Ebioniti
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Ebioniti, dal latino Ebionaeans, mutuato dal greco Ebionaioi, a sua volta derivante dall'aramaico ebhyonim, "povero". Tale nome veniva dato ad un gruppo cristiano di orientamento giudaizzante sorto in Giudea e Siria alla metà del I secolo.
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[modifica] Storia
Secondo Epifanio, vescovo di Salamina in Cipro del IV secolo, i primi Cristiani produssero un Vangelo molto diverso dai Vangeli Sinottici del Canone, il cosiddetto "Vangelo degli Ebioniti", una rielaborazione ebraica del Vangelo di Matteo che tralasciava parti della vita di Gesù, come la nascita dalla Vergine e la resurrezione. Tale gruppo era conosciuto col nome di Ebioniti e questo nome restò per designare i cristiani giudaizzati della Batanea e dell'Horan (regioni ad est della Galilea), che affermavano di avere tra di loro i discendenti della Famiglia di Gesù. Essi vivevano in povertà perché sostenevano che alla fine del mondo solo i poveri si sarebbero salvati. Sono stati chiamati Ebioniti, fino al IV secolo, anche gli ebrei convertiti che mantenevano contatti con la comunità originaria.
Gli Ebioniti si staccarono dal resto della comunità cristiana alla fine del II secolo, quando furono dichiarati eretici, per i loro dissensi con gli scritti di San Paolo, che consideravano un apostata per le sue posizioni riguardo l'osservanza della Torah da parte dei convertiti e perché predicava una nuova dottrina più adatta al mondo pagano.
Gli Ebioniti, i cui insegnamenti arrivarono fino in Persia ed influenzarono sia la Palestina che la Siria, sopravvissero, in seguito, assimilando anche concezioni gnostiche e molte delle loro tradizioni furono recepite dai Nestoriani, dalla Chiesa Celtica e da varie sette mediorientali. La setta si estinse in seguito all'invasione della Siria da parte degli arabi (637).
[modifica] Dottrina
Secondo la loro dottrina cristologica, Gesù era un uomo perfetto, un grande maestro, figlio carnale di Maria e Giuseppe, che fu adottato come Figlio, da Dio, al momento del suo battesimo, quando Dio gli disse: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto" (Matteo 3,17). Gesù sarebbe tornato come Messia e Re per fondare sulla Terra un regno di pace, giustizia e prosperità, con l'aiuto dagli Eletti di Israele. Essi, inoltre, reputavano Gesù un profeta di eccezionali doti, incarnazione dello spirito profetico che aveva precedentemente imbevuto Adamo e Mosè, ed erano ancora in attesa della venuta del Messia. In base alle loro credenze tutti coloro che, come Gesù, avessero adempiuto la Legge (Torah), sarebbero stati come lui. Paolo di Tarso cercò di uscire da questa visione giudaizzante per entrare in una visione più cosmopolita, sostituendo la Legge con la Grazia. Essi sostenevano l'assoluta unità di Dio (negazione della Trinità), l'assoluta umanità di Gesù (negazione della divinità del Figlio) e la totale priorità della Legge, in quanto massima espressione della volontà divina.
[modifica] Eusebio di Cesarea
Nella sua Storia Ecclesiastica Eusebio scrive:
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(Eusebio di Cesarea, Storia Ecclesiastica)
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[modifica] Bibliografia
- Mead, G.R.S. – Gnosticismo e cristianesimo delle origini – Fratelli Melita, 1988
- D.Donnini, Nuove Ipotesi su Gesù, Macro Edizioni, Sarsina (Fo), 1993
- I Vangeli apocrifi a cura di Marcello Craveri, Giulio Einaudi editore, Torino, 1990
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
Capitolo della Historia Ecclesiastica di Eusebio con il riferimento agli Ebioniti (in inglese)