Neoclassicismo
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Neoclassicismo è il nome dato ad un movimento culturale sviluppatosi in numerose arti e discipline umanistiche, variamente caratterizzato ma ben riconoscibile nelle varie arti, nella letteratura, in campo teatrale, musicale e nell'architettura. Lo sviluppo di tale movimento si colloca tra il XVIII ed il XX secolo.
L'esigenza fondamentale di ogni "neo"-classicismo è la realizzazione di uno status canonico su qualsiasi opera, possibilmente quella classica. Il neoclassicismo è essenzialmente un'arte di idee. Un artista ben istruito a cui sia familiare il canone, non lo ripete in una riproduzione senza vita ma sintetizza la tradizione in ogni opera. Ma un artista neoclassico che non riesce a realizzare tutto ciò, può creare opere mediocri. Novità, improvvisazione, espressione dell'io dell'artista e cieca ispirazione non sono virtù neoclassiche: il neoclassicismo esibisce un perfetto controllo. Non ricrea forme d'arte con un progetto nuovo come il modernismo voleva. "Make it new" era il credo del poeta modernista Ezra Pound.
Il termine "neoclassicismo" implica un particolare canone di modelli classici, in ogni tipo di arte. Tali canoni sono riconoscibili per quanto si lotti contro il loro potere: Virgilio, Raffaello, Poussin, Haydn. Le altre culture avevano altri canoni classici, tuttavia, e una tensione ricorrente al neoclassicismo sembra essere un'espressione naturale della cultura a un dato momento della sua evoluzione, una cultura che sia altamente consapevole di se stessa, che sia anche sicura della propria tradizione, ma che allo stesso tempo senta la necessità di riacquistare qualcosa che le è sfuggito: Apollonio di Rodi è uno scrittore neoclassico; le ceramiche della Ming sono un omaggio alle porcellane Sung; gli umanisti itlaiani del 1400 inventarono una scrittura "romanica"; nell'impero persiano la religione "classica" di Zarathrusta, Zoroastrismo, è riproposta dopo secoli, per "ri-persianizzare" una cultura ormai scaduta.
All'interno della cultura occidentale, il primo movimento motivato da un'aspirazione neoclassica è quello dello stile Romano che fu distinto per primo da Friedrich Hauser, storico d'arte che pubblicò, nel 1889, "La scultura Neoattica" ("Die Neuattische reliefs"). Hauser identifica lo stile chiamato "Neo-attico" fra le sculture prodotte dal movimento Ellenista durante gli ultimi secoli dell'Impero Romano: ciò che Hauser chiama "Neo-attico" consiste in bassorilievi modellati su vasi decorativi e placche, impiegando uno stile figurativo che cerca il suo canone di modello classico fra il quinto e quarto secolo in Atene e Attica.
Indice |
[modifica] Architettura e arti visuali
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Per approfondire, vedi la voce Architettura neoclassica. |
Nelle arti visive il movimento neoclassico, di ampiezza europea, ha cominciato a svilupparsi dopo il 1765 circa, sia come reazione al tardo-barocco e al Rococò, che come desiderio di ritornare alla magnificenza dell'arte antica, alimentato dal pensiero illuminista. I campi espressivi più utilizzati dagli artisti neoclassici sono la scultura e l'architettura. Un' importanza sempre maggiore in questi anni viene assunta dal problema urbanistico, in relazione alla crescita delle città.
Ogni "neo-classicismo" seleziona determinati modelli all'interno di una gamma di possibili "classici" e ignora tutti gli altri. Tra i Neoclassici del 1765-1830, in particolare gli scultori si rivolgevano a un ideale fidiaco, anche se in realtà le opere prodotte si avvicinano di più alle copie romane della scultura ellenistica, ignorando la scultura greca arcaica.
L'apprezzamento neoclassicista per l'architettura greca, impossibile da vedere di persona per la situazione politica del periodo, venne mediato da disegni e incisioni, che in qualche modo corressero e restaurarono i monumenti antichi, non sempre con cognizione di causa.
Anche le antiche pitture greche erano perdute, ma l'immaginazione dei neoclassicisti la riportò in vita, attraverso l'esempio della generazione di Raffaello, degli affreschi della Domus Aurea di Nerone, di Pompei e la riscoperta di Poussin.
Il Neoclassicismo si diffuse in Francia grazie alla generazione di artisti che si recavano a Roma per studiare dal vero i reperti antichi, ma soprattutto fu influenzato dagli scritti di Johann Joachim Winckelmann.
Una seconda ondata neoclassica, più severa e contenuta, è associata all'apice dell'impero di Napoleone, che in particolare in Francia si manifestò con lo stile "Luigi XVI", prima, e con lo stile "Impero", poi.
L'apice della pittura neoclassica è rappresentato da Jacques-Louis David e Jean Auguste Dominique Ingres; nell'ambito della scultura si ricordano invece Antonio Canova e Bertel Thorvaldsen.
[modifica] I valori
Una forte volontà di rottura con la cultura tradizionale anima inoltre il Neoclassicismo, accompagnata dalla grande fedeltà alla natura e alla ragione. Questi diventano così valori universali, validi cioè per tutti gli uomini. Questi principi sono infatti condivisi sia dai filosofi illuministi che dagli artisti neoclassici. In architettura, questo stile riprende alcuni elementi dell'architettura classica greco romana. Dopo un secolo di orgie di stili,tra Barocco e Rococò il neoclassicismo ripristina un equilibrio architettonico di cui quasi si sentiva l'esigenza. I palazzi che sono stati eretti intrisi di questa filosofia traspirano serietà e imponenza, riprendendo sostanzialmente forme semplici come il cubo o il triangolo.
