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Treviso - Wikipedia

Treviso

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Nota disambigua - Se stai cercando altri significati, vedi Treviso (disambigua).
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«Dove Sile e Cagnan s'accompagna»
(Dante Alighieri, Divina Commedia (Paradiso, IX, v.49))
Wikipedia:WikiProject/Progetto geografia/Antropica/Comuni Treviso
Stato: Italia
Regione: Veneto
Provincia: Treviso
Coordinate:
Latitudine: 45° 40′ 0′′ N
Longitudine: 12° 15′ 0′′ E
Mappa
Altitudine: 15 m s.l.m.
Superficie: 55 km²
Abitanti:
82.399 01-01-06
Densità: 1498 ab./km²
Frazioni: Monigo, San Paolo, Santa Bona, San Pelajo, Santa Maria del Rovere, Selvana, Fiera, Sant'Antonino, San Lazzaro, Sant'Angelo, San Giuseppe, Canizzano 
Comuni contigui: Carbonera, Casier, Paese, Ponzano Veneto, Preganziol, Quinto di Treviso, Silea, Villorba, Zero Branco
CAP: 31100
Pref. tel: 0422
Codice ISTAT: 026086
Codice catasto: L407 
Nome abitanti: trevigiani o trevisani (ant. trivigiani) 
Santo patrono: San Liberale 
Giorno festivo: 27 aprile 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
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Treviso è un comune di 82.399 abitanti (170.000 abitanti circa l'agglomerato con i comuni contermini), capoluogo dell'omonima provincia (ab. 795.264), una delle sette della regione Veneto. È sede vescovile della Diocesi di Treviso.

Indice

[modifica] Stemma, gonfalone, onorificenze

[modifica] Stemma

"Di rosso alla croce d'argento accantonata in capo da due stelle del secondo, di otto raggi, circondato da due rami di quercia e d'alloro, annodati da un nastro dai colori nazionali."

Nell'araldica civica italiana la croce è tipica delle città aderenti al partito guelfo; il metallo argento è di gusto francese perché furono i crociati Francesi ad adottare la croce argentata per distinguersi. Le stelle sembrano senza significato se non quello di semplice ornamento di gusto araldico mediovale. (1)

[modifica] Onorificenze conferite alla Città

La città di Treviso è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione: è stata infatti insignita della Medaglia d'Oro al Valor Militare il 13 aprile 1948 per i sacrifici sofferti dalle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale con la seguente motivazione:[2]

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«Fiera delle sue tradizioni di libertà che già ne fecero centro attivissimo del Risorgimento Nazionale; supremo baluardo della Patria sulle rive del Piave nella guerra 1915 - 1918; sollevò dalle sventure dell’8 settembre 1943 la fiaccola della resistenza; eccitò alla lotta contro il tedesco invasore; organizzò le prime schiere armate della pianura e della montagna; fu per tutto il periodo della dominazione straniera, l’anima di una resistenza indomabile di popolo e di brigate partigiane, spiegando energie combattive e capacità direttive in tutta la regione veneta. Dilaniata nelle carni dei suoi figli caduti davanti ai plotoni d’esecuzione nemici; distrutta nei suoi edifici; bagnata nelle sue piazze dal sangue di vittime innocenti, lasciò alla storia d’Italia 248 caduti e 144 feriti partigiani; 10.261 internati e deportati politici; 1600 uccisi e 350 feriti per bombardamenti e il ricordo delle epiche gesta della sua insurrezione, allorché il popolo, accorso tra le rovine di 3783 case distrutte, combatté al fianco dei partigiani, unito a loro in un unico slancio di fede e di libertà.»
(Settembre 1943 - aprile 1945)

[modifica] Geografia

Incantevole città situata nella pianura veneta, a circa 15 km a sudovest della riva destra del Piave alla confluenza tra il Sile, fiume di risorgiva, ed altri corsi d'acqua quali il Botteniga che, ricevuti il Limbraga e la Piavesella e giunto al cuore della città, si suddivide in diversi rami e canali (Cagnan grando, Cagnan medio o Buranelli, Roggia o Siletto, il Canale delle Convertite), e lo Storga che lambisce il comune ad est.

