Luigi Sacco
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Luigi Sacco (Alba, 1 agosto 1883 - Roma, 5 dicembre 1970) Generale del Genio, probabilmente il maggior crittanalista italiano nel XX secolo.
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[modifica] Biografia
Luigi Sacco nacque ad Alba nel 1883. Dopo aver frequentato la Scuola Tecnica in Alba e l'istituto tecnico Sommeiller a Torino si iscrisse all'Accademia Militare (Artiglieria e Genio) di Torino nel 1901 da dove uscì 1904 primo classificato con medaglia d'oro. Allievo della Scuola di Applicazione di Artiglieria e Genio dal 1904 al 1906 ne uscì nuovamente 1° classificato. Iniziò la carriera come Tenente del Genio Minatori, poi nei Radiotelegrafisti dal 1907.
La sua eccellente preparazione tecnica fece sì che già nel 1911-14 durante la guerra Italo-Turca in Libia cominciasse la collaborazione con Guglielmo Marconi. In Libia diede inizio al primo esteso servizio regolare di radiotelegrafia campale militare. Dopo la prima guerra mondiale Sacco fu a capo dell'Officina Militare delle Trasmissioni di Roma, incarico che (col grado di Colonnello) tenne fino al 1935, anno in cui fu promosso Maggiore Generale e messo a capo del Reparto Trasmissioni nella Direzione Superiore Servizio Studi ed Esperienze del Genio. Congedato dall'esercito nel 1943, Sacco fu però incaricato dal governo di rappresentare l'Italia ai congressi di radio comunicazioni che si tennero dopo la fine della guerra. Fra gli altri, fu plenipotenziario italiano per le telecomunicazioni, per le radiocomunicazioni e per le radiodiffusioni ad onde corte alle Conferenze Internazionali di Atlantic City nel 1947.
In quegli anni teneva alla radio il discorso di commemorazione di Guglielmo Marconi ogni 25 aprile (anniversario della nascita). Si è sposato con Cecilia Torre (discendente della celebre famiglia tedesca Thurn und Taxis) ed ha avuto due figli: Umberto e Maria.
[modifica] La crittografia
Il campo dove il Sacco ebbe i maggiori successi fu quello della crittografia. All'inizio della Grande Guerra gli Italiani erano in grado di intercettare i messaggi austriaci ma non di decrittarli, poiché l'Esercito Italiano non disponeva di un Ufficio Cifra. Per rimediare a questo il Sacco (all'epoca comandante della stazione radio di Codroipo che intercettava i messaggi) fu inviato (luglio 1915) al quartier generale dell'esercito francese a Chantilly, per cercare l'aiuto dell'ufficio cifra francese. All'inizio del 1916 fu messo a capo di un servizio di intercettazione radio che doveva ancora passare ai Francesi i messaggi perché fossero decrittati. I francesi riuscirono a decrittare molti messaggi austriaci, ma si rifiutarono sempre di istruire gli Italiani sui loro metodi.
Sacco propose quindi al suo superiore gen. Marchetti di creare un Ufficio Crittografico autonomo ("Se i Francesi sono riusciti in questa impresa, non vedo perché non dovremmo riuscirci anche noi"). Preso immediatamente in parola fu incaricato di organizzare tale Ufficio.
Sotto la guida del Sacco e dei suoi collaboratori Tullio Cristofolini, Mario Franzotti, e Remo Fedi, furono forzati il cifrario campale austriaco, quello diplomatico, e quello navale. Furono forzati anche alcuni cifrari tedeschi in uso nei Balcani, come il crittogramma relativo al viaggio del generale Falkenhayn in Grecia nel gennaio 1917, episodio ricordato dal Sacco nel suo manuale di Crittografia.
È solo con la disfatta di Caporetto nel 1917 che il Sacco riuscì a convincere gli alti comandi italiani ad abbandonare i vecchi cifrari, che come poi si seppe venivano facilmente decrittati dagli austriaci, e di adottare quei nuovi sistemi che avevano fino allora rifiutato perché troppo complicati.
I successi nell'attività crittografica gli valsero la promozione speciale da Maggiore a Tenente Colonnello, ottenuta nel maggio del 1918.
Nel periodo fra le due guerre cominciò a scrivere il manuale che lo rese famoso. Dapprima "Nozioni di Crittografia" (per uso interno dell'esercito), poi nel 1936 "Manuale di Crittografia", che ebbe la versione definitiva dopo la fine della guerra, nel 1947. Un testo ancor oggi fondamentale che venne quasi immediatamente tradotto in francese, e che ancora nel 1974 fu tradotto in inglese e pubblicato da un editore americano. Il lavoro di Sacco nella prima guerra fu ricordato in varii libri fra cui quello di David Kahn "The codebreakers" (1967, "La guerra dei Codici", Mondadori, 1969) e il recente "Segreti, spie, codi[ci]frati" (Apogeo, 1999) nella parte curata da Corrado Giustozzi.
[modifica] Ultimi anni
Sacco fu anche un appassionato astronomo dilettante, per le edizioni dell'Arma del Genio scrisse un piccolo manuale "Caccia ai pianeti con un piccolo cannocchiale", oggi introvabile.
Morì a Roma il 5 dicembre del 1970.
[modifica] Opere
Oltre alle moltissime comunicazioni scientifiche sulle riviste specializzate, vanno segnalati
- Manuale di Radiotecnica (con col. Celloni) 1930
- Manuale di Crittografia (pubblicato in proprio - 1925 1936 1947)
- Un primato italiano - La Crittografia nei secoli XV e XVI (ISBAS, 1947 e 1958)
[modifica] Collegamenti esterni
Parte dei dati e del testo sono presi (col permesso dell'autore) da Una breve biografia e Crittografia italiana nella grande guerra