Gian Giacomo Gallarati Scotti
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Don Gian Giacomo Gallarati Scotti dei Principi di Molfetta (Oreno, oggi frazione di Vimercate, 2 settembre 1886 - Venezia, 4 gennaio 1983) fu un uomo politico italiano durante il fascismo.
Sesto di otto figli, era di famiglia nobile: suo padre Gian Carlo era principe di Molfetta e sua madre Maria Luisa Melzi d'Eril, figlia di Giacomo dei Duchi di Lodi e di Giuseppina Barbò dei Conti di Casalmorano .
Si laureò in Giurisprudenza all'Università di Genova. Entrato nel 1912 nella carriera diplomatica, prestò molti anni di servizio nelle colonie, diventando commissario del governo nel primo dopoguerra a Tobruk. Proprio nella prima parte della sua carriera coloniale perse un braccio, all'inizio degli anni Venti, a seguito di un'infezione dovuta ad un colpo di arma da fuoco.
Tornato in Italia, nel 1926 fu chiamato alla carica di podestà di Oreno (all'epoca ancora comune indipendente). Nel 1927 sposò Ida Mocenigo Soranzo, ultima discendente di una famiglia dogale veneziana, da cui ebbe quattro figlie.
Nel 1934 fu senatore del Regno e l'anno successivo podestà di Vimercate, dopo l'annessione di Oreno a questo comune. Mantenne questa carica fino a quando, nel giugno 1938, fu chiamato dal Governo di Roma a divenire podestà di Milano, nonostante non si fosse mai distinto per il suo attaccamento al regime fascista, e nonostante suo fratello maggiore Tommaso Gallarati Scotti, ambasciatore italiano a Londra e a Madrid nel dopoguerra, fosse un noto antifascista.
Dopo il 25 luglio 1943 e la caduta di Mussolini, il nuovo capo del Governo Pietro Badoglio, con il quale aveva già lavorato nelle colonie, lo sostituì il 14 agosto con un commissario prefettizio.
Da quel momento, e soprattutto dalla nascita della Repubblica Italiana, Gian Giacomo si ritirò a vita privata, abbandonando completamente lo scenario politico. Da allora si dedicò soprattutto ad iniziative volte alla salvaguardia dell'ambiente naturale, particolarmente degli orsi delle Alpi. Su questi argomenti produsse varie pubblicazioni, tra le quali L'orso bruno di Linneo (1958), La protezione dell'orso bruno in Italia (1960) e Gli ultimi orsi bruni delle Alpi (1962). Nel 1983, poco prima della sua morte, fu insignito dal re Umberto II del Collare della SS. Annunziata, la massima onorificenza di casa Savoia.
Morì nella sua dimora veneziana il 4 gennaio 1983, a 97 anni, poche settimane prima del "suo" re. Era l'ultimo superstite dei senatori del Regno d'Italia.