Il ponte sul Sile presso via Roma
Il ponte sul Sile presso via Roma

[modifica] Cenni generali sulla città

Paragonata spesso alla vicina Venezia per i numerosi rivi che la solcano e le conferiscono scorci di rara suggestione, Treviso si può ancora specchiare nella descrizione che di lei fu data da un suo illustre cittadino, Giovanni Comisso, il quale la definì «una gentilissima struttura medievale in giuoco bizzarro con le chiare acque dei fiumi che l'attraversano e né le distruzioni di guerre né il cattivo gusto degli uomini riescono ancora a tramutare». Seppure parzialmente alterata dalla ricchezza e dagli interventi, sovente contestati, portati avanti negli anni a cavallo del Terzo Millennio, Treviso mantiene ancora un aspetto gentile e riservato dove, accanto ad i luoghi più celebri e frequentati, si celano strade minori, vicoli, rivali, canali e barbacani che mantengono integro il fascino di una città ricca di storia. Quasi gelosa della propria intimità, la città sembra offrirsi alla lenta indagine di un passeggio mattiniero di un giorno festivo quando, davvero autentica, sa stupire e segnare profondamente i ricordi dei suoi visitatori.

[modifica] Il nome e le origini mitiche

Si suppone che il nome Tarvisium sia frutto di una romanizzazione di un precedente toponimo a sua volta relativo ai Taurusci, gruppo etnico di area celtica, anticamente stanziato sui Monti Tauri all'estremità orientale delle Alpi e che si ipotizza abbia costituito la prima comunità trevigiana. Non manca peraltro chi ha ricondotto il nome all'espressione indoeuropea tarvos (toro) con l'aggiunta di un suffisso -isium di chiara derivazione romanistica. Una terza opinione si rifa invece al etimo gallico trev- poi modificato in tarv- con il significato di villaggio di legno. È da citare, inoltre, l'ipotesi che vorrebbe la nascita del nome "Tarvisium" da una statua a tre volti che doveva campeggiare nella piazza centrale dell'agglomerato. In ultimo deve altresì citarsi la tesi di una derivazione dalla combinazione di due termini romani Ter- e -visi in relazione ai tre colli (in latino, appunto, visi), corrispondenti agli attuali Duomo, Piazza dei Signori e Piazza Sant'Andrea, su cui sarebbe stata edificata la città.

Quanto alle origini, anche Treviso conosce numerose ricostruzioni mitologiche sui suoi albori, per lo più dovute a miti formatisi nel corso del Medioevo su impulso delle più influenti famiglie nobiliari. Il mito più noto risale alle Antiquitatum variarum di Giovanni Annio da Viterbo dove si afferma che la città sarebbe stata fondata dai Taurusci, popolo di origini orientali e seguace del dio Api, sacro toro dell'Antico Egitto. I Veneti, infatti, oppressi dai Giganti dell'Istro, avrebbero invocato l'intervento della divinità egiziana che, al fianco dei Taurusci, avrebbe sbaragliato i Giganti in una leggendaria battaglia. A perenne ricordo delle gesta, i vincitori fondarono Taurisium, la città del Toro sacro.

Una seconda ricostruzione, fornita da Giuseppe Bertusi, narra dell'arrivo in Veneto verso l'anno 900 a.C. del mitico Dardano, capostipite dei Troiani, il quale avrebbe fondato una città, Eugania. A difesa della stessa sarebbero state erette quattro fortezze, la maggiore e più settentrionale delle quali, prese il nome di Tusino. A guida della fortezza vi sarebbe stato tale Montorio, presunto capostipite della famiglia dei Collalto. Sempre al Montorio si dovrebbe far risalire il posizionamento sulla porta principale della città di una donzella tricipite in marmo verde, recando così il mutamento di nome da Tusino a Trevisi, in riferimento ai tre volti della scultura.

Nel corso della sua storia centenaria la città (e, conseguentemente, i suoi abitanti) è stata indicata con diversi nomi, tra i quali, i francesi Trèvise e Trevigny (il primo ancor oggi in uso nella lingua Francese), ed i tardo latini o italiani Tarvisi, Trevisi, Trevigi, Trivigi.

[modifica] Storia

L'attuale città di Treviso, centro principale della Marca Trevigiana, aveva il nome latino di Tarvisium; la città fu altresì nota come Trevigi o Trivigi.

