Ancien régime
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Ancien régime è un termine che indica il sistema di governo vigente in Francia tra il XVI e il XVIII secolo, durante le dominazioni delle dinastie dei Valois e dei Borbone. Per la storia di Francia, costituisce la fase intermedia tra il Medioevo e la Rivoluzione.
Si trattava di una forma di monarchia assoluta, in cui i regnanti erano legittimati al potere poiché ritenuti di discendenza divina.
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[modifica] L'origine del termine
Col termine ancien regime («antico regime») si indica il sistema politico esistente in Francia prima della rivoluzione del 1789. Coniata dagli stessi rivoluzionari francesi a partire dal 1790 ed estesasi in seguito a tutti gli aspetti della vita economica e sociale europea, l'espressione ancien regime è divenuta sinonimo di società tradizionale, pre-industriale, anteriore cioè a tutti i fenomeni di modernizzazione economica e politica, determinati dalla rivoluzione industriale e dalla rivoluzione francese. Dal momento che tale modernizzazione ebbe tempi assai lunghi, numerose sopravvivenze dell'ancien regime (nelle strutture produttive come nei modi di vita e nelle mentalità) hanno accompagnato questa lunga transizione ben dentro il secolo XIX e anche oltre.
[modifica] Il contesto storico
L'ordinamento sociale prevedeva la divisione della popolazione in tre classi (Stati): clero (Primo Stato), nobiltà (Secondo Stato) e resto del popolo (Terzo Stato). Si riunivano nell'Assemblea degli Stati Generali; le delibere avvenivano mediante il computo delle votazioni unitarie di ogni singolo Stato.
La convocazione degli Stati Generali, i cui poteri decisionali erano nulli, era a completa discrezione del re. Tra il 1614 e il 1789 gli Stati Generali non furono mai convocati.
Nel giugno del 1789, il Terzo Stato, parte del clero e della nobiltà formarono l'Assemblea nazionale costituente, con l'intento di abbattere l'Ancien régime e redigere una costituzione.
[modifica] Inizi
Lo storico francese Goubert dice:
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«l'antico regime è un magma di cose vecchie di secoli e millenni lasciate tutte in vigore»
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ecco perché è difficile periodizzarlo (bisognerebbe guardare verso un periodo precedente all'Impero Romano).
La maggioranza degli storici ritiene che il passaggio dal medioevo all'antico regime non sia segnato da una frattura netta, ma da una lenta evoluzione tra il XIV e il XVII secolo.
Durante l'Ancien Régime si teneva il conteggio demografico, grazie alla Chiesa, attraverso i registri dei battesimi, dei matrimoni e delle sepolture. Per evitare un aumento demografico vertiginoso e la conseguente mancanza di lavoro, ci si sposava tardi (24-25 anni) dopo la morte del padre, così il figlio prendeva il posto di Pater Familia, assicurandosi ed assicurando a moglie e figli, una stabilità economica. Un'altra soluzione era il celibato definitivo, questo, in particolare per i secondo, terzo, geniti. Purtroppo però il tasso di mortalità per giovani di modeste famiglie, era molto alto; non potendosi permettere bastante cibo a causa delle ristrettezze, si ammalavvano e decedevano.
I feudi in questo periodo, non erano ereditari ma in realtà, il vassallo dava e toglieva il feudo a suo piacimento. Questo non permetteva, però, lo svilupparsi delle famiglie contadine. A tal proposito influiva anche la Chiesa che teneva a "mani morte" i propri territori. I mercanti allora cercarono di arricchirsi per diventare signori e così poter ottenere degli appezzamenti di terreno; ci riuscirono mettendo in crisi i nobili.
[modifica] Lo sviluppo demografico
Considerata tendenzialmente immobile la società d'ancien regime subì in realtà alcune profonde trasformazioni nel corso del '700. Il fenomeno più ampio e rilevante fu l'avvio di una crescita demografica che non si sarebbe più interrotta. Fra il 1700 e il 1800 in Europa la popolazione passa da 118 a 193 milioni d'abitanti con un incremento del 66%; in Italia dai 13 milioni d'abitanti circa si giunse a quasi 18 milioni. Quali furono le ragioni di questo rilevante incremento? Gli storici e i demografi non sono in grado di dare risposte univoche: in molte regioni si ridusse la mortalità, in altre questa riduzione fu accompagnata dall'incremento della natalità. Vi fu sicuramente una diminuzione della mortalità catastrofica dovuta ad epidemie, guerre e carestie e infine s'interruppe il tradizionale andamento ciclico della demografia caratterizzato dal rapporto e dalla dipendenza reciproca fra popolazione e risorse alimentari.
