Gallo cedrone (film)
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Titolo originale: | Gallo Cedrone |
Paese: | Italia |
Anno: | 1998 |
Durata: | 94' |
Colore: | colore |
Audio: | sonoro |
Genere: | commedia |
Regia: | Carlo Verdone |
Soggetto: | Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Pasquale Plastino, Carlo Verdone |
Sceneggiatura: | Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Pasquale Plastino, Carlo Verdone |
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Fotografia: | Danilo Desideri |
Montaggio: | Antonio Siciliano |
Musiche: | Fabio Liberatori |
Scenografia: | Maurizio Marchitelli |
Si invita a seguire lo schema del Progetto Film |
Gallo Cedrone è un film del 1998, diretto dal regista Carlo Verdone.
[modifica] Trama
Armando Feroci, borgataro romano inetto e ruspante, non è certamente un uomo con la testa sulle spalle: grande appassionato d'automobili, da giovane partecipa ad un quiz televisivo ma cerca di impressionare gli spettatori facendo il fenomeno e perde il montepremi di cento milioni.
Lavora poi come rappresentate immobiliare conciandosi come Antonello Venditti e proprio mentre cerca di vendere una catapecchia ad un'ingenua cliente conosce Marcella, che conquisterà con la sua simpatia: i due si sposano ma la moglie, mentre è incinta della seconda figlia, decide di divorziare a causa di uno scherzo atroce fattole da Armando quando era in stato interessante del primo bimbo (lui aveva simulato una rapina e la sua morte, provocando nella donna uno shock tale da creare un aborto spontaneo).
Tornato scapolo, Armando si concia come Elvis Presley e tenta di convincere un fan club del grande cantante di essere il figlio naturale di Elvis. Persa questa causa, comincia a girare per il mondo senza meta per poi andare a trovare il fratello, Franco, un ricco e scrupoloso dentista da poco sposato con Martina, ragazza non vedente di cui Armando si innamora.
Nonostante Franco gli trovi un posto di lavoro come autista Armando fugge con Martina che, per la prima volta libera dall'opprimente marito, gli chiede di visitare tutte le più famose città italiane. Ormai senza soldi, Martina supplica ad Armando di insegnarle a guidare ma mentre la ragazza guida la macchina investe l'amante che entra in coma, che a prima vista sembra irreversibile.
In ospedale una religiosissima infermiera di nome Egle si prende cura di lui ed assiste alla sua miracolosa ripresa di coscienza. Armando adesso sembra un uomo cambiato: più maturo e più altruista, diventa amico di Egle che lo convince a recarsi in un paese islamico come volontario nella Croce Rossa. Giunto a destinazione, viene rapito e picchiato da un gruppo di musulmani integralisti che annunciano di volerlo condannare a morte.
La notizia della condanna giunge in Italia: in onore di Armando si effettuano manifestazioni, scioperi della fame e fiaccolate. La stampa, indagando sul passato di Armando, si rende conto che egli non è proprio uno stinco di santo e che il suo carattere istrionico potrebbe avergli procurato guai: infatti dopo un grande interessamento del Ministero degli Esteri si scopre che Armando aveva tolto con aggressività il velo ad una donna araba sposata, facendole anche complimenti volgari, donde la condanna a morte.
Due anni dopo la sua liberazione, Armando Feroci torna a far parlare di sè: si candida a sindaco di Roma a capo di una lista civica da lui guidata denominata "Città ridente". Il suo comizio elettorale, concluso con il suo motto "Con me si va nella città ridente, con me si va nell'eterno splendore", è un successo ed il pubblico applaude a scena aperta.
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