[modifica] Dall'età del bronzo a libero comune

Sorta in epoca pre-romana (resti dell'età del bronzo) come villaggio di Paleoveneti su tre alture poste nei pressi di un ansa del fiume Sile, vicino alla confluenza con altri corsi d'acqua provenienti da nord, l'antica Tarvisium divenne municipio romano all'indomani della sottomissione della Gallia Cisalpina da parte dei Romani medesimi. La posizione geografica la collocava nei pressi della strada Postumia che, attraverso l'antica Opitergium, giungeva sino ad Aquileia, e ne fece sin dagli esordi un vivace centro commerciale della decima provincia augustea, la Venetia et Histria. La decadenza del tardo impero si fece sentire anche a Treviso benché, all'indomani della caduta dell'Impero Romano d'Occidente e durante il regno di Teodarico, Treviso fosse ancora un centro annonario di prim'ordine punto d'attrazione della terraferma veneta (Cassiodoro). Nel corso del VI secolo, la città era contesa tra i Goti ed i Bizantini , nondimeno, secondo la tradizione, la città dava i natali proprio a Totila glorioso capo militare dei Goti vincitore sui Bizantini proprio alle parte di Treviso. Conquistata dai Longobardi, fu eretta a sede di uno dei 36 Ducati del Regno e dotata di un'importantissima zecca per il conio della moneta. L'accrescimento della sua importanza e la sua strategica posizione geografica le valsero, sotto il regno di Desiderio, il privilegio di essere sede dell'unica zecca della Regione dove venivano emessi i Teremissi aurei. La zecca continuò ad operare anche sotto i Carolingi, e dopo una interruzione, fino alla dedizione a Venezia con il più modesto bagatino. Superato il periodo della riconquista giustinianea e dei primi regni barbarici, rimasta indenne da un tentativo di sacco da parte degli Unni di Attila, la città scontava meno di altre le difficili condizioni economico e sociali che avvolgevano l'Italia degli ultimi secoli del primo millennio. Ciò non toglie che, per ragioni geografiche e per le razzie che ad onde si abbattevano sui centri del Nord Italia, notevole fu il contributo dato dai Trevigiani alla fondazione della città che, in seguito, più d'ogni altra ne avrebbe condizionato il futuro, Venezia. Fu tuttavia con la rinascita dell'Anno Mille che Treviso, datasi statuti comunali e combattuto l'imperatore Federico Il Barbarossa accanto ai comuni della Lega Veronese e di quella Lombarda,, conobbe un incredibile sviluppo, ampliandosi nelle dimensioni ed arricchendosi di magnifiche case affrescate, che le valsero il soprannome di urbs picta ovvero città dipinta. Il vivere trevigiano divenne sinonimo di vita gaudente e la città si animava di feste e celebrazioni, quali quella del Castello d'Amore che, se, da un lato, richiamavano dentro le sue mura genti da tutta Italia, da un diverso punto di vista la rendevano invisa agli animi più puritani. Citata da Dante Alighieri che vi trascorse parte del suo esilio (dove Sile e Cagnan s'accompagna) nella sua Comedìa e da Fazio degli Uberti nel suo Dittamondo, ove ne decantava "le chiare fontane" ed il "piacer d'amor che quivi è fino", la città crebbe ulteriormente in ricchezza e fasto per tutto il XII e XIII secolo dotandosi di una delle prime Università (1321) d'Europa e contendendo alle limitrofe Padova e Verona il ruolo di città principe di quella che, al tempo, veniva chiamata Marca Trivigiana intendendo con l'espressione buona parte dell'attuale Veneto.

[modifica] Dalla Signoria alla Repubblica Veneta

In modo analogo alle pricipali città del Nord Italia, anche Treviso assistette alla crisi della forma comunale ed il successivo passaggio alla forma di governo signorile.

La prima famiglia ad impossessarsi di Treviso furono gli Ezzelini, signori del territorio tra il 1237 ed il 1260 quando si succedettero i fratelli Ezzelino III da Romano e Alberico da Romano. La città fu quindi preda di nuove lotte intestine tra i Guelfi filopapali ed i Ghibellini, sostenitori di un riavvicinamento all' Impero, tanto che solo nel 1283, a seguito della vittoria dei primi, si assistette ad una decisa ripresa economica e culturale durata fino al 1312. Benessere e ricchezza sottoposero Treviso e le città sue satelliti (Castelfranco Veneto, eretta dai Trevigiani contro i Padovani che le contrapposero Cittadella, Conegliano e Ceneda liberate dal dominio vescovile e sottratte a Belluno e Feltre) agli appetiti delle signorie contermine, specialmente a quelle dei Carraresi e degli Scaligeri.

