Pala di Castelfranco
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Pala di Castelfranco |
Giorgione, 1502 |
Olio su tela, 200 cm × 152 cm |
Castelfranco Veneto, Duomo |
La Pala di Castelfranco è una tempera su tavola realizzata dal pittore veneto Giorgione nel 1503-04 circa.
Fu commissionata da Tuzio Costanzo per la cappella di famiglia nel Duomo di Santa Maria Assunta e Liberale a Pesaro, in occasione della morte del figlio Matteo, accorsa tra la primavera del 1503 e l’estate del 1504 nel corso di una campagna militare, il defunto è raffigurato in bassorilievo sulla lapide tombale, ora posta ai piedi dell’altare, ma originariamente murata al lato della cappella.
Il dipinto raffigura la Madonna col Bambino su un alto trono, a sua volta sopra un basamento che poggia su un sarcofago di porfido, con lo stemma della famiglia Costanzo, a cui i due personaggi sacri rivolgono uno sguardo malinconico. Probabilmente la volontà di far rivolgere uno sguardo triste e assorto al sarcofago, rappresentante il figlio morto, condizionò l'organizzazione iconografica della scena, creando quello che potrebbe essere definito come una altissima piramide, con al vertice la testa della Vergine e come base i due santi, che si trovano in basso davanti ad un parapetto: a destra Francesco e a sinistra Nicasio, quest'ultimo identificabile dall’insegna dei cavalieri di Malta, in passato si erano fatti i nomi di san Giorgio o san Liberale, patrono della città e di Treviso, più realisticamente si tratta di san Nicasio venerato, spesso insieme a san Francesco, soprattutto a Messina, città di origine di Tuzio, anch’egli cavaliere di Malta, entrambi rivolgono il loro sguardo all'ipotetico osservatore, facendo da tramite tra il mondo reale e quello divino. L'artista, inoltre, inserisce i personaggi sacri in un esterno, con sullo sfondo un paesaggio ampio e profondo, formato da campagne e colline, con nello due minuscole figure di armati e un villaggio turrito in rovina. Stilisticamente la pala è costruita attraverso un tonalismo dato dalla progressiva sovrapposizione di velature a strati colorati, che rendono il chiaroscuro morbido e avvolgente.
Da gennaio 2006 la Pala di Giorgione è stata riportata al suo luogo d'origine, in esposizione, dopo un lungo restauro presso il Duomo di Castelfranco Veneto.