Intifada
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Intifāda (dall'arabo: انتفاضة "intervento", "sussulto") è un termine arabo che vuol significare nella fattispecie "rivolta", "sollevazione".
Il termine è entrato nell'uso comune come nome con cui sono conosciute due recenti campagne dirette a porre fine all'occupazione militare israeliana in Palestina. L'Intifāda è uno degli aspetti più significativi degli anni recenti del conflitto israelo-palestinese.
La prima intifada palestinese risale al 1987, con una diminuzione delle violenze nel 1991 e un totale esaurimento del fenomeno a seguito della firma degli Accordi di Oslo (agosto 1993) e della creazione dell'Autorità Nazionale Palestinese.
L'Intifāda di al-Aqsa (nota anche come Seconda Intifada palestinese) indica invece il violento riesplodere del confronto israelo-palestinese allorché, il 28 settembre 2000, l'allora primo ministro israeliano Ariel Sharon e il suo entourage di 1.000 uomini armati, entrarono nel complesso della moschea di al-Aqsa, sulla Spianata Sacra ( al-haram al-sharīf ) di Gerusalemme.
Dopo sei anni dal suo avvio, la Seconda Intifada, al 28 settembre 2006, ha causato (secondo i più accreditati strumenti di comunicazione di massa) la cifra di 4312 morti arabi palestinesi e di 1084 morti israeliani.
A seguito dell'invasione statunitense dell'Iraq nel 2003, Muqtada al-Sadr, un esponente del "clero" sciita, dette il via a una sollevazione che volle definire intifāda irachena che mirava a porre fine all'occupazione militare statunitense dell'Iraq.