Il rapporto fra popolazione e risorse Una lucida descrizione del rapporto risorse-popolazione fu offerta nel 798 dal Saggio sul principio di popolazione dell'economista inglese Thomas Robert Malthus (1766-1834), che definiva anche la «legge» secondo la quale mentre la popolazione aumentava con una progressione geometrica (1, 2, 4, 8, 16, 32 ... ), le risorse si sviluppavano invece con una progressione aritmetica (1, 2, 3, 4,5,6 ... ). Aumentando la popolazione, diminuivano progressivamente le risorse alimentari disponibili, perché l'agricoltura non era in grado di soddisfare la crescita della domanda. L'impoverimento della dieta alimentare, diminuiva la resistenza degli organismi che divenivano più vulnerabili alle malattie e quindi aumentava la mortalità. Ciò riduceva naturalmente la popolazione che tornava così in equilibrio con le risorse disponibili: e il ciclo poteva ricominciare. Questo andamento si interruppe nel '700 poiché le difficoltà alimentari derivanti da un eccesso di popolazione furono superate dallo sviluppo economico in generale e da quello agricolo in particolare. In conclusione la popolazione poteva continuare a crescere, senza che ciò producesse le condizioni per un aumento della mortalità. Il matrimonio tardivo Un altro motivo che sta alla base della crescita demografica del '700 e la progressiva scomparsa del cosiddetto matrimonio tardivo. Le popolazioni dell'ancien regime si erano adattate nel corso dei secoli alle difficoltà alimentari e ambientali, autoregolandosi: non si dava inizio ad un nuovo legame matrimoniale senza una concreta possibilità di lavo1'O e quindi il matrimonio era generalmente ritardato. Gli uomini si sposavano fra i 27 e i 28 anni, le donne tra i 25 e i 26. Questa «sottrazione» di 6-8 anni alla naturale fecondità femminile si traduceva in una limitazione delle nascite. In Inghilterra, invece, l'abbassamento dell'età matrimoniale nel '700 fu uno dei segni che il comportamento demografico stava cambiando. Il tasso di natalità aumenta in rapporto a matrimoni più numerosi e soprattutto più precoci, dipendenti a 101'0 volta dal miglioramento generale dell'agricoltura e delle possibilità di trovare occupazione.
[modifica] L'ambiente
E' piuttosto problematico stabilire un nesso preciso tra lo sviluppo demografico e il miglioramento delle condizioni ambientali, igieniche, climatiche, ecc. In questo campo non pare possibile per ora giungere a valutazioni accurate e generalizzate; forse non si può andare oltre la considerazione, in verità un po' scontata, che un diffuso anche se moderato sviluppo economico ha portato con se anche migliori condizioni di vita. Ma i tempi, i modi, i nessi e le sequenze di questa trasformazione rimangono privi di una spiegazione convincente.
[modifica] Le malattie endemiche
Non è per nulla chiaro perché la peste cominciò ad allontanarsi dall'Europa nel '700 (ma Marsiglia fu ancora colpita nel 1720-23 e Messina neI 1743). Alcuni attribuiscono questa scomparsa al prevalere del ratto delle chiaviche (surmolotto) sul ratto nero portatore della pulce, principale diffusore del microrganismo della peste, oltre alle maggiori capacita di isolare i focolai epidemici, o a un'aumentata resistenza degli organismi umani. Nello stesso periodo, mentre la peste declinava, il vaiolo ebbe il primato di pericolosità, né si attenuarono le altre tradizionali malattie endemiche come il tifo, la dissenteria, e le varie forme influenzali. La maggiore organizzazione ospedaliera non ridusse la mortalità, probabilmente anzi la accrebbe, poiché i luoghi di cura accentuavano le probabilità d'infezione e contagio. L'inoculazione antivaiolosa, a cui si ricorreva nel '700, fu spesso letale e, fino alla scoperta di Edward Jenner sull'efficacia della vaccinazione effettuata con i germi del vaiolo vaccino (1796), l'unico rimedio sicuro fu il controllo del contagio.
Lo sviluppo delle città
Lo sviluppo demografico fu più intenso nelle città che nelle campagne, e riguardo alle zone di più antica urbanizzazione dell'Europa occidentale e meridionale, ma soprattutto le capitali e le città portuali. Londra, Parigi e Napoli erano, nell'ordine, le maggiori città europee. Le stime della popolazione parlano di una crescita, nel corso del secolo, da 700.000 a 950.000 abitanti per Londra, da 215.000 ad oltre 400.000 per Napoli. Parigi alla fine del '700 contava 550-600.000 abitanti.
La struttura della famiglia
L'aumento della popolazione, tuttavia, illumina soltanto un aspetto della struttura demografica. Vi sono altri aspetti che rendono particolarmente significativa la differenza fra la società di ancien regime e la realtà contemporanea, ad esempio quelli relativi alla composizione della famiglia. Mentre nell'età pre-industriale, almeno tendenzialmente, si ha la famiglia estesa o allargata, in cui convivono tre generazioni (nonni, genitori e figli) insieme ad altri parenti e a un numero variabile di domestici e garzoni, dopo la rivoluzione industriale si avrà, almeno tendenzialmente, la famiglia nucleare o coniugale, formata dai soli genitori e figli. E' importante comunque tener presente che non e sufficiente considerare questi aspetti soltanto dal Rischia di non comprendere le concezioni e gli atteggiamenti che hanno determinato i comportamenti demografici di cui si e parlato. E per questo che negli ultimi anni si sono moltiplicate le ricerche che mirano ad individuare le strutture mentali e le visioni del mondo proprie di determinati gruppi sociali. E solo in questo modo, ad esempio, e stato possibile spiegare quella diversità della demografia francese del 700 rappresentata dalla diminuzione della natalità.
