Dar al-Islam
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Con l'espressione araba dār al-Islām (lett. "Casa dell'Islam") la cultura islamica identifica i territori che sono sottoposti all'imperio politico e giuridico dell'Islam.
A tale espressione si oppone quella di dār al-harb, ovvero "territori (aperti) alla guerra": quindi territori di conquista, dopo la quale essi potranno essere considerati parte della dār al-Islām.
Nella dār al-Islām hanno diritto di vivere e operare, con alcune limitazioni, solo i musulmani e gli appartenenti alle cosiddette religioni "del Libro" ( Ahl al-Kitāb ) mentre ne sono esclusi i politeisti pagani. Questa non è più una realtà da quando il mondo islamico ha assunto un assetto nazionale analogo a quello verificatosi nell'Occidente cristiano, anche se seguita a non essere consentito costruire comunque templi dedicati a divinità di religioni considerate dall'Islam politeistiche. laddove ciò resta consentito ai fedeli dell'Ahl al-Kitāb.
Le limitazioni civili per quest'ultima si restringono all'impossibilità di adire le magistrature islamiche e di comandare eserciti formati da musulmani (cosa che invece fu permessa a Sir Glubb Pasha in Transgiordania, comandante della Legione Araba fra la Prima e gli anni successivi alla Seconda guerra mondiale).
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