Paulette
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La legge Paulette, promulgata da Enrico IV di Francia nel 1604, determinava in pratica l'ereditarietà delle cariche dei funzionari statali.
Il nome con cui la legge è nota deriva da quello di Charles Paulet, che la propose; tecnicamente, la legge era definita del "diritto annuo" (droit annuel), una tassa speciale riscossa dalla Corona francese durante l'ancien régime. Venne istituita inizialmente il 12 dicembre 1604 da Maximilien de Béthune, ministro di Enrico IV, e prevedeva che chi era a capo di una serie di uffici governativi poteva assicurarsi il diritto di trasferire la loro carica a chi volessero, pagando annualmente alla Corona un sessantesimo della somma che avevano pagato quando avevano acquistato la carica.
Questa tassa da un lato fornì alla Corona una fonte stabile di guadagno, ma rese molti uffici governativi, soprattutto i seggi al Parlamento, ereditari di fatto: gli aventi diritto trasferivano infatti il loro diritto ai propri eredi. Il risultato fu che l'amministrazione della giustizia in Francia rimase nelle mani di una sempre più potente classe ereditaria di magistrati, che divenne nota come la "nobiltà della toga" (noblesse de robe), in contrasto con la tradizionale aristocrazia, la "nobiltà della spada" (noblesse d'épée).
Questo sistema fu abolito con la Rivoluzione francese.