Canzone napoletana
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Con il termine Canzone napoletana si identifica la musica popolare originaria di Napoli. L'origine della canzone napoletana data intorno al 1200 ed, in quanto espressione spontanea del popolo di Napoli, si sviluppò maggiormente dall fine del '500 ala fine del '700. Questa espressione artistica popolare era allora carica di contenuti positivi ed ottimistici e raccontava la vita,il lavoro ed i sentimenti popolari. In seguito, fra la seconda metà dell'Ottocento e la prima metà del Novecento, essa fu oggetto di inclusione, nei suoi temi, di decadentismo, pessimismo e drammatismo ad opera di intelettuali che ne modificarono lo spirito originario.In quel periodo i maggiori musicisti e poeti locali si cimentano nella composizione di numerose canzoni. Un esempio di tale tendenza è quello di Gabriele d'Annunzio che scrive i versi di 'A Vucchella (*).
(*) Si narra che il d'Annunzio abbia scritto la canzone dopo un'accesa discussione con Ferdinando Russo che scommetteva sull'incapaciatà del poeta pescarese di scrivere in lingua napoletana
Il periodo più importante della canzone napoletana è intorno ai primi dell'800 quando la canzone "Palummella zompa e vola" fu addirittura proibita per i suoi evidenti contenuti sovversivi, poiché alludeva alla libertà, ed infatti gli autori ne cambiarono il testo, ma il popolo napoletano continuò a cantarne la musica a bocca chiusa.
Nel 1835 a Napoli dilaga la melodia di Te voglio bbene assaje scritta da Raffaele Sacco e la cui musica è di Gaetano Donizetti. Le celebrazioni della festa di Piedigrotta sono l'occasione ideale per l'esibizione dei nuovi pezzi, che vedono tra gli autori personalità quali Salvatore di Giacomo, Libero Bovio, E.A. Mario, Ferdinando Russo, Ernesto Murolo.
In pieno novecento la canzone sopravvive grazie al ruolo primario del Festival di Napoli, che tra querelle e scandali riesce a imporre la sua canzone in tutta Italia prima ancora che si affermasse il Festival di Sanremo.
La parabola storica della canzone napoletana termina nella seconda metà degli anni '60, quando il Festival entra in crisi (si conclude nel 1970) e la canzone perde ogni legame col suo retaggio classico divenendo espressione del sottoproletariato urbano. La fama di questo genere rimane immutata nonostante il passare del tempo, e tutti i cantanti affermati inseriscono regolarmente alcuni tra i pezzi più famosi nel loro repertorio seguendo le orme di Enrico Caruso e Beniamino Gigli.
Indice |
[modifica] Strumenti
Gli strumenti classici della canzone napoletana sono:
- Mandolino
- Chitarra
- Colascione o calascione (una sorta di antesignano del moderno basso)
- "Triccheballacche" (Strumento a percussione in legno)
A questi si aggiungono tamburi (Tamorre) e tamburelli, caccavella o putipù, ed altri strumenti di fattura spesso artigianale.
[modifica] Storia
Escludendo villanelle e canti popolari precedenti al 1800 e che ancora non avevano la struttura melodica e lirica tipica della Canzone Napoletana propriamente detta, molte fonti collocano la nascita della canzone napoletana universalmente conosciuta al 1839 e al brano Te voglio bene assaje. Il testo fu scritto da Raffaele Sacco e musicato da Francesco Campanella. La canzone fu presentata il 7 settembre 1839 alla Festa di Piedigrotta.
[modifica] La macchietta
Altro genere di canzone napoletana molto popolare fu la "macchietta", termine derivato dal modo di descrivere personaggi e situazioni come in uno schizzo abbozzato in modo caricaturale. fra gli autori ed interpreti di questo genere vanno ricordati Nicola Maldacea e Nino Taranto.
[modifica] Il secondo dopoguerra
La Seconda guerra mondiale segnò profondamente la città di Napoli ed anche la canzone non poté sfuggire alla tragicità degli eventi, Munasterio 'e Santa Chiara è la testimonianza più struggente di quel momento ma, come sempre, Napoli riesce anche a sorridere nei momenti più bui, "Tammurriata Nera" fu l'esempio di come l'umorismo partenopeo fosse sempre pronto ad emergere, anche di fronte a fatti tragici.
