Dan (patronimico)
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Il patronimico dan si ritrova sparso in tutta l'Europa e l'area del Mediterraneo. Questo ha portato ad audaci ricostruzioni storico-religiose da parte di numerosi e improvvisati studiosi.
In indoeuropeo la radice dn significa "acqua", e infatti la ritroviamo nei nomi di numerosi fiumi, come il Don, il Danubio, il Dnjepr, lo stesso Po, che un tempo si chiamava Eridano. Non dimentichiamo lo stretto dei Dardanelli.
Per quanto riguarda i popoli ricordiamo:
- Dan, una delle dodici tribù di Israele,
- i Danesi,
- i Danai, altro nome degli Achei figli di Danao,
- i Danuna o Denyen, una tribù dei così detti Popoli del Mare, che invasero il SudEst del Mediterraneo nel 1200-1000 a.C.
- i Tùatha dé Danaan, antica popolazione irlandese pre celtica,
- i Sherden, altra tribù degli invasori "dietro le isole", (dall'egizio Haunebu), come gli Egizi chiamarono i Popoli del Mare.
Tutte le lingue indoeuropee si sono sviluppate per l'appunto da un unico ceppo, che si è poi differenziato nei diversi linguaggi più o meno parallelamente alle migrazioni dei diversi popoli.
Queste migrazioni/invasioni sono raccontate attraverso i miti, come il mito del matrimonio dei cinquanta figli di Danao (eponimo dei greci Achei) con le cinquanta figlie di Egitto (eponimo degli Egizi). La stessa Odissea, con i Nóstoi, possono essere considerati documenti di relativa attendibilità storica. Maggiore conferma danno i documenti d'archivio di Stati come l'Egitto, l'Impero Ittita, ma anche delle città-stato come Ebla.
La storia di periodi così lontani e bui è difficilmente ricostruibile con obiettività: ogni volta che ci si trova di fronte al nome di una tribù, il desiderio di considerarla un popolo stanziale, con una struttura governativa stabile, con una cultura propria, fatta di alfabeto, leggi e opere d'arte, porta a congetture campate per aria.
La parola "dan" quindi identifica popoli sicuramente nomadi, sicuramente diversi, che hanno vissuto in aree e tempi diversi. Ciò che li accomuna è l'acqua, e in particolar modo il fatto di venire "da lontano", da "oltre il mare", da dietro le isole.
[modifica] Danai, Sherden e Sardi
Negli ultimi anni si è avviato un movimento di rinascimento o, per meglio dire, risveglio sardo, per il quale ci si sforza di trovare, soprattutto nell'antichità, segni di forza, di rimpianta possenza, dell'isola che si trova al centro del Mediterraneo.
Tra le tribù degli Haunebu son citati i Sherden. Per alcune persone la radice principale di "Sherden" è dn, ignorando completamente il significato del prefisso shr, né proponendone alcuno. Così la Sardegna è diventata centro nevralgico di un impero di pirati che riscuotevano dazi nel Mediterraneo intero, dalla Grande Sirte, fino alla desolata Europa del Nord. Insomma, ovunque si possa trovare traccia dei "dan".
"Sherden", invece, è molto simile a Sardi, la città anatolica: la n al termine del nome starebbe a significare "da Sardi", cioè un popolo che, come tutti i Popoli del Mare, viene dall'Anatolia, dal Nord, rispetto l'Egitto. Mentre la Sardegna è solo terra d'approdo di questa gente cacciata dalla madre patria e dall'Egitto, come d'altronde la Palestina per i Pelest, la Toscana per i Tursa, la Sicilia per i Sekeles, il Lazio per Enea e i suoi Dardani, il Veneto per gli Eneti.
La città di Sardi è comunque stata edificata nel 1000 a.C., mentre i shardana invasero l'anatolia nel 1200 a.C., e si pensa fossero stanziati in Sardegna già dal 2000 a.C.
