Piazza del Duomo (Prato)
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Piazza del Duomo a Prato è, per la presenza della Cattedrale di Santo Stefano, il cuore religioso della città.
Già in epoca altomedievale esisteva un borgo attorno all'allora pieve dell'abitato chiamato Borgo al Cornio (citata in un documento del [[994]), vicino al castello dei Conti Alberti: dalla fusione dei due nuclei nacque la città di Prato e fu forse proprio il pratum episcopi (la "piazza del vescovo") a dare il nome a tutto l'abitato nell XI secolo.
Fu grazie all'arrivo della preziosizzima reliquia della Sacra cintola che la zona ebbe un'organizzazione a piazza aperta vera e propria, per accogliere le folle di pellegrini, desiderosi di vedere la cintura della Madonna, secondo la tradizione portata in città nel 1141 dal mercante Michele Dagomari, proveniente da Gerusalemme.
La forma attuale venne assunta all'incirca nel Trecento, quando venne allargata per il crescente flusso di pellegrini, nello stesso periodo in cui venne ingrandita la cattedrale. Sullo spigolo sud ovest della chiesa venne poi installato nel Quattrocento il pulpito di Michelozzo e Donatello, dal quale si può dominare tutta la piazza a "L", durante le ostensioni pubbliche della reliquia.
Oltre alla cattedrale vi si affacciano, tra i vari palazzi, Palazzo Vestri, sul lato sud, il Palazzo Vescovile, attiguo al Museo dell'Opera del Duomo, Palazzo Dragoni (ristrutturato nell'Ottocento) sul lato ovest e l'antico Hotel Stella d'Italia, descritto vividamente da Curzio Malaparte nel romanzo Maledetti toscani.
Al centro oggi è presente una fontana detta del Pescatorello, realizzata in marmo con animali marini dominata dalla scultura di un piscatoriello, disegnata da Mariano Falcini e scolpita da Emanuele Caroni e Ulisse Cambi (1861): i pratesi l'hanno soprannominata anche Fontana del Papero per i cigni scolpiti sul bordo delle vasche.
Sul lato sud è inoltre situata una grande statua di Giuseppe Mazzoni di Alessandro Lazzerini.
I lampioni in ghisa in stile ottocentesco sono di recente installazione.