Ponte Milvio
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il Ponte Milvio fu costruito lungo il percorso delle vie Flaminia e Cassia per oltrepassare il Tevere, fuori dalla città antica di Roma. Vi confluivano anche le vie Clodia e Veientana.
La prima menzione del ponte risale al 207 a.C., in relazione al ritorno dalla battaglia del Metauro nel corso della seconda guerra punica. Il ponte doveva essere a quest'epoca ancora in legno e la sua costruzione deve essere attribuita ad un Molvius (appartenente alla gens Molvia, attestata dalle fonti).
Nel 110 a.C. il console Marco Emilio Scauro ricostruì il ponte in muratura. Nel 312 vi ebbe luogo la battaglia tra Costantino I e Massenzio nota come battaglia di Ponte Milvio o battaglia dei Saxa Rubra. Del ponte romano restano le tre arcate centrali.
Il ponte era stato danneggiato dalle vicende belliche medioevali (vi era stata inoltre costruita sull'imboccatura settentrionale una fortificazione di forma triangolare nota come "Tripizzone" sulla base di una torre difensiva del III secolo) ed era conosciuto come ponte Mollo. Nel 1429 si ebbero i primi restauri sotto papa Martino V e i lavori furono affidati a Francesco di Gennazzano. Nel 1458 furono eliminate delle parti in legno e fu demolita la fortificazione medioevale.
Nel 1805 sotto papa Pio VII altri lavori di restauro furono affidati al Valadier: questi ricostruì le arcate alle estremità, che erano state sostituite da ponti levatoi in legno ed edificò all'imbocco settentrionale una torre in stile neoclassico.
Il ponte fu fatto saltare da Garibaldi nel 1849 per ostacolare l'avanzata delle truppe francesi e fu restaurato sotto papa Pio IX nel 1850. In questa occasione vi fu aggiunta una statua dell'Immacolata, opera dello scultore Pigiani, mentre già ne esisteva una di San Giovanni Nepomuceno. Un gruppo raffigurante il Battesimo di Gesù collocato all'imbocco sud, è stato ora spostato nell'atrio del Museo di Roma a Palazzo Braschi.
Dal 1951, quando fu realizzato il ponte Flaminio è chiuso al traffico veicolare.
Indice |
[modifica] Curiosità
Da diverso tempo è consuetudine dei giovani innamorati mettere un lucchetto sul lampione centrale del ponte e gettare le chiavi nel Tevere, così da rendere infrangibile il loro sogno d'amore. L'usanza sembra essere stata iniziata dagli allievi ufficiali della Scuola di Sanità in Costa San Giorgio che, al momento del congedo, legavano il lucchetto del loro armadietto su qualche appiglio del ponte. Questa tradizione è passata in seguito agli innamorati, ed è stata resa molto popolare a seguito del libro Ho voglia di te di Federico Moccia in cui, appunto, i due protagonisti giurano amore eterno agganciando un lucchetto nel palo centrale del ponte dopo averlo serrato, buttandone poi via la chiavetta.
Il trafugamento a fine febbraio del 2007 di tali lucchetti (che avevano totalmente ricoperto il lampione) ha innestato una nota polemica dai vaghi quanto comici contorni politici. Il fenomeno - che di per sé sarebbe rilevante solo sotto il profilo antropologico (la medesima usanza è riscontrabile anche sul Ponte Vecchio di Firenze, dove viene utilizzata la cancellata del monumento dedicato a Benvenuto Cellini ed è assimilabile al rito di gettare una moneta nella Fontana di Trevi per garantirsi un ritorno nella Città Eterna) - è stato preso a pretesto da un certo tipo di pretesa "sinistra" politica che sarebbe favorevole al fenomeno descritto, mentre un'altrettanto pretesa "destra", richiamandosi a un concetto di "ordine" non solo ambientale, si sarebbe invece fatta sostenitrice della necessità che al fenomeno venisse finalmente posto un freno. Secondo il quotidiano milanese "Il Corriere della Sera" del 2 marzo 2007, l'ostilità nei confronti dell'uso di appendere lucchetti al lampione del ponte avrebbe provocato addirittura la creazione di un apposito comitato di quartiere.
I giornali hanno pubblicato la notizia secondo cui, nella notte tra il 2 ed il 3 marzo 2007, i lucchetti erano stati rubati. I Carabinieri li avrebbero ritrovati nel magazzino di un commerciante in materiali ferrosi usati e i lucchetti sarebbero stati rimessi al loro posto. Alcuni abitanti del quartiere avevano motivato già il 27 febbraio 2007 al quotidiano milanese "il Giornale" i motivi della loro ostilità ma non è comprovabile che essi siano i responsabili del gesto. I lucchetti tornati a far mostra di sé sul ponte sembrano inoltre nuovi, dal momento che quelli ritrovati, tagliati da cesoie apposite e in ogni caso senza chiavi, sarebbero stati del tutto inutilizzabili.
[modifica] Collegamenti esterni
- Sostenitori e contestatori dei lucchetti (la Repubblica, 27-2-2007).
- Sui "responsabili" del trafugamento dei lucchetti (il Giornale, 28-2-2007)
- Sul trafugamento dei lucchetti (Il Corriere della Sera, 2-3-2007)
[modifica] Voci correlate
[modifica] Altri progetti
- Commons contiene file multimediali su Ponte Milvio