Vangelo secondo Matteo
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Il Vangelo secondo Matteo è il primo dei vangeli sinottici nella sequenza del canone biblico relativa al Nuovo Testamento. Come gli altri tre vangeli contiene un resoconto della vita di Gesù Cristo.
Indice |
[modifica] Composizione
La priorità di Matteo rispetto agli altri vangeli non è più oggetto di serio dibattito dal momento che risulta ormai dimostrata la sua anteriorità rispetto a Marco.
[modifica] Dati della tradizione
Il Vangelo attribuito a Matteo non lo nomina come autore, ma la testimonianza degli storici della Chiesa primitiva identifica Matteo in uno dei dodici apostoli di Gesù, ed ex pubblicano, cioè esattore delle tasse (cfr 9,9). C'è, in questa tradizione, la volontà di attribuire la redazione dello scritto a uno dei dodici apostoli, per sancirne l'autorità.
[modifica] Ipotesi sulla formazione del testo
Secondo la tradizione in origine esso sarebbe stato scritto in aramaico) e solo in seguito fu tradotto in greco. Questa ipotesi deriva da san Girolamo che nel suo De viris illustribus ("Sugli uomini illustri") al cap. III afferma "Matteo, detto anche Levi, da pubblicano fattosi Apostolo, fu il primo di Giudea che scrisse il vangelo di Cristo, nella lingua degli Ebrei, per quelli che si erano convertiti al giudaismo" (Cit. da "Opere scelte di San Girolamo" a cura di E. Camisani, Torino, 1971, vol. I, pp. 114-115).
Questo dato sembrerebbe avvalorato dal fatto che all'inizio del III secolo Origene, commentando i vangeli, scrisse, secondo una citazione fatta da Eusebio di Cesarea: "Per primo fu scritto quello secondo Matteo, il quale... lo pubblicò per i fedeli provenienti dal Giudaismo, dopo averlo composto nella lingua degli Ebrei". (Cit. da Storia Ecclesiastica, VI, xxv, 3-6, trad. di F. Maspero e M. Cerva, Milano 1979).
Papia invece, in uno dei frammenti conservati da Eusebio, afferma: "Matteo ordinò in lingua ebraica i detti, ma li tradusse ciascuno come meglio poté".
In realtà è probabile che il testo di Matteo sia influenzato da una più antica redazione di Marco.
[modifica] Critica moderna
La maggior parte degli studiosi moderni mette in dubbio l'esistenza di un proto-vangelo ebraico e ritiene che la lingua originale del vangelo fosse il greco.
L'esame interno del vangelo sembra presentare uno stadio evoluto del pensiero cristiano e presupporre una importante componente di provenienza giudaico-ellenistica, che si pone in netto contrasto con la sinagoga ed il gruppo fariseo integrista che aveva assunto la guida del superstite mondo giudaico, dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme.
Basandosi anche sul riferimento presente in 22,7, che pare presupporre la conoscenza della caduta di Gerusalemme dell'anno 70, molti studiosi propendono per una data di composizione intorno all'80. Anche secondo i fautori della cosiddetta teoria delle due fonti il vangelo di Matteo sarebbe posteriore a quello di Marco, scritto intorno all'anno 70, che sarebbe stato utilizzato da Matteo e Luca, insieme un'altra fonte comune poi andata persa. Questa fonte, chiamata Q, avrebbe contenuto soprattutto i detti ("logia") di Gesù. Quanto al luogo di composizione, l'ipotesi ritenuta più attendibile è quella che il vangelo di Matteo sia stato composto ad Antiochia.
[modifica] Struttura e contenuto
Il Vangelo di Matteo appare strutturato in sette parti. Le cinque parti centrali presentano il ministero di Gesù mediante cinque sezioni narrative e cinque discorsi sul Regno dei Cieli, visto da varie angolazioni. A queste parti si aggiungono un inizio sull'infanzia di Gesù ed una conclusione sui fatti legati alla resurrezione di Gesù.
Ecco come si presenta la struttura del Vangelo:
- Nacita ed infanzia di Gesù: 1-2;
- La promulgazione del Regno dei Cieli:
- Sezione narrativa: 3-4
- Discorso della Montagna: 5-7
- La predicazione del Regno dei Cieli:
- Sezione narrativa: dieci miracoli: 8-9
- Discorso apostolico: 10
- Il mistero del Regno dei Cieli:
- La Chiesa, primizia del Regno dei Cieli:
- Sezione narrativa: 13,53-17,27
- Discorso ecclesiastico: 18
- L'avvento definitivo del Regno dei Cieli:
- Sezione narrativa: 19-23
- Discorso escatologico: 24-25
- Passione e Resurrezione di Gesù: 26-28.
[modifica] Caratteristiche
Siccome Matteo era un esattore di tasse, il suo vangelo risulta accurato in materia di denaro, cifre e valori: vedi i vers. 17,27, 26,15, 27,3).
Matteo mette inoltre in risalto la misericordia di Dio che aveva consentito a lui, disprezzato esattore di tasse, di divenire ministro della buona notizia e compagno intimo di Gesù. Questo è evidente dal fatto che egli è l'unico Evangelista che insiste ripetutamente sul fatto che oltre al sacrificio ci vuole misericordia (cfr 9,9-13, 12,7, 18,21-35).
Il vangelo secondo Matteo è un eccellente ponte fra le Scritture ebraiche e quelle greche cristiane. Identifica in maniera inequivocabile il Messia e Re del promesso Regno di Dio, fa conoscere i requisiti per divenire seguaci di Gesù, e l'opera che essi devono compiere sulla terra. Egli mostra che prima Giovanni il Battezzatore, poi Gesù e infine i suoi discepoli annunciarono che "Il Regno dei Cieli si è avvicinato". Questo tema di insegnare la buona novella del Regno permea tutto il vangelo tanto che esso termina con le parole riportate in 28,18-20:
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«Mi é stato dato ogni potere in cielo e terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi fino alla fine del mondo.»
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[modifica] Collegamenti esterni
- Testo del Vangelo di Matteo basato sulla versione CEI del 1974
- Il Vangelo secondo Matteo e lo Zen Commento al Vangelo di Matteo in duplice chiave, Cristiana e Buddista
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