Dominata dalle famiglie dei Collalto e i Da Camino, la Marca si trovò coinvolta in guerre e saccheggi nel periodo dal 1329 al 1388 e fu occupata dagli Scaligeri nel decennio 1329-1339. La lotta per il potere sulla città venne momentaneamente placata nel 1339 quando,datasi spontaneamente a Venezia, Treviso andò a costituire il primo terraferma della Serenissima Repubblica.

Coinvolta assieme a Venezia nelle guerre per il primato sulla penisola italiana, la città fu retta dal duca d'Austria tra il 1381 ed il 1384 per passare, nel 1384 e fino al 1388, ai Carraresi. Riunitasi nuovamente a Venezia, Treviso venne da quest'ultima trasformata in una vera propria fortezza e dotata delle sue celebri mura nel 1509 quando la Repubblica di Venezia dovette resistere agli assalti della Lega di Cambrai. Il veronese Fra' Giocondo presiedette alle opere di ristrutturazione della città ed alla erezione di imponenti bastioni nonché alla predisposizione di mirabili opere idrauliche dentro e fuori le mura cittadine. I borghi furono ristrutturati, le porte d'accesso alla città passarono a tre (San Tomaso, Santi Quaranta ed Altinia) e la capacità difensiva fu tale da meritarsi i complimenti dell'erede al trono d'Austria, pure acerrimo avversario dei veneziani, che la definì imprendibile.

[modifica] XX secolo

(...)
Bombardamento di Treviso

[modifica] Monumenti e paesaggi trevigiani

[modifica] Chiesa di San Francesco

Nei primi anni del XIII secolo il Libero Comune emanò gli Statuti che permettevano agli ordini religiosi di insediarsi all'interno delle Mura. Un gruppo di frati francescani, inviati dallo stesso S.Francesco, giunse a Treviso nel 1216 e presero sede in un oratorio dedicato alla Madonna, in una zona oltre il Cagnan Grande. La comunità divenne presto numerosa e nel 1231 si cominciò a costruire la Chiesa e il Convento. Nel 1270 vennero ultimate le costruzioni. Nel 1797 la Chiesa divenne di proprietà francese e nel 1806 venne soppressa dalle leggi napoleoniche. Fu così adibito per scopo militare e per stalla. Nel 1928, dopo un restauro, la Chiesa venne riaperta. L'architettura impiegata per la costruzione è un momento di transizione fra il romanico e il primo gotico. Nella lunetta sopra il portale c'è un affresco attribuito a Marco Veneziano (1235). La struttura della Chiesa è costituita da un'unica navata e da cinque cappelle. Sulla parete sinistra c'è un affresco raffigurante S.Cristoforo, opera romanico-bizantina del fine 1200. Nella cappella maggiore vi è il dipinto "Quattro Evangelisti", probabilmente opera di un allievo di Tommaso da Modena. Nella prima capella a sinistra è presente un'opera di Tommaso da Modena, l'affresco “ Madonna con il bambino e Sette Santi" (1350). Nella seconda cappella a sinistra vi è un affresco di Maestro di Feltro, "Madonna e Quattro Santi" del 1351. La chiesa di S.Francesco ospita le tombe di alcune persone celebri: Pietro Alighieri e Francesca Petrarca i più importanti. Il primo, figlio di Dante Alighieri, era un giudice, poeta e commentatore residente a Verona che morì a Treviso, durante un soggiorno, nel 1364. La seconda, figlia di Francesco Petrarca, morì di parto nel 1384.

[modifica] Loggia dei Cavalieri

Il simbolo del potere politico assunto da nobili e cavalieri nel periodo del Libero Comune è la Loggia dei Cavalieri, esemplare del romanico trevigiano che risente dell'eleganza bizantina. Fu costruita sotto il potere del podestà Andrea da Perugia (1276) come luogo di convegni, conversazioni, giochi e il popolo non poteva accedervi.

