Hú Jǐntāo
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Hú Jǐntāo (胡錦濤) (nato a Jangyan, nella provincia dello Jiangsu, il 21 dicembre 1942) è il quarto ed attuale Segretario Generale della Repubblica Popolare Cinese, nonché il Segretario generale del Partito Comunista Cinese.
I suoi antenati erano originari di Jixi della provincia di Anhui ove risiedettero finché suo nonno non si trasferì a Jiangyan. Hú si dimostrò uno studente talentuoso, eccellendo in materie quali il canto e la danza. É stato un attivista del Lega della Gioventù Comunista, considerata l'ala riformista del partito, della quale divenne il maggior esponente. Si unì al Partito Comunista Cinese prima della Rivoluzione culturale cinese, quand'era ancora studente all'Università Tsinghua di Pechino. Si laureò con lode in Ingegneria idraulica nel 1964. Dopo la laurea, Hú divenne assistente universitario, ove lavorò dal 1965 al 1968. Durante la rivoluzione culturale cinese del 1966, il padre fu torturato e morì a Jiangyan.
Un aneddoto narra che Deng Pufang, figlio maggiore di Deng Xiaoping ed anch'esso studente all'Università Tsinghua, fu perseguitato durante la rivoluzione culturale. Catturato e rinchiuso, si accorse che la sua cella era piena di materiale radioattivo e capendo che se fosse rimasto rinchiuso in quel posto sarebbe morto, tentò la fuga saltando da una finestra. A causa della caduta rimase però paralizzato ed impossibilitato a muoversi. Hú, vide la scena e portò Deng Pufang ad un vicino ospedale ove poterono salvargli la vita (anche se rimase comunque paralizzato). Questa notizia colpì molto Deng Xiaoping, che successivamente si prodigò per far avere a Hú una promozione.
Sostenuto sia da Qiao Shi che da Hu Yaobang, appena quarantaduenne fu nominato segretario del partito della provincia di Guizhou, e lo rimase fino al 1988, quando fu mandato a ricoprire la stessa carica nella Regione autonoma Tibetana, in cui dall'anno precedente erano iniziate le manifestazioni indipendentiste. Da subito impose il pugno di ferro in quella zona, seguendo le indicazioni del governo centrale che chiedeva di stroncare ogni protesta; il 5 e 6 marzo 1989 la polizia fece fuoco sui dimostranti tibetani e dal 7 marzo venne istituita la legge marziale.
Da parte della leadership cinese e di Deng Xiaoping venne molto apprezzata, la decisione di Hú d'inviare da Lhasa un telegramma al Comitato Centrale del Partito ove esprimeva il suo incondizionato appoggio all'intervento armato contro i manifestanti di piazza Tien An Men.
La repressione tibetana intanto continuava e Hu accusava il Dalai Lama di "favorire l'insorgere di idee indipendentiste all'interno dell'opinione pubblica, con il sostegno delle forze reazionarie internazionali". La sua linea intransigente gli valse la fiducia dell' "ala dura" del Partito e, mentre Zhao Ziyang e Hu Yaobang continuavano a perdere prestigio, accusati di "debolezza", nell'ottobre 1990 Hú Jǐntāo fu nominato Primo Segretario del Distretto Militare del Partito Comunista in Tibet. Nel 1992 fu richiamato a Pechino da Deng Xiaoping ed eletto membro del Politburo, massimo organo decisionale cinese. La sua carriera politica continuò, nel 1999 divenne vicepresidente della Repubblica Popolare Cinese, il 15 novembre 2002 viene eletto Segretario Generale del Partito Comunista Cinese ed infine, il 15 marzo 2003 divenne Presidente della Repubblica Popolare Cinese.
[modifica] La Leadership
Quando ha assunto la direzione del partito, al sedicesimo congresso nazionale del partito comunista della Cina, Hu Jintao è sembrato avere un atteggiamento più egalitario del suo predecessore. Hu ed il suo primo ministro Wen Jiabao hanno puntato a realizzare una società più armoniosa, cercando di diminuire le disuguaglianze e di puntare sul benessere. Hanno scommesso sui settori della popolazione cinese che non hanno partecipato alla riforma economica ed hanno effettuato numerosi viaggi nelle province con l'obiettivo dichiarato di capire meglio le zone più povere della Cina. Hu e Wen inoltre hanno tentato di far uscire la Cina da una politica di "sviluppo economico a tutti i costi" e favorendo una politica economica più equilibrata tenere conto di fattori quali la diseguaglianza sociale e i danni ambientali, compreso l'uso del "prodotto interno lordo verde"
Una delle maggiori crisi che ha dovuto affrontare Hu durante il suo mandato è legata allo scoppio dell'epidemia di SARS nel 2003. A seguito di forti critiche alla Cina da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per aver inizialmente cercato di nasconderla e per aver risposto poi con debolezza e lentezza alla crisi, Hu e Wen hanno deciso di prendere le misure necessarie per aumentare la sicurezza e il monitoraggio della situazione, segnalando i casi alle organizzazioni internazionali della salute.
Molti osservatori internazionali parlano di Hu come di un politico molto liberale, rispetto ai suoi predecessori. Ha introdotto infatti molte novità nella politica interna, mirando a eliminare (almeno in parte ) gli enormi privilegi della classe dirigente cinese. Nonostante alcune aperture però, rispetto alla politica estera non sembra ancora molto disponibile a concedere aperture. Ad esempio, con la dichiarazione del 17 Maggio ha espresso chiaramente la sua volontà di non rinunciare all'obiettivo di considerare l'unificazione della Cina con Taiwan come uno dei più importanti del suo mandato, a costo di utilizzare anche la forza se Taiwan si dichiarasse indipendente.