Gli inizi della contraccezione in Francia
Come mai la Francia anticipa quella riduzione delle nascite che diverrà caratteristica in tutta Europa un secolo dopo? A cosa attribuire l'evidente diffondersi di forme di contraccezione? In un primo momento si era stabilita una connessione tra questo fenomeno e la rivoluzione francese: una diffusa scristianizzazione legata alla politica anticlericale dei rivoluzionari e la circolazione culturale favorita dal servizio militare obbligatorio avrebbero agevolato il distacco dalla Chiesa e dalla morale religiosa, che, come è noto, si opponevano a ogni forma di controllo delle nascite. In seguito nuovi studi mostrarono che questi comportamenti erano iniziati molto prima della rivoluzione francese tra la fine del XVII e i primi anni del XVIII secolo, per cui gli storici, proprio grazie allo studio delle mentalità attribuiscono ora quel fenomeno a numerosi fattori: una maggiore attenzione alla salute della donna e alla necessità di preservarla dall'eccessivo numero di gravidanze si diffuse fra i ceti superiori insieme a una riconsiderazione degli affetti coniugali; l'acquisizione di un nuovo atteggiamento nei confronti dell'infanzia, fatto di sollecitudine, di tenerezza, di interesse all'educazione (diverso da quello che considerava i bambini semplicemente degli adulti in miniatura), contribuì a distanziare le nascite; la tutela della proprietà, soprattutto se di recente acquisizione, che non poteva rischiare, dove vigeva la divisione ereditaria, di essere eccessivamente frammentata; l'adozione infine di elementi di valutazione e di controllo razionale della vita affettiva e sessuale. Famiglia estesa o allargata, in cui convivono tre generazioni (nonni, genitori e figli) insieme ad altri parenti e a un numero variabile di domestici e garzoni, dopo la rivoluzione industriale si avrà, almeno tendenzialmente, la famiglia nucleare o coniugale, formata dai soli genitori e figli. E importante comunque tener presente che non e sufficiente considerare questi aspetti soltanto dal Il mondo rurale, feudalità e rivolte contadine Una società agricola La società di ancien regime era una società fondamentalmente agricola. Non solo l'agricoltura era la principale attività economica, ma la maggioranza della popolazione era formata da contadini anche nei paesi dove grande rilievo avevano assunto i commerci e le manifatture. Gli strati superiori della società erano costituiti da proprietari terrieri, essenzialmente nobili ma anche borghesi; e la terra era la principale fonte di ricchezza e di possibile ascesa sociale .. Nell'Europa del '700 la proprietà terriera era per molti versi ancora di tipo feudale: era sottoposta cioè a una serie di vincoli che ne limitavano l'uso e i reddito Questa condizione può essere esemplificata tanto dal punto di vista del contadino che da quello del signore. I prelievi feudali Anche nel caso in cui il contadino avesse la facoltà di vendere o trasmettere in eredita la terra coltivata, questa non era in realtà detenuta in piena e libera proprietà: dovevano invece essere corrisposti al signore dei tributi ordinari (in denaro, censi, 0 in natura) per l'uso 0 straordinari nei casi di vendita 0 di successione. L'ammontare di tali tributi era in genere stato fissato molto tempo prima e si manteneva per consuetudine stabile. Le corresponsioni in denaro presentavano quindi il vantaggio, rispetto a quelle in natura, di essersi ridotte di valore in seguito alla progressiva svalutazione della moneta.
Gli usi civici Al tempo stesso, su una parte delle terre feudali vigevano alcuni diritti collettivi della comunità contadina (i cosiddetti usi civici), come quelli di pascolo, di spigolatura, di raccolta della legna, ecc. Lungi da determinare un regime equilibrato di reciprocità, questa situazione configurava un' area conflittuale molto estesa in cui operavano due antagonismi di fondo: la tendenza alla privatizzazione integrale della terra e all'inasprimento dei gravami feudali da un lato, e quel
[modifica] Fine
Secondo l'ipotesi tradizionale la fine dell'antico regime è fatta risalire ad eventi politici quali le rivoluzioni di fine 700; invece l'ipotesi dello storico Mayer sostiene che la fine coincide con la prima guerra mondiale:
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«Tutto l'800 è stato dominato da istituzioni e da una classe dirigente ancora ispirate da un potere forte ed assoluto.»
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