[modifica] Gli anni sessanta
È il periodo d'oro del Festival della Canzone Napoletana, ma è anche l'epoca di fenomeni innovativi: Peppino di Capri opera una "fusion" fra melodia napoletana e ritmi di altre culture musicali imponendosi all'attenzione di critici e pubblico; Renato Carosone mette a disposizione le sue esperienze di pianista classico e di jazzista, le fonde con ritmi africani e americani e crea una forma di macchietta, ballabile e adeguata ai tempi.
[modifica] Gli anni settanta
Tramontato il Festival, la canzone napoletana si adegua alle esigenze del tempo, vengono ripresi ed attualizzati i temi della sceneggiata, Mario Merola, pur rimanendo legato alla canzone tradizionale, è il principale interprete di questa nuova tendenza. Intanto il fermento musicale di quell'epoca è avvertito anche da nuovi autori come Alan Sorrenti e Pino Daniele che daranno un'impronta nuova alla musica partenopea.
[modifica] Gli anni ottanta
È il periodo che porta alla luce il fenomeno dei cosiddetti "cantanti neomelodici", sono spesso giovani interpreti che tentano di seguire le orme di Nino D'Angelo o Mario Merola esibendo canzoni impostate musicalmente su un mix di melodia partenopea e musica da hit parade. A loro fa da contraltare la satira di Tony Tammaro che, parodiandone tematiche ed inflessioni, crea un genere di gustosa macchietta moderna.
[modifica] Gli anni novanta
In questo periodo si ha un "Boom" del genere neomelodico, ormai la canzone napoletana originaria ha un declino inevitabile col cambio generazionale, i giovani preferiscono cantanti come Gigi Finizio, Gigi D'Alessio, Luciano Caldore, Ciro Rigione, Tommy Riccio pur non rinnegando totalmente il passato.
[modifica] Gli anni duemila
Gli anni duemila sono gli anni del consacramento della nuova musica napoletana, un rimodernamento dovuto. Qui le case produttrici napoletane sfornano cantanti su cantanti, compilation, videoclip, DVD, concerti, programmi televisivi locali. I maggiori esponenti di questo nuovo genere sono Gianluca Capozzi, Alessio, Raffaello.
[modifica] Canzoni
- Fenesta vascia (1500, rielaborazione di un canto siciiano del 1400)
- 'A picciotta
- Santa Lucia luntana
- Serenata napulitana
- Uocchie de suonno
- O' cardillo
- Canzona mariranesca
- Maria Marì
- 'A casciaforte
- Anema e core
- 'A tazza 'e cafè
- Core 'ngrato
- Dduje paravise
- Era de maggio
- Funiculì funiculà
- Guaglione
- Guapparia
- Lacreme napulitane
- Luna caprese
- Luna Rossa
- Malafemmena
- 'O sole mio
- 'O cunto 'e Mariarosa
- 'O surdato 'nnammurato
- Passione
- Reginella
- Tammurriata nera
- Te voglio bene assaje
- Torna a Surriento
- Tu vuo' fa' l'americano
- Voce 'e notte
vedi anche: Lista di canzoni napoletane
[modifica] Autori e interpreti
(in ordine alfabetico)
- Mario Abbate
- Sergio Bruni
- Renato Carosone
- Enrico Caruso
- Pino Daniele
- Mario Da Vinci
- Salvatore di Giacomo
- Aurelio Fierro
- Gigi Finizio
- Peppino Gagliardi
- Beniamino Gigli
- Enzo Gragnaniello
- Angela Luce
- Mario Merola
- Roberto Murolo
- Nuova Compagnia di Canto Popolare
- Salvatore Papaccio
- Massimo Ranieri
- Giacomo Rondinella
- Ferdinando Russo
- Giulietta Sacco
- Lina Sastri
- Valentina Stella
- Tito Schipa
- Ernesto Tagliaferri
- Ferruccio Tagliavini
- Nino Taranto
- Totò
- Raffaele Viviani
[modifica] Film con canzoni napoletane
- Carosello napoletano scheda film
- Maruzzella
- Accarezzame
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
- Archivio storico sonoro della canzone napoletana
- Guida musica napoletana
- Video e Immagini di cantanti napoletani
- Sito di musica napoletana
- Casa Discografica Napoletana
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