[modifica] Il ruolo dell'arte
L'arte acquista in questo periodo un valore morale e sociale. Essa deve spingere l'uomo alla virtù attraverso i grandi esempi del passato, che diventano i modelli di un mondo puro e incorrotto.
[modifica] Copia e imitazione
Avvicinare l'arte alla natura per l'artista neoclassico non significa riprodurre la realtà in modo naturalistico (fedele nei particolari), ma estrarne l'essenza, l'atteggiamento psicologico e mentale tipico dell'artista dell'età classica. Ci riferiamo quindi al periodo classico in cui si rappresenta l'ideale; il Neoclassicismo riproduce quindi l'età classica. La ricerca della natura ideale è dunque il motivo determinante dell'interesse degli artisti neoclassici per le opere antiche. Da questa concezione idealizzata dell'arte classica discende la netta distinzione tra copia e imitazione: la prima riproduce l'aspetto esteriore dell'arte antica; la seconda ne estrae al contrario l'essenza, lo spirito, ed è quindi un'interpretazione, pertanto, originale.
[modifica] Gli esponenti principali
Giovan Battista Piranesi e Johann Joachim Winckelmann sono i maggiori esponenti in arte del Neoclassicismo, due importanti teorici, rispettivamente sostenitori dell'arte romana e greca. Entrambi privilegiano l'imitazione dell'arte alla sterile copia. Nelle vedute romane di Piranesi si nota maggiormente lo spirito della Roma antica.
Il forte interesse per l'antico di questi anni è alimentato principalmente dalla "resurrezione" delle città di Ercolano e Pompei in seguito agli scavi archeologici effettuati intorno al 1740. In questo periodo fiorisce anche il mercato dell'antiquariato e nascono i primi collezionisti d'arte. In Italia, fra i più noti esponenti del Neoclassicismo figurativo figurano anche: Antonio Canova, Luigi Acquisti e Cosimo Morelli.
[modifica] Neoclassicismo letterario
Le arti non vanno sempre al passo e il "neoclassicismo" in letteratura inglese è associato con gli scrittori augustani del primo XVIII secolo, tutte eredità di John Dryden di Milton.
Il maggiore dei poeti latini da cui si isiprarono era Publio Virgilio Marone. I maggiori scrittori del periodo sono Daniel Defoe, Jonathan Swift, Alexander Pope.
In Francia, il neoclassicismo è tipico del teatro di Jean Racine, con i suoi versi bilanciati, limitatezza nelle emozioni, rifinimento nell'espressione, senza eccessi, la sua consistenza artistica, così che il tono tragico non era compensato da momenti di realismo o humor (come in Shakespeare), e la sua aderenza formale alle "unità classiche" riprese dalla Poetica di Aristotele.
Nel 1786, lo scrittore tedesco Goethe finì il suo periodo di Sturm und Drang con il suo Viaggio in Italia, le cui esperienze raccolse in volume nel 1817. In seguito, egli, come il suo collega Friedrich Schiller, emulò i temi e la sensibilità della tragedia greca in opere come Ifigenia in Tauride, le Elegie romane, e il Faust.
Temi neoclassici dominano le opere del poeta tedesco Hölderlin.
[modifica] Novecento: neoclassicismo tra le guerre
Vi è stato nel XX secolo un intero movimento artistico denominato neoclassicismo. Esso includeva almeno la musica, la filosofia e la letteratura e si è sviluppato fra la fine della prima guerra mondiale e la fine della seconda. Vi è stato anche in questo periodo un "neoclassicimo semplificato" in architettura, che si è opposto al razionalismo. In italia ciò è stato espresso dalle architetture di Marcello Piacentini.
Per maggiori informazioni della corrente musicale, vedi neoclassicismo (musica).
[modifica] Neoclassicismo letterario nel XX secolo
Questo neoclassicismo è un movimento che rigetta il romanticismo estremo, tipico, ad esempio, del dada, a favore di contenimento, religione (specificamente il Cristianesimo) e di un programma politico reazionario.
Sebbene i fondamenti di questo movimento è da ricercarsi in T.E. Hulme, i più famosi neoclassicisti furono Thomas Stearns Eliot e Wyndham Lewis.
[modifica] Neoclassicismo in immagini
Classicismo tardo barocco: G. P. Pannini assembla i canoni delle rovine e delle sculture romane in una vasta e immaginaria galleria (1756) |
Henry Fuseli: La disperazione dell'artista davanti all'impotenza dei frammenti antichi, 1778-79, Milano, Civica Raccolta Stampe Bertarelli. Nell'acquerello, l'artista esprime la dolorosa consapevolezza dell'impossibilità di ricostruire l'antica statua di Costantino |
Un capolavoro dell'arte italiana trasferito in Russia: il vestibolo del Palazzo Gatchina visto da un allievo di Luigi Vanvitelli, Antonio Rinaldi, 1770 circa |
Giovanni Battista Piranesi: disegno per un vaso, 1780 circa, Roma |
Il dipinto Il giuramento degli Orazi di Jacques-Louis David (1784) è considerato uno dei più famosi dipinti neoclassici |
Un monastero vicino a Ostashkov in Russia (immagine del 1910) |