Piano Regolatore Generale
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Il Piano Regolatore Generale Comunale (P.R.G.C.) è definito come uno strumento che regola l'attività edificatoria in un territorio comunale. È uno strumento redatto dal singolo comune o da più comuni limitrofi (Piano Regolatore Generale Intercomunale) e contiene indicazioni sul possibile utilizzo o tutela delle porzioni del territorio cui si riferisce.
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[modifica] Storia del P.R.G in Italia
Il primo Piano Regolatore fu introdotto dalla Legge 2359/1865 ed era costituito da due parti: un Piano regolatore edilizio, il cui ambito d'intervento era il perimetro della città esistente, e un Piano d'ampliamento, il cui ambito era il circondario esterno. Le sue caratteristiche principali sono:
- E' uno strumento facoltativo, i comuni che vogliono dotarsene devono fare precisa richiesta giustificando con specifica esigenza
- E' esteso al solo territorio urbano, nella campagna non si ha pianificazione
- E' direttamente attuativo, non ha bisogno di un ulteriore livello di attuazione
- Ha durata limitata nel tempo di 25 anni
- La sua entrata in vigore ha dichiarazione di pubblica utilità
- Ha veste di tipo iconico, dettaglio fino alla scala architettonica, con la sua morfologia architettonica
La Legge Urbanistica Nazionale n.1150 del 17 agosto 1942 ha introdotto un nuovo tipo di Piano Regolatore con radicale trasformazione delle sue caratteristiche:
- Si chiama P.R.G. [Piano Regolatore Generale], è esteso all'intero territorio comunale, città e campagna
- E' obbligatorio per comuni più importanti compresi in un elenco redatto dal ministero dei lavori pubblici (elenco che dopo la guerra sarà affidato alle regioni)
- Non è direttamente attuativo, necessita di un ulteriore livello di attuazione
- non ha scadenza, così facendo si escludono vuoti normativi
- Ha veste simbolica, i simboli fanno riferimento alle diverse tipologie di fabbricazione sull'area
[modifica] Caratteristiche
Il P.R.G. del 1942 nasce come strumento regolatore della crescita urbana ma intorno agli anni '70 diviene strumento di gestione dell'assetto del territorio.
- Finalità: disegnare la crescita delle città, gestione dell'incremento urbano
- Limiti spaziali: perimetro del territorio comunale
- Cogenza: obbligatorio per comuni compresi nella lista delle regioni
- Validità: tempo indeterminato
- Contenuti principali:
- rete principale delle infrastrutture
- zonizzazione del territorio comunale
- indicazione degli spazi destinati a spazi d'uso pubblico
- indicazione delle aree destinate a fabbricati d'uso pubblico
[modifica] Elaborati
- 1. Piano di inquadramento territoriale, illustra dove ci troviamo, scala 1:50000
- 2. Stralcio di P.T.C. (Piano Territoriale di Coordinamento), scala 1:25000
- 3. Descrizione dello stato attuale, scala 1:25000
- 4. Progetto di P.R.G., il P.R.G. è una sorta di progetto architettonico a scala urbana e diventa poi legge. Comprende:
- Piano di Viabilità, scala 1:5000
- Piano di Azzonamento, zonizzazione, scala 1:5000
- 5. Tavola di delimitazione e computo aree (residenze, attività produttive ed aree ad uso pubblico), scala 1:5000
- 6. Tavola dei Piani Attuativi, localizzano le aree oggetto di strumenti attuativi.
- 7. Edilizia scolastica oggetto del D.M. del 1975, scala 1:5000
- 8. Norme tecniche di attuazione, consentono la specificazione e il dettaglio della zonizzazione
- 9. Relazione Tecnica Illustrativa
- 10. Stima sommaria dei costi, non prevista dalla legge
Dal 1968 con il D.M. n° 1444 ho altre due tavole:
- 11. Zone omogenee oggetto della zonizzazione, perimetrate ed evidenziate
- 12. Verifica del rispetto degli standards urbanistici.
[modifica] Procedura per l'entrata in vigore
Il P.R.G. inizia il suo iter mediante l'adozione del consiglio comunale. In questo momento i rappresentanti della collettività devono depositare e pubblicare il piano. Le procedure di deposito e pubblicazione sono sono descritte dalla L.U.N. 1150/1942. Per 30 giorni il P.R.G. deve poter essere visto da tutti mediante affissione all'albo pretorio. Una recente legge stabilisce che la notizia della pubblicazione sia data anche tramite giornali a tiratura nazionale. Tutto questo tramite una fase preventiva di osservazioni che nascono come contributo che singoli o associazioni posso dare per perfezionare il piano adottato. Possono essere fatte per altri 30 giorni. Si avvia la fase delle controdeduzioni con successivi rigetti e accoglimenti. Il pacco viene trasferito in Regione. La giunta regionale ha quattro possibilità:
- non approva e lo ritrasmette in comune
- apporta modifiche sostanziali, il comune deve ripubblicare
- apporta modifiche non sostanziali e approva il piano
- approva il piano
Il piano entra in vigore con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale Regionale il giorno dopo l'approvazione.
L'intero iter può durare anche 3-4 anni con il rischio che il P.R.G. entri in vigore con il territorio cambiato. Per evitare questo, nel 1952 viene emanata la legge n°1902 che stabilisce la possibilità di tutelare il piano mediante misure di salvaguardia. Il sindaco che riceve la richiesta di permesso per una trasformazione territoriale in conformità rispetto al P.R.G. Vigente ma in difformità rispetto al P.R.G. in itinere ha la possibilità di sospendere ogni decisione rimandandola a quando il piano in itinere sarà approvato. Queste facoltà sono divenute obbligatorie con la Legge Ponte n°765 del 1967. Scattano quindi le misure di salvaguardia del piano per la durata di 5 anni.
[modifica] I primi Piani Regolatori
Solitamente i piani regolatori comunali riguardavano soprattutto le grandi (o medio grandi) città:
- Firenze (piano Poggi del 1865)
- Roma (piano Viviani del 1873 e del 1882, piano Saintjust-Nathan del 1909)
- Milano (piano Beruto del 1889, piano Pavia-Masera del 1912)
- Torino (piano regolatore del 1906)
- Napoli (piano di risanamento del 1885, piano De Simoni del 1914)