Domenico Marotta
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Domenico Marotta ( 28 luglio 1886 - 20 marzo 1974 ) è stato un chimico italiano e direttore dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) dal 1935 al 1961.
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[modifica] Biografia
Laureatosi in Chimica nel 1910 all'Università degli studi di Palermo col prof. Giorgio Errera con una tesi dal titolo Azione dell'acido nitrico sullo ftalacene, venne assunto al laboratorio di chimica di Palermo. Si mise in luce lo stesso anno in occasione di una un'epidemia di colera, ottenendo una decorazione. Nel 1911 si trsferì a Roma dove venne notato dal chimico Emanuele Paternò il quale lo fece assumere al laboratorio chimico del'Istituto di Sanità Pubblica, ubicato in Piazza Vittorio. Dopo aver vinto per concorso la cattedra di Chimica analitica all'Università degli Studi di Firenze, il 25 luglio 1935 venne nominato direttore dell'ISS e rimase in tale carica fino al 29 luglio 1961.
Marotta è considerato l'inventore dell'Istituto Superiore di Sanità. Nei ventisei anni di direzione riuscì a ottimizzare la qualità e la quantità dei risultati del lavoro dell'ISS. Vennero insediati numerosi servizi tecnici (gli stabulari, gli uffici amministrativi, i magazzini, le officine, la biblioteca, ecc.). All'ISS inoltre, oltre lo svolgimento di congressi e conferenze scientifiche, venne affidata la formazione professionale di ricercatori, anche provenienti dall'esterno; i laboratori vennero dotati di attrezzature specifiche e fu allestito un museo scientifico di notevole significato storico e di grande valore artistico. Marotta, inoltre, fondò nel 1938 la prestigiosa rivista scientifica Rendiconti dell'Istituto Superiore di Sanità, ribattezzata nel 1965 Annali dell’Istituto Superiore di Sanità. Nel 1937 aveva tradotto e pubblicato La nuova Atlantide di Francesco Bacone, un racconto utopico in cui il benessere della collettività era legato al progresso della conoscenza scientifica.
Alla fine della seconda guerra mondiale la ricerca scientifica in Italia stava rapidamente riprendendosi. Marotta fu capace di gestire l'Istituto Superiore di Sanità risollevandone il prestigio e modernizzandone le attrezzature. Nel 1946 venne costruito il primo e unico microscopio elettronico italiano, che sostituiva quello della ditta Siemens sequestrato dai tedeschi dopo l'8 settembre 1943. Nel 1947, venne lanciato il Piano Missiroli grazie al quale venne sconfitta definitivamente la malaria. Marotta riuscì anche a portare in Italia figure importanti quali i premi Nobel Ernst Boris Chain e Daniel Bovet. Egli creò il Centro Internazionale di Chimica e Biologia che, dopo la costruzione nel 1948 di un impianto pilota per la produzione della penicillina, il fermentatore, divenne operativo a pieno ritmo dal 1951 per la produzione della da poco scoperta penicillina: una iniziativa senza eguali che offriva all'Italia una certa autonomia in questo settore farmacologico, altrimenti dominato da Inghilterra e Stati Uniti.
Dopo il pensionamente e una vicenda giudiziaria da cui venne assolto, dal 1962 al 1974 è stato presidente dell'Accademia Nazionale delle Scienze, detta Accademia dei XL.
[modifica] Il caso Marotta
Nel 1962 un impiegato dell'istituto pubblico segnalò diverse irregolarità nell'amministrazione, che non sarebbe stata conforme alle disposizioni legislative. Vennero aperte due inchieste parallele, una del Ministero del Tesoro ed una del Ministero della Sanità. Anche una parte della stampa di sinistra sostenne le accuse. Le inchieste ministeriali stavano per concludersi favorevolmente per Marotta, quando la questione passò (probabilmente grazie ad un'abile manovra) nelle mani della magistratura. I ministri della sanità e del tesoro dell'allora governo Leone furono velatamente accusati di avere insabbiato la vicenda.
L'8 aprile 1964 Domenico Marotta, ormai ottantenne in pensione, fu arrestato per irregolarità amministrative nella gestione dell'ente pubblico. Il processo si svolse parallelamente ad un altro, che vide coinvolto un personaggio che alla direzione d'un altro ente statale ne aveva risollevato il destino e, come Marotta era accusato di illeciti amministrativi: Felice Ippolito.
In primo grado Marotta fu condannato a sei anni e otto mesi di carcere, ma in appello le accuse furono ampiamente svalutate, portando all'assoluzione dell'imputato.
Nel 1986 sulla prestigiosa rivista Nature, la vicenda giudiziaria di Marotta venne definita una incomprensibile vendetta politica (Gwyn Macfarlane, Thunder in the air, reviews The Life of Ernst Chain: Penicillin and Beyond, 319(6052): pp. 363-4, 1986).
[modifica] Voci correlate
[modifica] Bibliografia
- Daniel Bovet, Domenico Marotta, Ann. Ist. Super. Sanità 29(Suppl. 1): pp. 7-21, 1993. Testo del la commemorazione pronunciata dal linceo Bovet il 12 aprile 1975 [1]
- Giorgio Bignami, Origins and Subseqeunt Development of the Istituto Superiore di Sanità in Rome (Italy) [2]
- Giovanni Paoloni, Il caso Marotta: la scienza in tribunale, Le Scienze 431, luglio 2004