Dottrina Mitterrand
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Con dottrina Mitterrand si intende una prassi intrapresa dal presidente francese François Mitterrand a partire dal 1985 con la quale la Francia garantì il diritto d'asilo ai rifugiati politici stranieri, particolarmente italiani, ricercati nei loro paesi per «atti di natura violenta ma d'ispirazione politica», diretti contro qualunque stato, purché non diretti contro lo stato francese e purché i loro autori abbiano rinunciato ad ogni violenza politica. La protezione non riguardava i reati più efferati come l'omicidio[citazione necessaria] e la strage. Questa prassi era basata solo su dichiarazioni orali di Mitterrand.
Questa dottrina venne eleborata da gruppo di lavoro (formato da alti ufficiali di polizia, avvocati, magistrati e da consiglieri dell'Eliseo e del governo francese) che nel 1984-85 esaminarono fascicoli processuali italiani relativi a latitanti italiani rifugiatisi in Francia[1].
Nel caso di rifugiati italiani, tale prassi veniva giustificata con la "non conformità" della legislazione italiana agli standard europei.
Nell'ambito del caso Cesare Battisti, il Consiglio di Stato francese, massimo organo legale del paese, ha negato nel 2004 ogni validità legale alla cosiddetta "dottrina".
A commento di questa dottrina Gilles Martinet, un anziano intellettuale socialista ed ex ambasciatore in Italia ha scritto: "Non potendo fare la rivoluzione nel proprio Paese, si continua a sognarla altrove. Continua ad esistere il bisogno di provare a se stessi di essere sempre di sinistra e di non essersi allontanati da un ideale", nella prefazione ad un libro dedicato al caso Battisti[2].
[modifica] Note
- ↑ "Dottrina Mitterrand" e "Dottrina Spataro" in carmilla
- ↑ Guillaume Perrault, Génération Battisti: ils ne voulaient pas savoir, Plon, 2005 ISBN 978-2259203258