Resurrezione
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Nella concezione di alcune religioni, la resurrezione o risurrezione è il ritorno alla vita dopo la morte.
Secondo molti credi religiosi, è possibile ritornare in vita dopo la morte; le principali religioni formulano divergenti previsioni di modalità differenziate a seconda che la nuova vita faccia rifiorire le medesime spoglie terrene del defunto, che lo spirito del defunto ritrovi la vita terrena nel corpo di un altro essere vivente (reincarnazione - per lo più con riferimento alla rinascita nelle carni di un essere di specie o genere differente), o che lo spirito del defunto sia dopo la morte ammesso a vivere una vita di puro spirito (vita eterna). In quest'ultimo senso la resurrezione viene indicata come il passaggio dal tempo finito, proprio dell'esperienza umana, all'eternità spirituale.
Ciò che pare comune a tutte le religioni che la prevedono, è quantomeno la reviviscenza o la non-estinzione dell'anima del defunto, del complesso della sua spiritualità. La "rinascita", il ri-sorgere" da cui deriva il termine, presuppongono il momento della fine della vita terrena, dopo il quale la persona può o meno riappropriarsi di un corpo, ma comunque inizia un'esperienza nuova, nascendo di nuovo.
[modifica] La resurrezione nelle varie religioni
L'Antico Testamento suppone la fede nella risurrezione. Nel libro di Giobbe che la tradizione vuole scritto da Mosè nel Capitolo 14,13-15 Giobbe esprime la sua fede nella risurrezione. Inoltre nell'antico testamento ci sono alcuni episodi in cui alcuni profeti come Elia e Eliseo compiono risurrezioni che sono simili a quelle che poi nel Nuovo Testamento compirà Gesù di Nazareth. Vedi ad esempio 1 Re 17,17-24, 2 Re 4,32-37 e 2 Re 13,20-21
Nel 2 Mac 7, che viene chiamato Deuterocanonico in quanto non accettato dagli ebrei nel loro canone, riporta il lungo racconto del martirio dei sette fratelli, sorretti moralmente e spiritualmente dalla fede della madre. Nelle parole dei giovani e della madre si scorge chiaramente la dottrina della risurrezione, che sarà per la vita o per il tormento secondo le opere di ciascuno.
Nel Cristianesimo, sono considerate due modalità di resurrezione: oltre alla vita eterna, cui saranno ammessi i fedeli, si ha il dogma della resurrezione terrena di Gesù, il Cristo già morto sulla Croce (lo stesso Gesù che secondo le sacre scritture ridette la vita terrena a Lazzaro). Il termine resurrezione traduce il greco Anàstasis, significa letteralmente “far alzare” o “alzarsi” e si riferisce al rialzarsi dalla morte. L'espressione "resurrezione dai(dei) morti è usata ripetutamente nel nuovo testamento. Occorre precisare che, nel Cristianesimo, le influenze gnostiche introdussero un discredito della vita terrena, che portò a credere che l'anima doveva liberarsi dal corpo. I cristiani ritennero di dover accettare la dottrina dell'immortalità dell'anima, ma di doverla integrare con il messaggio originario della resurrezione dei corpi.
La resurrezione e' un mito presente anche nel mitraismo, antica religione di origine iranica derivata dal mazdeismo o zoroastrismo (che assunse una sua precisa fisionomia nel VII secolo AC ad opera del persianoZaratustra). Questa religione si diffuse in tutto il Medio Oriente, in Grecia ed a Roma, dove fu dichiarata religione di Stato per qualche tempo. In essa, il "Salvatore" Mitra, figlio del dio Ahura Mazda, fu arrestato, processato, torturato ed ucciso dopo essere stato appeso ad un palo. Dopo tre giorni resuscitò.
La resurrezione di Mitra veniva festeggiata alla metà di marzo, in corrispondenza alla rinascita della natura dopo l'inverno. Alla fine del mondo, egli sarebbe tornato sulla Terra per giudicare i vivi ed i morti resuscitati dalle loro tombe con i loro corpi.
In alcune religioni orientali, la resurrezione prende talora la forma della reincarnazione, talché i relativi dogmi identificano in ogni essere vivente (dalla formica all'elefante, tanto per citare esempi confortati da nota letteratura) il portatore dello spirito o dell'anima di un trapassato.
Il concetto di resurrezione è proprio anche di dottrine e culti non tradizionalmente considerati religiosi (ad esempio nello spiritismo, di controversa accostabilità) o non peculiarmente legati ad una religione, ed è nei suoi rudimenti molto antico, quasi primordiale, intimamente connesso alla commemorazione o al vero e proprio culto dei morti, che sono in qualche forma presenti in tutte le civilizzazioni arcaiche e che comunque sottendono una credenza di persistenza, o meglio di sopravvivenza degli spiriti.
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