Le parrocchie di Regalpetra
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Le parrocchie di Regalpetra è un libro dello scrittore siciliano Leonardo Sciascia, pubblicato nel 1956.
L'opera, divisa in parti a seconda dell'argomento trattato, è la cronaca sulla vita di un paese qualunque della Sicilia: in realtà, infatti, Regalpetra non esiste, ma prende nome da una fusione tra Racalmuto, borgo natio dell'autore anticamente anche Regalmuto, e dal libro di Nino Savarese intitolato Fatti di Petra.
L'autore prende le mosse con una breve storia del paese a partire dal 1622, simile a tante altre storie di paesi siciliani: il suo denominatore comune è la sopraffazioe del popolo ai soprusi dei proprietari terrieri.
La narrazione storica si sofferma particolarmente sul periodo del regime fascista, ma il fulcro del libro, come si può evincere dalla prefazione, sta nella cronaca della vita nel paese, in particolare con un occhio per la scuola.
Vengono descritte le manovre politiche, le campagne elettorali di missini, comunisti, democristiani, liberali e così via; spezzoni del libro sono dedicati alle riunioni dei circoli di galantuomini, la nobiltà terriera che decade.
Però l'obiettivo primario di Sciascia, dichiarato nella prefazione, è quello di mostrare quali siano le condizioni in cui le classi povere versavano: la scarsa paga vale a malapena per il sostentamento ed il pericolo di morte sul lavoro è alto per i lavoratori, soprattutto salinari e zolfatari, i protagonisti dell'opera.
La scrittura sarebbe, quindi, uno dei pochi modi per provare a cambiare la situazione: ma se la popolazione nutre grande fiducia nella penna, Sciascia pensa che essa possa dare un contributo, ma solo modesto.
Regalpetra è infatti una realtà la cui economia si basa sull'estrazione dal sottosuolo (sale, zolfo): ciò, come dice l'autore stesso, limita la presenza della mafia, che si attaccherebbe alla terra coltivata, ed allo stesso tempo l'assenza di grandi terreni coltivati e la presenza di miniere fa ì che sia nutrita la schiera degli arricchiti e sottile quella dei 'galantuomini'.
Per quanto riguarda la situazione nel campo dell'istruzione, l'autore si mostra sfiduciato: il contesto in cui vivono gli alunni, i programmi del tutto inadeguati fanno perdere ogni determinazione in quella che viene detta la 'missione' dell'insegnante.
I bambini che frequentano le scuole elementari di mattina, infatti, fanno piccoli lavoretti di pomeriggio ed hanno così esperienze che esulano del tutto dal contesto scolastico.
In generale il libro, per quanto abbia un'ambientazione fantastica, presenta fatti assolutamente verosimili, se non realmente accaduti: l'opera vuol essere una narrazione dei paradossi e delle ingiustizie della Sicilia, che potrebbero risultare inconcepibili per chi non ne conoscesse la realtà.
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