[modifica] Piazza dei Signori e Palazzo dei Trecento

Piazza dei Signori
Piazza dei Signori

A nord della piazza sorge il Palazzo di Podestà (fine 1400) che conserva caratteristiche medievali lungo il Calmaggiore. Piazza dei Signori si chiamava anche Maggiore o della Berlina, in quanto qui veniva praticata una punizione chiamata appunto berlina: i colpevoli venivano esposti e umiliati in pubblico. Nella piazza si possono notare numerosi leoni con il Vangelo aperto, segno della dominazione della Serenissima. Iniziata la costruzione nel 1200, il Palazzo dei Trecento ospitava i membri del Maggior Consiglio, di cui ne faceva parte anche il podestà. Era chiamato anche “Palazzo della Ragione” in quanto questo luogo era il centro sociale-amministrativo della città. Il giorno 07-04-1944 il palazzo dei trecento è stato centrato da una bomba lanciata dagli Americani durante un'incursione aerea della seconda guerra mondiale (in quell'occasione la città venne devastata), questa ha sfondato il tetto del salone principale al primo piano dopodiché è esplosa prima di sfondare la loggia sottostante. La parete meridionale e parte di quella orientale sono letteralmente esplose mentre la parte rimanente di quella orientale e la parete settentrionale risultavano avere uno strapiombo in alcuni punti di quasi un metro. Sono stati costruiti dei pilastri di sostegno per evitare che le pareti crollassero e ci sono voluti diversi anni prima che il palazzo venisse restaurato portando le pareti a piombo e ricostruendo quelle crollate. Ora rimane solo una cicatrice nelle pareti esterne del palazzo e purtroppo parte degli affreschi nella parte interna sono andati distrutti.

[modifica] Chiesa di San Nicolò

I frati domenicani giunsero a Treviso nel 1221. Già nel 1231 il Comune finanziava dei progetti per la costruzione di una chiesa ad una navata. Secondo una leggenda, Papa Benedetto XI (Niccolò Bocassino) elargì 70 000 fiorini d'oro per la costruzione della chiesa attuale. Lo stile impiegato nella costruzione è una transizione tra il romanico veneto e il gotico d'otralpe. La chiesa è formata da tre navate e cinque cappelle absidi. In questa chiesa sono presenti molti affreschi importanti di Tommaso da Modena: San Romualdo, Sant'Agnese e il Redentore, San Girolamo nello studio. Importante è l'affresco di S Cristoforo che si trova nella zona orientale della chiesa: tra questi il più antico affresco conosciuto in Europa dove sono raffigurati degli occhiali (vedi). L'organo a due mani, tuttora funzionante, è stato costruito da Gaetano Callido e le ante sono state dipinte da Giacomo Lauro.


[modifica] Duomo

Il Duomo di Treviso, intitolato a San Pietro, si trova nell'omonima piazza caratterizzata da una forma piuttosto asimmetrica. Il Duomo, anticamente, era una chiesa più piccola costruita in epoca romana. Successivamente, vennero costruiti la cripta e le cappelle del Santissimo e del Malchiostro. La prima ospita la tomba del vescovo Niccolò Franco, il quale, con l'aiuto dei Francescani, costruì il Monte di Pietà. La seconda cappella venne costruita (1520) dal monaco Malchiostro. La navata è chiamata anche dell'Annunziata, perché ospita un quadro omonimo raffigurante l'annunciazione della nascita di Cristo a Maria.(Quadro di Tiziano). Altri dipinti presenti sono le decorazioni della cupola , da parte di Giovanni Antonio de Sacchis da Pordenone e la pala del Tiziano. La navata centrale è stata costruita attorno al 1700, dopo l'abbattimento dell'edificio romano, con uno stile neo-classico. Il Duomo è caratterizzato da sette cupole, cinque poste nella navata centrale ed altre due che chiudono le cappelle. Attualmente l'unico reperto dell'edificio romano ancora esistente è l'antico portale.

[modifica] Piazza Rinaldi

Piazza Rinaldi è stata costruita dalla ricca famiglia Rinaldi. Piazza Rinaldi, a differenza di Piazza Duomo, segue uno schema abbastanza simmetrico. La piazza ospitava tre palazzi di epoche differenti, ma tutte in possesso della famiglia Rinaldi. Il primo è stato costruito nel Duecento ed era la residenza dei Rinaldi appena giunti a Treviso e fuggiti da Federico Barbarossa. Il secondo palazzo, di epoca quattrocentesca, è decorato con curiosi archi ogivali inflessi in una loggia al primo piano. Il terzo è ultimo palazzo è di origine settecentesca. Nella piazza vi era una “stazione di posta”. Qui arrivavano persone che, grazie all'aiuto dei cavalli, smistavano e trasportavano la posta.Fungeva anche da dormitorio e osteria. All'inizio del Novecento divenne luogo di mercato e incontro.

