Louis Alexandre Berthier
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Louis Alexandre Berthier, principe di Neuchâtel (Versailles, 20 novembre 1753 – Bamberg, 1 giugno 1815), Maresciallo dell'Impero, e capo di Stato Maggiore sotto Napoleone Bonaparte.
Fu iniziato alla carriera militare dal padre, ufficiale del corpo del genio sotto Luigi XVI, ed entrò nell'esercito a diciassette anni servendo nel medesimo corpo. Nel 1780 si spostò in Nord America e ne ritornò nel 1783 col grado di colonnello.
Durante la Rivoluzione Berthier ricoprì il ruolo di comandante della Guardia nazionale a Versailles e aiutò in qualche modo la fuga delle sorelle di Luigi XVI.
Nella guerra del 1792 comandò lo Stato Maggiore del generale Lückner, poi del La Fayette. Sospeso dal servizio a seguito del passaggio del La Fayette agli austriaci, fu autorizzato ad arruolarsi come volontario nell'armata dell'Ovest nel maggio 1793 e si distinse nelle Argonne sotto Doumoriez e Kellermann. Servì anche nella guerra vandeana fra il 1793 e nel 1795 fu reintegrato nel suo grado e proclamato capo di Stato Maggiore dell'armata d'Italia, di cui Bonaparte aveva da poco avuto il comando. Le sue capacità di lavoro, accuratezza e velocità di comprensione, combinate con la sua esperienza, lo fecero diventare il perfetto subalterno: fu il migliore assistente di Napoleone per il resto della sua carriera.
Seguì Napoleone durante la campagna d'Italia del 1796, e gli fu assegnata l'armata in seguito al trattato di Campoformio. Il 9 dicembre 1797 occupò Roma, esautorò il Papa Pio VI ed a febbraio dell'anno dopo proclamò la Repubblica Romana. Nominato nel marzo 1798 capo di stato maggiore dell'armata d'Inghilterra, passò subito dopo all'armata d'Oriente e si ricongiunse con Bonaparte in Egitto. Diede assistenza durante il coup d'état del 18 Brumaio (10 novembre 1799) e divenne ministro della guerra dal 11 novembre 1799 al 4 aprile 1800. Nella campagna d'Italia del 1800, nel corso della battaglia di Marengo fu messo a capo dell'Armata di riserva, ma agì comunque da capo di Stato Maggiore. Berthier si dimostrò un perfetto organizzatore nell'attraversamento delle Alpi e fu ferito a un braccio durante la battaglia di Marengo.
Quando Napoleone divenne imperatore, Berthier fu nominato primo maresciallo dell'impero. Prese parte alle battaglie di Austerliz, Jena e Friedland e fu poi nominato prima duca di Valengin nel 1806, poi principe di Neuchâtel nel 1807. Prese parte alla guerra in Spagna nel 1808, e in Austria nel 1809, dopodiché divenne principe di Wagram. Servì, sempre come capo di Stato Maggiore, anche in Russia (1812), in Germania (1813) e in Francia (1814), fino alla caduta dell'impero.
Durante l'esilio di Napoleone si ritirò nei propri possedimenti, anche se accompagnò il nuovo re Luigi XVIII nella sua solenne entrata a Parigi. Non si sa bene come reagì Berthier alla notizia della fuga di Napoleone dall'Elba, comunque è certo che si ritirò a Bamberg, dove morì cadendo da una finestra.
Le circostanze della sua morte sono sconosciute. La teoria più accettata è quella di una caduta accidentale, anche se c'è chi sospetta che gli si voleva impedire di ricongiungersi con Napoleone. La storiografia moderna esclude il suicidio.
[modifica] Bibliografia
- J. Tulard - J. F. Fayard - A.Fierro, Histoire e Dictionaire de la Revolution française, Paris, Éditions Robert Laffont, 1998, ISBN 2-221-08850-6