Laura Martinozzi
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Laura Martinozzi (Roma 1639 - ivi 1687). Reggente del Ducato di Modena e Reggio (1662-1674) a nome del figlio Francesco II d'Este.
Figura singolare, poco studiata e che aspetta ancora il proprio biografo, quella di Laura Martinozzi. Nel giro di pochi mesi, fra il 1661 ed il 1662 perse il primogenito, il marito (il duca Alfonso IV d'Este), lo zio cardinale Mazzarino, cui era sinceramente affezionata, divenne madre di una bambina (futura regina d’Inghilterra) e si trovò la responsabilità, a 23 anni, della gestione dello Stato.
Cercò di trovare i migliori uomini per un valido Consiglio di Reggenza, si affidò al proprio confessore, Padre Garimberti, ma il compito sembrava troppo arduo ed in pochi mesi le invidie a corte e la situazione dell’ordine pubblico col brigantaggio ormai dentro la città, la portarono ad un crollo nervoso che la costrinse a letto. Tentò allora di affidarsi al cardinale Rinaldo d'Este, fratello del defunto suocero Duca Francesco I, e la mossa, grazie alle indubbie capacità di questi, sortì i suoi effetti.
Laura riprese la salute, e cominciò un governo forte, autoritario, persino spietato coi delinquenti, ma anche implacabile nella tassazione e parsimonioso nelle spese, al fine di risanare il bilancio dello Stato sull’orlo del collasso.
Personaggio contraddittorio, alternava alterigia da despota a dolcezza e carità, insegna dottrina cristiana ai bimbi ed umilia il vecchio zio Cesare, quasi divertendosi a contrapporre sempre soluzioni contrarie a quelle da lui proposte.
Non esitò ad avvalersi di sicari per sbarazzarsi del conte Odoardo Malvasia e del conte Orazio Boschetti, ma non poche furono le sue opere a favore degli ammalati e degli indigenti. A Reggio Emilia fece costruire il grande convento della Visitazione, con annesso l’Istituto della «Concezione» per l’educazione delle zitelle povere, che costò oltre 100.000 Scudi romani, ed il Ghetto per gli Ebrei che fu «inaugurato» ai primi del 1671.
Nel 1673 parte per Londra ad assistere al matrimonio della figlia Maria Beatrice con il Principe di York, Giacomo Stuart, futuro re d’Inghilterra, ed al ritorno il figlio quattordicenne Francesco ha assunto i pieni poteri, e lei, abituata al comando, deve ubbidire, e si trova sola e senza amici. Ritorna quindi alla natia Roma, mantenendo (ricambiata) un rapporto di amore-odio per il figlio e trepidando per la sorte della lontana figlia, travolta dalle vicende degli Stuart. Muore a 48 anni, ormai dimenticata, e nel testamento lascia quasi tutti i propri beni al figlio e chiede di essere sepolta a Modena, ove si trova tutt’ora nella cappella mortuaria estense della chiesa di S. Vincenzo.
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