[modifica] Ponte di Pria

Il "Ponte di Pria" (Ponte di Pietra) è un ponte situato in una zona in cui confluiscono le acque del Cagnan (Canale) Grande, il quale ospita l'isola di Pescheria, il Canale dei Buranelli ed un altro canale. Qui vi sono delle chiuse, ideate e costruite da Fra' Giocondo. Le chiuse servivano ad inondare i dintorni di Treviso per bloccare l'avanzata dei Francesi.

[modifica] Buranelli

I Buranelli
I Buranelli

"I Buranelli" erano un antico canale navigabile. Questa via fluviale permetteva gli scambi commerciali con le isole lacustri e soprattutto con l'isola di Burano. Veniva praticata questa forma di trasporto in quanto era più sicura di altre. Le barche utilizzate per i trasporto delle merci erano chiamate Burci proprio per la loro provenienza dall'isola veneziana.

[modifica] Monte di Pietà e Cappella dei Rettori

Nelle vicinanze della Piazza dei Signori si trova il Monte di Pietà. Esso fu fondato per combattere l'usura praticata dagli ebrei in quanto era il mercato dei pegni. Il simbolo del Monte di Pietà è il Cristo che mostra le sue stigmate. Nel primo piano dell'edificio si trova la chiesa di S.Lucia, mentre al secondo piano si trova la Cappella dei Rettori. Essa non è un luogo sacro; il suo nome deriva dalla forma ad abside decorata. All'interno della saletta in cui si riunivano le persone, vi sono degli affreschi di Ludovico Toeput detto Pozzoserrato (Anversa 1550 – Treviso 1605), artista fiammingo che si ispirò alle ville palladiane. In questo luogo venivano inflitte le pene capitali, rimane ancora un piccolo altare che testimonia l'esatto punto in cui venivano applicate. Il condannato era posto in modo tale da guardare l'icona del Cristo e pentirsi dei suoi peccati.

[modifica] Quartiere latino

Questa è una delle zone di Treviso che ha subito i maggiori cambiamenti nell'arco degli ultimi anni. Il nuovo quartiere è stato, infatti, inaugurato il 30 settembre 2006 dopo otto anni di intensi lavori di recupero; laddove sorgeva l'ex-ospedale della città intitolato a Santa Maria dei Battuti (o,anche, detto San Leonardo) , ora sono stati ricavati negozi, piazze, bar, uffici, abitazioni ma soprattutto la sede distaccata dell'Università degli studi di Padova (già attiva dal 2000) e il Palazzo dell'Umanesimo latino. Tutto il complesso si caratterizza per la freschezza e la chiarezza dei materiali utilizzati, uniti ad un uso sapiente dell'illuminazione che arricchisce questa parte della città. Nella zona, al di là del Sile, sorge anche la sede distaccata dell'Università Ca' Foscari di Venezia.

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Personaggi

[modifica] Originari di Treviso

Tra i personaggi più celebri che abbiano avuto i natali a Treviso, ricordiamo il condottiero Totila, papa Benedetto XI, lo scultore Arturo Martini, lo scrittore Giovanni Comisso, il pittore Cesare Benedetti (detto Bené), lo stilista Pierre Cardin, il bassista dei Pooh, Red Canzian, il pallavolista Alberto Cisolla, il giocatore di pallacanestro Denis Marconato, l'allenatore di calcio Alberto Cavasin, il senatore Bruno Visentini, il calciatore Alessandro Del Piero, trevigiano ma nato a Conegliano Veneto. La famiglia Benetton, titolare dell'ononimo marchio dell'azienda di abbigliamento, in realtà di Ponzano, un comune alle porte della cittadina.

[modifica] Altri personaggi

La storia di Treviso è stata segnata anche da altri personaggi tra i quali: le famiglie degli Ezzelini,dei Da Camino , il Beato Andrea Giacinto Longhin, il monsignor Angelo Brugnoli, (...)

[modifica] Gastronomia

Dal punto di vista eno-gastronomico la città è conosciuta principalmente per due cose: il radicchio rosso di Treviso e lo Spritz (un aperitivo molto apprezzato dai giovani trevigiani). Lo Spritz, in realtà di origine austriaca, è semplicemente vino bianco allungato con l'acqua, ma da una decina di anni a questa parte vinee aggiunto anche Aperol o Campari o Select, e l'immancabile fettina di arancia.

