Mishima - una vita in quattro capitoli
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Titolo originale: | Mishima |
Paese: | Giappone |
Anno: | 1985 |
Durata: | 124' |
Colore: | colore |
Audio: | sonoro |
Genere: | drammatico |
Regia: | Paul Schrader |
Soggetto: | Chieko Schrader |
Sceneggiatura: | Leonard Schrader, Paul Schrader |
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Fotografia: | John Bailey |
Montaggio: | Michael Chandler, Tomoyo Oshima |
Musiche: | Philip Glass |
Scenografia: | Eiko Ishioka |
Si invita a seguire lo schema del Progetto Film |
Mishima: una vita in quattro capitoli è un film giapponese del 1985 diretto da Paul Schrader. I produttori esecutivi sono George Lucas e Francis Coppola. Il film sintetizza i quattro momenti fondamentali della esistenza di Yukio Mishima:
La Bellezza - Ispirato al romanzo "Il Padiglione d'Oro". Il protagonista assoluto è il tempio dorato che affascina ed inibisce ad un tempo il suo novizio al punto di renderlo incapace dell'atto d'amore e di parlare correntemente. E’ l'odio per il Bello che lo porterà alla distruzione del celebrato gioiello emblema di perfezione per finalmente sentirsi libero e uguale agli altri.
L'Arte - Dal romanzo "La Casa di Kyoto". Osamu, il giovane attore narcisista, ossessionato dal proprio corpo che detesta, mentre giace a letto con una donna disserta sulla bellezza corporea ideale. Pur se riluttante, accetta di avere con lei una relazione sado-masochista che lo porterà in breve a scoprire il proprio corpo irrimediabilmente deturpato. Non c’è più scelta, l'unica soluzione è la morte.
L'Azione - Dal romanzo "Cavalli in Fuga". Isao, un giovane cadetto, è un fervente patriota il cui unico credo sta nella dedizione assoluta al suo imperatore. Con i compagni decide di purgare la Nazione del demone del capitalismo ma la sua cospirazione fallisce ed Isao è pronto per il più sublime atto di catarsi: il suicidio della tradizione samuraica (seppuku).
L'Armonia tra Penna e Spada - È il suicidio di Mishima, è il culmine dei suoi romanzi rappresentati nelle prime tre parti. Così come la sua creatività letteraria appare tutta votata alla morte così quella morte che Mishima si darà appare come l'ultima delle sue opere, l'atto che soddisfa la sua ansia crudele di somigliare ad esse annullandovisi: l'estremo paradossale tentativo di unire Arte e Vita. E’ il 25 novembre 1970.