Via Duomo e Vico Zuroli) ed erano suddivise da un ulteriore stenopos, oggi non più esistente. L'area visibile attualmente, è soltanto una parte del complesso che si estendeva per circa 700 mq. L'area, fin dalla fondazione, è stata inquadrata secolo lo schema tipico di costruzione con una seria di terrazzamenti che discendevano verso il mare.
La riprova di ciò viene dal rinvenimento di strutture in blocchi di tufo. L'unica traccia della frequentazione più antica, è data dal rinvenimento avvenuto negli anni sessanta, dei resti di un tempietto risalente al V secolo a.C. e poi rifatto nell'età imperiale. La maggiore frequentazione dell'area avvenne in età repubblicana con l'insediamento di molte domus. Diversi interventi di riqualificazione urbana si sono verificati successivamente nel corso dell'età imperiale ed in particolare in seguito al grande terremoto del 62 d.C. e dall'eruzione vesuviana del 79 d.C. A Carminiello ai Mannesi, le preesistenti domus vennero obliterate da un'imponente costruzione a due livelli con annesso impianto termale. Tale edificio non subirà più sottoposto a modifiche strutturali fino all'abbandono nel V secolo, se si eccettua l'inserimento di un luogo di culto dedicato al dio Mitra. A partire dal V secolo, l'area venne trasformata in un immondezzaio mentre gli edifici vennero spoliati da materiali per reimpiego. Lo stenopos posto fra le due insulae in questione venne completamente riempito. Intorno all'VIII secolo, parte degli ambienti vennero riutilizzati.. Una prima chiesa venne eretta nella zona nell'alto medioevo e nel corso del XVI secolo questa venne inglobata nella Chiesa di Santa Maria del Carmine ai Mannesi, poi venne intitolata a Carminiello per le sue modeste dimensioni. Il toponimo "Mannesi" si riferisce a tutta l'area nella quale vi lavoravano costruttori e riparatori di carri.
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