Altri piatti tipici sono: risi e bisi (riso con i piselli), pasta e fasioi (pasta con i fagioli), sardee in saor (sardine con la cipolla), sopa coada (zuppa di piccioni). Tra i vini prodotti nella provincia spiccano per qualità il Prosecco e il Cabernet.

Secondo alcuni il Tiramisù, dolce ormai diffuso in tutto il mondo, sarebbe nato in un ristorante di Treviso negli anni '60 e, secondo la tradizione, il nome deriva dal fatto che i frequentatori delle case chiuse dovevano, dopo l'incontro "amoroso" appunto "tirarse su".

Dolce tipico, ma meno conosciuto al di fuori della regione, è la Fregolotta, una sorta di crostata molto dura ma ricca di burro sale e zucchero. I trevigiani amano mangiare la Fregolotta assieme ad un buon bicchiere di prosecco, fresco e frizzante.

Treviso vanta anche un'autonoma ricetta nella preparazione delle "frittole" che si consumano in abbondanza durante il carnevale. Queste frittole sono diverse da quelle veneziane (più conosciute) e non di minor gusto. Purtroppo è una piccola tradizione che conoscono le signore di una certa età ma che si sta perdendo.

[modifica] Ombralonga

Tutti gli anni, il pomeriggio della terza domenica di ottobre, si svolge l'Ombralonga, una manifestazione enologica che richiama visitatori da tutta Italia e non solo. Seguendo l'antica tradizione cittadina del"'ndar par ostarie" (andare per osterie), vengono allestiti stand dove è possibile degustare, a prezzo fisso, vini tipici della Marca Trevigiana e piatti del posto. L'Ombratour si effettua solitamente muniti di uno speciale kit che comprende mappa della città (dove tutti gli stand sono contrassegnati),un bicchiere, una piccola tracolla e anche un grembiule da cucina. Si pensa che la tradizione segua quella della festa del raccolto per festeggiare il "novello".

Sono noti i problemi di ordine pubblico che questa manifestazione porta. Nonché lo svilimento del noto 'orgoglio trevigiano'.

[modifica] Sport

Di seguito le squadre sportive più importanti di Treviso:

Treviso è stata più volte arrivo di tappa del Giro d'Italia:

I trevigiani sono anche noti appassionati di bicicletta. Proprio di Treviso è la storica azienda Pinarello che produce biciclette da corsa.

[modifica] Musica

A Treviso si svolge annualmente uno dei maggiori festival nazionali dedicati alla musica antica per organo, oltre alla stagione legata al teatro e alla sua orchestra la città è sede di numerosi cori polifonici e popolari tra cui il celebre coro Stella Alpina diretto da Diego Basso, la città infine ha una sua Banda Musicale (Banda musicale Domenico Visentin di Treviso) nata, nella sua forma attuale, nel 1963.

[modifica] Scienze matematiche

Di particolare rilievo per l'utilizzo in ambito scientifico è la stampa nel 1478 de l' "Arte dell'abbaco", opera meglio nota in ambito accademico come "Treviso Arithmetic", scritto da un insegnante anonimo in lingua Veneta, primo testo stampato conosciuto del mondo occidentale di insegnamento dell'aritmetica e della matematica, uno dei primi testi stampati scientifici di tutta Europa. Esso era rivolto particolarmente all'educazione della classe media e in particolare al mondo mercantile.

[modifica] Politica

Nel marzo 2006 la città di Treviso è stata premiata dalla Caritas -Migrantes come la città italiana con il primato per l'integrazione degli immigrati.

Treviso è una delle città del Nord Italia in cui il partito Lega Nord vanta il maggior numero di preferenze.

Al referendum confermativo per la riforma costituzionale approvata dal Governo di centro-destra, in città si è riscontrato un lieve vantaggio dei "No" rispetto ai "Sì".

[modifica] Amministrazione

  • Sindaco: Gian Paolo Gobbo dal 09/06/2003
  • Vice Sindaco: Giancarlo Gentilini, dopo due mandati consecutivi come Sindaco
  • Numero di telefono del centralino del Comune: 0422/6581
  • e-mail del Comune: [3]

[modifica] Altri progetti

[modifica] Bibliografia

  • (1) Mary Falco Moretti, Stemmi di Comuni e Provincie Venete - edizioni in Castello Venezia, 1985

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Relazioni internazionali

[modifica] Città gemellate

Treviso è gemellata con la città francese di Orléans (13/9/1965), con la rumena Timisoara e con la brasiliana Curitiba (stato del Paraná).

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